Interviste
AUDIO - Simplicio: "Avrei voluto portare De Rossi ad allenare in Brasile"
L'ex calciatore a Radio Romanista: "Mi piace tantissimo come lavora Daniele, per me a breve andrà in un gran club. Esultare con Totti al derby una delle gioie più grandi"
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(Instagram Fabio Simplicio)
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PUBBLICATO DA
La Redazione
25 Gennaio 2025 - 10:52
Nel corso di "Unico" ha parlato a Radio Romanista Fabio Simplicio. Queste le dichiarazioni dell'ex calciatore della Roma:
Sei stato acquistato dalla Roma nel 2010. Come è arrivata la chiamata dei giallorossi? È vero che hai rifiutato la Juve?
“Quando la Roma ha provato a prendermi la prima volta avevo ancora qualche mese di contratto col Palermo, e c’erano stati sondaggi anche di Inter e Juve. Quando ho avuto la convocazione in nazionale nel 2009 si sono affacciate le big, però avevo parlato coi brasiliani che giocavano a Roma, Juan, Taddei, Doni, Cicinho, Baptista… questo mi ha spinto a venire a Roma per stare con questi campioni e per questo ho deciso di venire a Roma, dove poi arrivò anche Adriano: per me è stata la scelta perfetta”.
Qual è il fattore principale che ha fatto scattare la scintilla?
“Ho lasciato un bel ricordo in tutte le squadre, penso sia per la mia anima, il mio carisma brasiliano. E poi sicuramente quando segni nei derby entri in un’altra dimensione. Io ho avuto questa soddisfazione in Roma-Lazio e in Palermo-Catania, penso che questo abbia fatto sì che i tifosi poi ricordino le linguacce, o la capocciata di Radu poi espulso, o i baci dati a mia moglie contro il Napoli: ci sono dei momenti in cui ho fatto sognare i tifosi”.
Hai parlato dei derby: tu sei stato in quel periodo l’uomo derby, con il gol in Coppa Italia e altre partite in cui hai procurato rigori o espulsioni per loro. Che sensazioni provavi?
“Appena sono arrivato alla Roma il primo a darmi sostegno è stato Taddei, e lui la prima cosa che mi ha detto era che la settimana del derby sarebbe stata particolare. Perciò mi preparavo sempre per tutte le partite, ma nei derby mettevo qualcosa in più per essere pronto, e ho avuto la soddisfazione di avere bei momenti in questa partita”.
Il gol al derby è il tuo momento più bello? Che rapporto hai con Totti?
“Il capitano è il capitano. Lui è stato sempre un signore, ha sempre trattato benissimo i brasiliani, lo ritengo tra i migliori numero 10 che hanno giocato e i ricordi che abbiamo insieme in quei due anni saranno sempre nel mio cuore. E il ricordo più bello sono sicuramente i rigori procurati, esultando poi insieme al capitano: una soddisfazione che penso avrebbero voluto tutti i giocatori in Italia”.
Avete avvertito subito il diverso modus operandi della gestione americana? Che rapporto hai avuto con Luis?
“Uno dei migliori allenatori che ho avuto. Ha avuto un po’ di difficoltà a capire il calcio italiano subito, ma era il calcio che piaceva a me. Perché prendevamo gol, ma giocavamo in avanti. È un calcio diverso rispetto a quello che si fa in Italia, però è stato uno dei migliori per come pensa il calcio. Io non sono andato in ritiro con la squadra, rimasi a Roma con il papà di De Rossi che è un altro signore che mi ha insegnato tanto tanto. Sono rimasto solo, poi sono tornati loro a Roma e avevano nove-dieci giocatori infortunati, quindi ho dovuto debuttare in Europa League contro lo Slovan senza nessun allenamento con la squadra. Ero praticamente fuori dalla rosa, lui non mi conosceva, e quando mi ha visto in una settimana di allenamento con la squadra ha deciso di non lasciarmi andare via per quell’anno, e infatti mi sono trasferito in Giappone l’anno dopo”.
Che idea hai dell’esperienza di De Rossi da tecnico della Roma?
“È un altro grandissimo, dentro al campo mi faceva avere la grinta giusta per indossare la maglia della Roma. Questo è il significato di De Rossi, la voglia di indossare la maglia della Roma. Lui mi ha insegnato quello. La vicenda da allenatore mi ha sorpreso, perché mi piace come gestisce la rosa. Ho avuto la possibilità di vedere un allenamento e una partita diretta da lui, e volevo portarlo in Brasile perché per come allena non farebbe fatica con nessuna squadra. Ma penso che fra poco prenderà una grande squadra e farà vedere il suo valore”.
Oggi invece ad allenare la Roma c’è Claudio Ranieri. Hai qualche ricordo per descrivere il tuo rapporto con lui?
“Claudio è stato un grande allenatore. Quando sono arrivato sapevo i tanti giocatori che avrei trovato nel mio ruolo e il rischio che correvo, però come ho detto prima avevo deciso di stare con i brasiliani in rosa. Non siamo stati bravissimi noi in quella stagione ma mi è piaciuto tanto”.
Dopo Ranieri arrivò Montella, con cui non hai giocato tante partite, che oggi viene accostato alla Roma.
“Con lui non ho avuto un grandissimo esporto. Ho fatto le sue scelte, io le ho rispettate. Aveva i giocatori con cui aveva più confidenza, e io non ero tra quelli. Quindi ho avuto momenti difficili, neanche per infortunio ma per scelta tecnica. Però gli auguro di fare un bel percorso con la Roma se sarà il nuovo allenatore”.
Che fai in Brasile ora?
“Abbiamo un agenzia di calciatori. C’è il fratello di Doni, ci sono giocatori che abitano a Roma, e molti altri. Cerchiamo di dar loro una possibilità come l’abbiamo avuta noi per farli giocare ovunque”.
Alla Roma come hai detto c’era una grande quantità di brasiliani, ora non ce ne sono pochi.
“Mi piaceva Joao Costa, ma è stato venduto. Alla società consiglio Gustavo Miranda, penso che somigli a Borriello e Osvaldo quando giocavano a Roma”.
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