Interviste

AUDIO - Julio Sergio: "Ranieri ha un'intelligenza enorme. Champions? La Roma può giocarsela"

Le parole a Radio Romanista: "Con la Juventus è sempre difficile, sarà una bella partita. Ricordo la nostra vittoria a Torino con il gol di Riise"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
05 Aprile 2025 - 09:20

Intervenuto sulle frequenze di Radio Romanista, durante la trasmissione Unico, Julio Sergio si è raccontato a 360°. Dall'arrivo alla Roma, al rapporto con Totti e De Rossi, fino a Claudio Ranieri. Di seguito l'intervista completa dell'ex portiere brasiliano.

Come arrivò per te la chiamata della Roma?

"Antonio Carlos Zago, è un mio amico e abbiamo giocato in Brasile insieme. Mi ha detto che la Roma aveva bisogno di un portiere e se volessi fare questo salto. Io ho detto sì, ma venivo da un infortunio al crociato e volevano vedere se fosse tutto a posto. Sono andato per un provino e abbiamo firmato un contratto di un anno".

A lungo sei stato il terzo portiere della Roma. Quando non hai la possibilità di giocare, hai avuto l'idea di andare a giocare altrove in prestito?

"Sì, avevo un procuratore che è stato come un padre per me. Alessandro Lucci. Abbiamo provato tanto a fare certe cose, però in quel periodo c'erano delle persone che mi dicevano che non avessi la testa giusta per giocare in Italia. Neppure in Serie B, quindi ogni volta che arrivava un interesse, finiva sempre male".

La celebre frase di Spalletti ti ha mai pesato? Gli hai mai chiesto cosa intendesse?

"Io penso che avesse ragione. Io mi allenavo sempre al massimo, non creavo problemi. Non ero un ragazzino, avevo 26/27 anni, avevo sempre voglia di giocare ma dovevo rispettare le gerarchie. Non mi ha mai dato fastidio, mi dispiace di aver giocato solo una volta con lui prima del suo esonero".

Ultima partita di Spalletti, giochi tu. Quella partita la perdiamo ma tu hai fatto bene. Come te lo comunicò Spalletti?

"Io ricordo che il mercoledì precedente avevamo giocato in Europa, abbiamo fatto un allenamento normale. Ero a Trigoria pronto per la riunione tecnica, negli spogliatoi c'era il mister che mi ha dato un colpo sul petto e mi ha chiesto se fossi pronto. Io gli ho risposto 'sono sempre pronto'. Poi in riunione mi ha comunicato che avrei giocato".

Giorgio Pellizzaro ci ha lasciato pochi mesi fa, è stata una figura molto importante per te. 

"L'arrivo di Giorgio e quello di Ranieri è stato fondamentale. Lo stile di allenamento di Giorgio per me era fantastico. Ranieri... che possiamo dire di Ranieri. È una persona che porta un'educazione e un'intelligenza che va oltre. Giorgio per me è stato come un padre, purtroppo non ho potuto salutarlo. Ho un debito con loro, hanno scommesso su di me. Io penso di aver ripagato con buone prestazioni, sono persone che mi hanno insegnato un altro modo di vedere e fare calcio, posso solo che ringraziarle per l'avventura che mi hanno fatto vivere".

Sei sempre ricordato molto bene dai tifosi della Roma. In quel campionato sei stato protagonista nei derby, tra andata e ritorno. Hai raccontato che non ti fecero pagare la cena...

"Sì! (ride, ndr). Mio figlio era appena nato, io ero molto contento e stavo tornando a casa. Mi sono fermato per mangiare un panino, probabilmente con la tuta della Roma. Ho chiesto quello che volevo mangiare e mi hanno detto che non mi avrebbero fatto pagare per quello che avevo appena fatto in campo. Non sono mai stato un fenomeno, ma avere il rispetto della gente di Roma e in una società della Roma... è il motivo per il quale lavoriamo ed è il bello della vita".

Tu hai parlato spesso del tuo rapporto con Totti. Qualche aneddoto? Ti è capitato di fermarti dopo gli allenamenti per i calci di rigore?

"Certo. Quello che mi ha colpito di più di Francesco, ma anche di Panucci e tanti altri, era il rapporto nello spogliatoio. Erano campioni affermati, ma era incredibile il modo in cui trattava le persone. Arrivare in uno spogliatoio come quello della Roma ed essere accolto in quella maniera... questa è stata la nostra forza. L'umiltà del Capitano. In allenamento mi ricordo con Vucinic e Mexes, abbiamo fatto una scommessa ai calci di rigore. Io non avevo uno stipendio alto come il loro, ero appena arrivato: mi ricordo di aver vinto la scommessa dopo aver parato loro due rigori e sono riuscito a pagarmi praticamente una vacanza alle Maldive. Il terzo portiere serve anche a questo, a gestire l'ambiente all'interno".

Hai detto che non ti saresti mai aspettato di vedere Totti fuori dalla Roma. Che cosa avevi capito con la nuova proprietà?

"Quando sono arrivati loro, è arrivato Sabatini, che ha ricostruito una squadra intera. Erano rimasti, credo, solo Totti, De Rossi e Lobont. Francesco era sempre decisivo in campo, anche negli ultimi tempi. Magari veniva gestito differentemente, ma era un giocatore esperto. Qualcosa si sentiva nell'aria, Francesco ha un'importanza molto grande e nell'aria si percepiva".

