Interviste

L'avvocato Contucci: "Serve qualcuno che conosca la realtà della Roma"

Le parole a Radio Romanista: "Questo club non è un supermercato, c'è bisogno di persone adeguate. Quello della Curva è un segnale in una partita importante"

(MANCINI)

PUBBLICATO DA La Redazione
19 Ottobre 2024 - 12:19

L'avvocato Lorenzo Contucci è intervenuto sulle frequenze di Radio Romanista, nel corso della trasmissione "Quando viene sabato", per parlare della protesta della Curva Sud in Roma-Inter. Ecco le sue dichiarazioni.

Continua la protesta da parte della Curva, domani altri 15 minuti di silenzio. Mai come questa volta la protesta è molto chiara verso la società.

"Sì. Qualcuno non aveva capito verso chi fosse diretta, ora la Curva ha chiarito. Le proteste non possono durare un battito di ciglia. Non si ha avuto l'impressione di un cambio, al di là del comunicato e delle parole di Ghisolfi a Monza, da un punto di vista societario; anzi, la proprietà sembra distratta da altre faccende. I Friedkin sembravano essere attenti. E invece ora ci si sente un po' dimenticati".

La protesta ha la stessa natura di Roma-Udinese? Qualcuno è rimasto confuso dai fischi ai giocatori.

"Se ti trovi dentro la Curva ti rendi conto di chi fischia. Dall'esterno si pensa che la contestazione sia anche rivolta ai giocatori. C'è stata, per un tipo di atteggiamento che non è piaciuto, la protesta verso i calciatori. Ma la contestazione era rivolta principalmente alla società. La gente voleva qualcosa di più incisivo. La famiglia Friedkin è comparsa anche in questo comunicato diffuso dalla Sud e si pretende un cambio di rotta, un ritorno al passato. Prima ci si girava verso la tribuna e i Friedkin non parlavano, ma erano presenti. Questo silenzio, però, si è rivelato un boomerang, specie quando ci sono soprusi arbitrali. Lì serve qualcuno che parli italiano".

Serve un cambio di rotta, ma la presenza non può bastare. Che cosa si intende?

"Si intede, almeno per me, che una società che si chiama Roma ed è della città di Roma ha una forte identità. È necessario che ci siano riferimenti di questo tipo. Non si può affidare il merchandising a chi non sa che cosa sia la Roma. La Roma non è un supermercato. È un'azienda che ha elementi che solo il calcio può dare. Questo manca. Il discorso del merchandising è improponibile per la realtà romana. Anche sotto il profilo dei consigli: se ci fosse stato un consigliere serio, una cosa come quella di De Rossi non sarebbe mai avvenuta. Serve qualcuno che dica: 'State sbagliando'. Sembra che tutto sia delegato a qualcuno che non conosce la realtà romana".

L'atteggiamento è sempre stato lo stesso, silenzio assoluto. Le uniche parole sono state quelle di Ryan Friedkin con Gualtieri, che lo ha praticamente spinto a parlare. Ma all'inizio era apprezzata questa cosa. Poi a lungo andare è servita la presenza, che però è mancata. Credi che un dirigente possa bastare? Magari uno alla Marotta.

"Assolutamente sì. All'inizio il silenzio ha fatto piacere perché c'erano i fatti e sono state messe a tacere le persone che acquisivano informazioni e 'storpiavano' le parole. Ora serve una persona adeguata in un settore strategico. Non serve solo chi mette la faccia quando ci sono torti arbitrali. Ad esempio, parlo di merchandising: serve qualcuno che sia esperto e che abbia qualcuno vicino che lo consigli e che dica: 'Quella felpa ha i colori della Lazio'. Ci sono stati errori abnormi. L'impressione è che la Roma stia diventando una scatola vuota. E avendo acquisito l'Everton, che sta costruendo un impianto già pronto, l'impressione è che la proprietà possa mettere da parte la Roma".

Come si risponde?

"Il ritorno a Roma-Udinese, con i 15 minuti fuori, è per un segnale in una partita importante come quella contro l'Inter. Alla Roma ha dato fastidio; c'è stata la polemica sulle telecamere che non hanno inquadrato la Curva vuota. Il tifoso, per farsi sentire, tace o resta fuori dallo stadio".

Le forme di protesta sono rinunce a qualcosa.

"Se non vedo un quarto d'ora di partita mi sento male, poi si tratta di Roma-Inter!".

Questo avvalora la protesta.

"Si rinuncia per avere qualcosa di meglio in futuro".

E su chi parla dello stemma come un argomento superato?

"Ognuno ha le sue opinioni. È una voce che viene reclamata dalla parte più fedele e non portata avanti solo dai tifosi della Roma. I sostenitori dell'Atletico Madrid hanno portato avanti una sommossa popolare per riavere lo stemma; la stessa cosa è accaduta in Inghilterra. Non può essere recepita come una battaglia provinciale. Per quanto riguarda lo stemma, c'è l'alibi di Roma conosciuta in tutto il mondo al contrario della Lupa. Ma questo è smentito dal fatto che si usa anche il Lupetto di Gratton".

La protesta è un invito a tutto lo stadio.

"È su base volontaria. Sappiamo che c'è gente che entra, chi vuole aderire rimane fuori".

Che cosa ti aspetti domani?

"Dalla Roma possiamo aspettarci di tutto. Tutti dicono che passano gli anni, ma i problemi sono sempre gli stessi, anche per quanto riguarda le prestazioni. A Torino si arriva allo 0-0 contro la Juventus, con l'Empoli si perde in casa. Mi aspetto di tutto, dalla goleada dell'Inter alla la vittoria schiacciante della Roma".

E se dovessi indicare un giocatore da cui ti aspetti qualcosa in più?

"Per scaramanzia non leggo mai le formazioni prima. Mi aspetto che i romani ad honorem, e tutti sanno a chi mi riferisco, diano la scossa e mettano a tacere i fischi".

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