Interviste

AUDIO - La storia di Terence: "Io nato a Roma ma tifoso dell'Athletic Club"

A Radio Romanista, il tifoso della squadra basca ripreso a cantare l'inno dei giallorossi nel settore ospiti: "I sostenitori non si aspettavano un ambiente del genere"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
08 Marzo 2025 - 17:40

Negli scorsi giorni, sui social, è spopolato il video di un tifoso dell'Athletic Club che, nel settore ospiti dello Stadio Olimpico, ha intonato "Grazie Roma" al termine della sfida d'andata degli ottavi di Europa League. E quel sostenitore, Terence, è intervenuto sulle frequenze di Radio Romanista. Ecco le sue parole nel corso della trasmissione "A Tutto Campo".

Devi raccontarci un po' di cose! Che cosa ci facevi lì nel settore ospiti?

"Io abito a Roma, sono romano e la mia vita è qui a Roma. Ma tifo Athletic e sia a settembre, sia giovedì ho avuto l'occasione di vedere la partita allo stadio. È stata un'esperienza magica, unica. Ho avuto anche l'occasione di parlare con gli altri tifosi: mi hanno detto di non aver mai visto una cosa del genere, sia in Spagna, sia in giro per l'Europa. Non si aspettavano un calore del genere".

Come nasce questa passione? Sei nato a Roma ma la tua squadra è l'Athletic.

"Tifo come prima squadra Athletic; simpatizzo per la Roma, non avevo scelte perché non ci sono altre squadre qui a Roma! Molti mi hanno detto: 'Per te è un derby'. No, per me Roma-Athletic è stata una festa. Ho un po' rosicato dopo il gol di Shomurodov, ma il derby ci sarebbe stato se avessimo affrontato la Lazio. Ho visto anche Athletic-Siviglia dopo la finale di Budapest: abbiamo vinto noi 2-0 e, dagli spalti, ho iniziato a urlare: 'Dov'è Taylor ora?!'".

Hai provato a vendicarci in qualche modo, ti fa onore. "Grazie Roma" lo canti a casa?

"Ho cantato tutti gli inni. 'Campo Testaccio', 'Grazie Roma'... A settembre ero stato inquadrato e cantavo 'Mai sola mai'".

Gli altri tifosi dell'Athletic che cosa dicono?

"I tifosi dell'Athletic sono unici, molte volte si trovano tifosi ospiti in mezzo ai settori locali. E poi, prima della partita le due tifoserie stanno insieme, bevono, cantano... In Italia c'è tanto odio, lì era una festa. Spero che giovedì non accada nulla di particolare, quelli dell'Athletic sono tifosi tranquilli. Anche i tifosi del Torino, che dopo la partita europea con noi hanno creato questo gemellaggio".

Andrai a vedere il ritorno?

"Purtroppo no, perché lavoro. Andrò, se tutto va bene, a maggio; perché il nostro gruppo fa 25 anni e per i tifosi dell'Athletic a Roma sarà una festa grande".

La curiosità è: come fa un residente a Roma a prendere i biglietti dell'Athletic?

"Siamo un fan club riconosciuto dall'Athletic, l'unico nato da persone non basche. È nato a Pavia, da quattro pazzi scatenati! Essendo riconosciuti, abbiamo quest'opportunità di prendere biglietti. Dire soci è sbagliato, perché l'Athletic non ha un proprietario unico. Ci sono 45mila persone che immettono soldi e le elezioni, per un nuovo presidente".

Come il Barcellona.

"Infatti sono le uniche squadre (insieme al Real Madrid, ndr) a non essere mai retrocesse, nonostante l'Athletic non faccia il mercato".

Quanti sono gli iscritti?

"120-130... Siamo sparsi in tutta Italia".

Avete una chat per conoscervi? È una cosa bellissima.

"Abbiamo una pagina Instagram. E per i tesserati c'è un gruppo WhatsApp. Parliamo lì, ci organizziamo; a maggio, di solito, andiamo a Bilbao, e a ottobre un raduno in Italia, durante la sosta".

Questa storia ha un fascino...

"È la seconda squadra con più Coppe del Re!".

È l'antitesi del calcio moderno, in mano ai petroldollari.

"Sapevo che anni fa si stava parlando di aprire la squadra anche a giocatori stranieri, ma questa proposta è stata rifiutata. Si può giocare nell'Athletic solo se vieni da fuori ma hai fatto tutte le giovanili in biancorossa. Bisogna partire lì sin da bambini".

Nel 2025, venir meno a questo 'patto con i valori' non avrebbe senso. Soprattutto perché i tifosi lo hanno accettato.

"Loro sono fieri di questo, sono orgogliosi di essere tutti baschi. Quando sono andato a Siviglia per la finale di Coppa del Re, appena dicevo di essere di Roma, i tifosi mi dicevano: 'Sei un pazzo!'".

Se fosse più facile raggiungere Bilbao...

"Per andare lì facciamo un volo Roma-Santander, poi noleggiamo una macchina".

Magari un giorno verrai inquadrato mentre canti un inno dell'Athletic!

"Spero che non ci sia mai più Roma-Athletic. È una festa, sì, ma... La cosa che mi ha portato a essere simpatizzante della Roma è la tradizione del capitano romano e romanista. Un po' riprende la storia dell'Athletic. Se fossero anche gli altri giocatori tutti romani e romanisti... Loro giocano per la città e la maglia, non per i soldi; e quando perdono chiedono scusa sotto la Curva. Sono scuse vere, quelle. Per quanto riguarda l'Athletic, loro sono felici anche se vincono poco ultimamente. Interessa di più l'appartenenza, l'essere unici".

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