Interviste

Diamoutene: "Totti e la gara con l'Arsenal: così sono diventato romanista in sei mesi"

L'ex centrocampista di Roma e Lecce ha parlato a Radio Romanista: "Francesco è un ragazzo incredibile, ma sono molto amico anche di De Rossi. Stasera vinca il migliore"

PUBBLICATO DA La Redazione
07 Dicembre 2024 - 12:36

L'ospite dell'ultima puntata di "Unico" è Souleymane Diamoutene, ex centrocampista di Roma e Lecce. Nel giorno della sfida tra le sue due ex squadre, ecco le sue parole a Radio Romanista:

 

Con la Roma hai una storia molto particolare: sei arrivato nel tuo compleanno, il 30 gennaio 2009, in prestito dal Lecce. Da lì un'avventura breve ma intensa. Come si è conretizzato il tuo passaggio alla Roma?

"Io ero al Lecce, ma avevo richieste dalla Turchia. Il giorno del mio compleanno mi chiama Spalletti e mi chiede se volessi andare alla Roma. Io gli rispondo che sarei andato anche a piedi, perche la Roma è la Roma, è magica. Ho sempre sognato di indosssare questa maglia. Il giorno doo ero in città per il contratto. Un'emozione indimneticabile, avevo avuto qualche poblema con il Lecce e quando sono andato a Roma è un giorno che non dimenticherò mai, è stato breve ma emozionante".

Come fu inserirsi in uno spogliatoio che sembrava arrivato a fine ciclo?

"Mi hanno accolto bene, poi ci conoscevamo anche perché molte partite le avevo giocate contro di loro, e poi sono un ragazzo semplice. Ogni tanto uscivo a mangiare con loro, lo spogliatoio era bellissimo. La stagione poi è finita in modo particolare dal punto di vista societario, ci sono stati problemi economici: mi dissero che sarei stato riscattato se avessimo battuto l'Arsenal. Però alla fine è stato bello, un'esperienza indimenticabile".

Venendo a Roma-Arsenal, hai detto che ti avrbbero riscattato con il pasaggio del turno. La partita a Roma viene ricordata come quella in cui, da debuttante, ti trovi a giocare da centrale con Riise. Cosa ricordi dell'avvicinamento?

"Io già dall'andata dovevo giocare. Poi il mister che è una persona vera, mi parlò e mi disse che avrebbe giocato Loria. Il giorno prima del ritorno mi dice che avrei giocato titolare. Fu emozionante, giocare davanti al nostro pubblico. Purtroppo Totti e molti giocatori stavano male. Fu bello, soprattutto in allenamento, dove avevamo provato anche i rigori. Il mister mi disse di giocare semplice, che sapeva che avrei giocato bene, e mi ha caricato. La sera hanno iniziato tutti a caricarmi perché i giornali dicevano che avrei giocato titolare. Fu una partita importante, contro Van Persie. Poi giocavo con Juan che però si è fatto poi male, giocai con Riise. Parlammo in francese, fu molto bello".

Si sente che sei rimasto molto legato alla Roma. Un ricordo su Totti?

"Io sono molto affezionato alle squadre in cui ho gocato. Totti è un ragazzo straordinario. Una volta lo incontrai a cena con la sua ex moglie, mi alzai per andare a pagare poi e scoprii che avvea pagato lui. Francesco è un ragazzo straordinario, mi ha dato pure la maglia dell'Italia. Molto disponibile, è il vero capitano della Roma. Avrebbe voluto che fossi rimasto, poi però è andata così, ma Roma non la dimenticherò mai, e la partita persa ai rigori... ho pianto. La Roma rimane la Roma, tiferò per lei sempre".

Cosa ti ha fatto innamorare della Roma?

"La tifoseria. La Roma ha un tifo molto caloroso, poi l'amicizia con De Rossi mi ha fatto sentire a casa. E poi io amo le squadre giallorosse, Roma è la Capitale d'Italia: tutte queste cose mi hanno fatto rimanere attaccato alla Roma, che mi ha dato l'opportunità di giocare in Champions League, nel calcio che conta".

Come hai vissuto l'esperieza di De Rossi da allenatore? Che ne pensi del suo esonero?

"Andavo spesso a trovarlo ad Ostia. Aveva cominciato benissimo, andando in semifinale, però questo è il nostro lavoro. Peccato, peché De Rossi ha una grandissima personalità, però quando le cose vanno male a colpa è sempre dell'allenatore. Sono allenatore anche io. Spero che lui si riprenda, perché è un ragazzo, un uomo serio. Lo sento spesso, gli mando ogni tanto delle scarpe perché anche lui è sponsor Adidas e ha la mia stessa passione, per dimostrargli il mio affetto".

Chi tiferai tra Roma e Lecce?

"Dico sempre che spero che vinca il migliore. Sono legato alla Roma, ma anche al Lecce, dove ho giocato sette anni. Non so dare un pronostico".

Ora di cosa ti occupi?

"Ho il patentino Uefa B, sono diventato allenatore e lavoro con dei bambini dagli 8 agli 11 anni. Sono in campo ora, sono qui con la mia famiglia, sto molto bene. Ma ogni tanto vengo a Roma, la città più bella al mondo con i tifosi migliori al mondo. Forza Roma, sempre Magica".

 

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