Interviste

Giorgio Sandri: "Totti ha lasciato un segno nel mio cuore. È stato vicino alla nostra famiglia"

Le parole a Radio Romanista: "Francesco è stato un grande dentro e fuori dal campo. L'entrata in Curva Sud al derby nel 2007/2008 non la scorderò mai"

PUBBLICATO DA La Redazione
16 Novembre 2024 - 09:44

Intervenuto sulle frequenze di Radio Romanista, durante la trasmissione Unico, Giorgio Sandri ha parlato nel ricordo di suo figlio, Gabriele. Di seguito l'intervista integrale:

Lunedì scorso è stato il diciassettesimo anniversario di quella giornata maledetta. 

"Sono passati 17 anni, ma sembra sia successo ieri. Non so quale sia il miracolo, ma Gabriele ancora oggi è ricordato da tutti. Non solo dai tifosi della Lazio, ma dai tifosi della Roma, dell'Inter, del Milan... questo per noi è stato un motivo per andare avanti e cercare la verità per quello che era successo. Ci ha aiutato ad andare avanti, la perdita di un figlio è difficile anche solo da contemplare".

Una cosa del genere non c'entra niente col tifo, sarebbe potuto capitare a chiunque.

"Senza dubbio, chiunque di noi poteva essere Gabriele Sandri. Lui in quel momento tutto poteva immaginare meno che andasse incontro al suo destino. Il destino ha voluto che incontrasse Spaccarotella e che facesse quel gesto inconsulto, da brividi. Pensare di sparare in autostrada, da una parte all'altra... in quel momento poteva passare chiunque, c'era anche un deposito di gas, sarebbe potuto succedere un qualcosa che poi "per fortuna" non è successo. Purtroppo l'appuntamento col destino, brutto, ce l'ha avuto Gabriele. Sono 17 anni che piangiamo Gabriele, che comunque viene ricordato quotidianamente insieme a tutti gli amici e i conoscenti. Ancora oggi è ricordato e a noi aiuta senz'altro ad andare avanti".

Nel giorno dell'addio al calcio mi ha colpito un tuo messaggio nei confronti di Totti. Che tipo di rapporto avete instaurato?

"Sono stato fortunato a conoscerlo. Tutto immaginavo, tranne che fosse un ragazzo veramente eccezionale. Si è dimostrato un grande, oltre che sul campo anche nella vita. Con noi è stato sempre attento, vicino e affettuoso. Quasi quasi mi faceva diventare della Roma...(ride, ndr). A parte gli scherzi, ha lasciato un segno nel mio cuore".

Quel derby di ritorno nel 2007/2008 in cui Totti e Rocchi andarono sotto la Curva Nord con lo striscione per Gabriele. L'ingresso in Curva Sud, idea fortemente simbolica e di impattoù

"Ho provato un'emozione che difficilmente ho provato. Entrare in Curva Sud ed essere accolto con tutto quell'amore... mai avrei pensato. Anche adesso a parlarne, mi corrono i brividi per tutto il corpo. È stata una cosa meravigliosa, inspiegabile. La vicinanza dimostrata, tutto il contesto, è stato tutto al di là della partita. Vedere Totti andare sotto la Curva Nord e io in Curva Sud, è stato bello. Bello, bello. Me lo porterò per sempre con me, è stato qualcosa di magico".

Sei più tornato allo stadio?

"Qualche volta sì. Anche quando si è ricordato Di Bartolomei. Ho avuto di conoscere un altro vostro grande capitano, Daniele De Rossi. Anche lui è stato molto carino e affettuoso con me. Devo dire che non mi immaginavo tanto affetto, sono dei ragazzi meravigliosi a cui sono molto legato".

La Fondazione Gabriele Sandri?

"La cosa che mi rende più orgoglioso è la creazione di un gruppo di donatori. È la cosa più bella in assoluto, aiutare nel ricordo di Gabriele. Di iniziative ce ne sono state tante, ma questa è quella che porto con me".

C'è un altro Gabriele Sandri, tuo nipote. 

"Sì, si somigliano. Al di là di questo, mi ricorda Gabriele anche nel carattere. Anche nella fede calcistica, anche se in questi anni i miei consuoceri hanno provato a fargli cambiare idea. A parte tutto, in questa città è successo qualcosa di magico per Gabriele, ha aiutato tutti ad essere più attenti e a vivere il calcio in maniera positiva".

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