Il secondo anno di Ranieri non andò come il primo. Tu hai avuto un brutto infortunio, ricordiamo il tuo pianto a Brescia. Cosa non funzionò?

"Sai, è difficile da dire. La stagione prima abbiamo fatto una rincorsa incredibile, abbiamo sprecato tante energie. Dipende tanto dal calciatore, capire certe cose. Ranieri è una persona che ti parla in faccia, con tutta l'educazione del mondo ma ti parla in faccia. Magari alcuni calciatori non gradiscono certe cose. Non so precisamente cosa sia successo, ma era cambiato qualcosa. Alla fine è la voglia di fare dei calciatori che cambia tutto: un allenatore lavora fino a sabato, poi scendono i calciatori in campo. Alla fine è successo quello che è successo".

In quel gruppo c'era anche De Rossi, te lo aspettavi che sarebbe diventato tecnico. Che ne pensi di quello che è successo?

"Non ho parlato con Daniele di questa cosa specifica. Devo andare a trovarlo, a fine mese farò un salto a Roma per lavoro e per vedere amici. Daniele in campo era già un maestro, per due o tre stagioni è stato il miglior mediano del mondo. La qualità che aveva, la cattiveria... non mi sorprende sia diventato allenatore. Ha personalità fortissima, intelligenza, capisce molto di calcio. Purtroppo nel calcio ci sono delle soprese che non ti aspetti, sicuramente se ne avrà voglia potrà fare una grande carriera anche da allenatore".

Non sappiamo come finirà, ma si può dire che Ranieri ha fatto un'altra impresa. Te lo aspettavi? Cosa pensi del nuovo possibile allenatore che sceglierà Ranieri?

"Quello che ho vissuto insieme a Ranieri è fantastico. Lui ha vinto la Premier League col Leicester, è una persona che riesce a trovare una strada dove gli altri non riescono. Strategia, intelligenza e capacità di fare calcio unica. Sono contento che stia facendo bene ora con la Roma, ho visto gli ultimi risultati. La carriera parla da sola per lui. Sul nuovo allenatore, sarà una decisione della società. Sono sicuro che lui e la dirigenza sceglieranno il nome più giusto per la squadra, mi fa piacere che rimanga e che possa fare un altro lavoro, portare tutta questa capacità nel portare le cose sempre nel verso giusto".

È vero che hai chiesto a Mourinho di allenare il Brasile?

"Sì, è vero. Chi te lo ha detto (ride, ndr). Lui era stato già esonerato, gliel'ho chiesto di persona ma lui mi ha risposto che aveva ancora voglia di allenare tutti i giorni. Mi disse che forse se ne sarebbe parlato più in avanti. Se era scosso dalla situazione con la Roma? È un professionista, ho sempre sentito parlare di lui, poi ho avuto il piacere di conoscerlo e capire che è una grandissima persona. Nel calcio c'è sempre una strategia, un pensiero, lui è veramente una persona incredibile. Un allenatore che ha vinto tutto, ovunque è andato ha vinto, la Conference con la Roma..."

Vuoi dirci come vedi Roma-Juventus? Ce la faremo ad arrivare in Champions?

"Mi auguro di sì. Stanno facendo molto bene, con grande concentrazione. Fisicamente stanno bene e penso possano riuscirci. Roma-Juve è sempre dura, ricordo che abbiamo vinto una volta con un gol di Riise. Una partita fantastica, difficile da pronosticare, mi auguro che la Roma possa far bene e vincere".

Hai intrapreso l'avventura da procuratore.

"Ho provato a fare l'allenatore ma ho avuto dei problemi e ho dovuto fare una scelta di vita. Avevo questo rapporto con la Roma, che ho ancora e mi fa molto piacere. Ho creato una società e mi trovo molto bene, lavoro più oggi di quando facevo il calciatore. Volevo stare più vicino ai miei figli, ai miei genitori, mi sto godendo un po' di più il tempo libero. Ma quando lavoro è sempre tutto molto frenetico, tanti viaggi. Tutto molto piacevole e molto difficile, ma è un momento che mi sto godendo".

Lo striscione che ti hanno dedicato i tifosi della Roma prima di Natale. Come sta tuo figlio?

"Enzo sta bene, è una malattia difficile da curare. Sono quasi 5 anni che lottiamo per vincere. Abbiamo fatto dei procedimenti a dicembre, con complicazioni nel percorso, adesso si stanno vedendo un po' di risultati. Nella vita non ci sono scelte, dobbiamo affrontare le difficoltà che troviamo nel percorso. Per questo, questa gente e questa società è importante. Oggi posso avere la possibilità, grazie ai soldi che ho guadagnato, di prendermi cura delle persone a me care. Questo è il senso della vita per me. La possibilità di parlare con voi dopo 10 anni dopo 60/70 partite con la maglia della Roma mi fa piacere. Poter andare in giro per Roma e vivere quest'atmosfera è molto piacevole. Credo che il 4 maggio sarò allo stadio, per stare bene e lavorare. Questo serve nella vita, le altre cose mi interessano poco. È sempre un piacere parlare con voi tifosi della Roma e poter vivere l'amore di questa città".

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