Capucci: "Il ritorno di Ranieri l'unica luce in questa stagione per i tifosi"
Il regista di "Ovunque tu sarai" ospite nell'ultima puntata di "Unico": "La nostra una storia di grandi uomini. Tra le partite più cinematografiche, quelle della Roma di Mou"
Ospite dell'ultima puntata di "Unico", la rubrica di Radio Romanista che ripercorre la carriera di Francesco Totti, è Roberto Capucci, regista, sceneggiatore e musicista italiano. Suo il fim "Ovunque tu sarai", uscito nel 2016, che ripercorre il viaggio di alcuni amici per andare ad assistere alla partita tra Real Madrid e Roma nel 2008. Queste le sue parole:
Tu sei scaramantico?
"Sono romanista, che domande. Diciamo che non faccio lo stesso percorso di Giordano nel film ma mi ci avvicino".
Del film dicevi che avrebbe narrato le vicende di quattro amici che andavano a vedere Real Madrid Roma del 2008. La Roma è perciò presente, sfondo di una storia d'amicizia. Spesso in Italia il calcio è usato per far ridere, qui la Roma è presente invece come sfondo di una storia di amicizia, ma ci sono anche episodi romantici. Come mai la scelta di questa partita?
"L'idea era di raccontare una storia di quattro amici, l'ho scritto insieme a Francesco Apolloni. Volevamo ricreare l'idea di ritualità, il viaggio in tal senso si sposa molto bene con i film comici. Di lì mi feci ispirare da un blog di un ragazzo, Emiliano Mariani, che era partito con degli amici per vedere questa partita, che in un modo o nell'altro poi avrebbe cambiato le loro vite".
Tu la notte di Real Madrid-Roma del 5 marzo 2008 dove eri?
"Io ero con il mio gruppo di sempre, davanti alla tv. A proprosito di scaramanzia, era un gruppo inossidabile ai tempi. La vedemmo davanti alla tv come gli altri che non sono andati, anche se quella è una trasferta che è rimasta un po' nell'immaginario collettivo, molti con cui parlo mi dicono poi spesso che c'erano anche loro. Verso la fine si sentivano solo i romanisti al Bernabeu, una cosa simile a quanto successo a Bari l'anno dello scudetto. Essere in casa anche in trasferta, una cosa che solo i romanisti potevano fare".
La Roma è la squadra più rappresentata al cinema, ma anche nelle ultime vicende, appare per la sua storia molto cinematografica.
"Sì, diciamo che ha cambiato genere, ora è un fim horror. Il tifoso della Roma ama le storie, i grandi personaggi. Noi siamo tifosi di una squadra rappresentata da uomini incredibili. L'unico bagliore di luce per me ora è il ritorno di un altro di questi uomini: sentire le interviste di Ranieri mi ha ridato vita, in tal senso le colpe a Juric le do per le interivste: lì sentivo proprio che mi stavo allontanando dal mio modo di intendere la Roma. Noi abbiamo avuto grandi uomini, quello è l'orgoglio più grande per un romanista. In "Ovunque tu sarai" c'è una clip ispirata veramente alla mia storia, quella di Roma-Liverpool: lì è nato veramente un amore che ancora mi acccompagna, oggi non mi piace più il calcio ma solo la Roma".
Un episodio della storia recente della roma che potrebbe essere cinematografico?
"Roma-Barcellona 3-0 fu una cosa incredibile, ricordo che chi era accanto a me sembrava non ci credesse. Poi ricordo la cavalcata in Conference League, o la semifinale vinta col Bayer Leverkusen: pensare che cosa ha fatto Mourinho con quella squadra, secondo me limitata, mi sembra a posteriori una vera impresa: José mi ha esaltato tanto, ha dato una ventata di romanismo. Sembrava incredibile che un uomo che ha fatto così tanto con grandi club avesse capito appena arrivato qui quali corde toccare col tifoso dela Roma. Anche quello che aveva creato allo stadio ,sono cose che - al di là delle critiche che magari faceva qualcuno - me lo fanno ricordare come un grande condottiero. Questi sono gli avvenimenti principali, anche se nel passato non abbiamo avuto chissà che storie".
Che attore sceglieresti per interpretare José Mourinho?
"Dopo aver visto Javier Bardem in Monsters forse lui".
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