Interviste

Graziano Cesari: "Non fischiare il rigore su Baldanzi è una follia"

L'ex arbitro a Radio Romanista: "Non c'è solo il pestone, ma anche un'altra infrazione di Kyriakopoulos. È il buon senso che ti porta a valutare falloso l'intervento"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
07 Ottobre 2024 - 19:35

L'ex arbitro e ora commentatore arbitrale, Graziano Cesari, è intervenuto sulle frequenze di Radio Romanista durante Secondo Tempo per commentare l'errore arbitrale avvenuto in Monza-Roma. Di seguito l'intervista.

Perché non è rigore il contatto tra Kyriakopoulos e Baldanzi?

"È una follia regolamentare. Un pestone è un pestone. Assolutamente, non esiste un tipo di pestone più o meno grave. Lo step on foot è punibile. Questo dovrebbe eliminare tutti i dubbi. Gli arbitri si fanno troppe seghe mentali. Come si fa a non fischiare un rigore del genere? L’arbitro era anche vicino a Baldanzi. Lo si vede a milioni di chilometri di distanza. Non solo viene pestato il piede di Baldanzi, viene colpito anche con la gamba. Non ha permesso a Baldanzi di prendere la posizione, è rigore. La soluzione a tutto era facilissima, ovvero fischiare il rigore".

Ci si concentra sul pestone, ma il calciatore del Monza arriva in corsa e con la gamba sinistra e gli dà quasi un calcio.

"Tu sei un difensore che sta difendendo la propria porta con un pallone vacante e il pallone probabilmente finisce tra i piedi del giocatore della Roma. Lì vengono commesse due infrazioni, si vede dal campo. È evidentissimo. È il buon senso che ti porta a fischiare. Vorrei capire chi dal campo non avrebbe fischiato questo rigore, anzi in molti si sono asciugati il sudore come per dire 'menomale che non lo ha fischiato'. Solo La Penna, e questo è un grande problema. Abbiamo detto che non ci interessa più la territorialità del direttore di gara, ma si è così bravi da dimenticare quello che si ha in casa?".

Il discorso territorialità è stata presa come una conquista per gli arbitri. Credo che un arbitro più sia sereno e più arbitri bene. La Penna è di Roma e arbitra una partita della Roma in trasferta… con Nesta sulla panchina del Monza che aveva fatto anche una battuta in conferenza stampa. Può non essere condizionato?

"Esatto, è proprio questo il problema. Questa è una grande conquista, il riconoscere la professionalità degli arbitri. Ma siamo in grado di farlo? L’unico arbitro che ha arbitrato un derby di milano con sezione a Milano è stato Casarin. Poi non si è più ripetuta questa cosa. Serve equilibrio, auto controllo, io non l’ho mai provato ma credo ci sia difficoltà. Io sono genovese, ma sono nato a Parma e a Parma-Milan, Asprilla ha battuto i rossoneri all’84’ su punizione. Capello in conferenza stampa ha detto, battuta o non battuta, che il Parma avesse vinto perché si era portato l’arbitro. Ma io sono nato a Parma solo perché mia madre ha partorito a Parma".

Perché il Var non è intervenuto?

"Grande domanda. Non è neanche un Var così giovane, ma super esperto, Aureliano. Che non deve mettersi in competizione col direttore di gara. Ha una serie di partite infinite in Serie A e Serie B. Cosa può chiedere alla sua carriera? Di chiuderla bene. Perché non può chiedere nessun altro traguardo che non sia quello. Visto che internazionale non sarà mai, partite importantissime non le arbitrerà mai. Che problema si poteva porre a intervenire? Non c’è. Lui è lì per aiutarlo, per dargli una mano (a La Penna, ndr). Era talmente evidente, non avrebbe dovuto lasciarlo in campo in mezzo ai giocatori. Non riesco a capire questa situazione. Ci sono i varisti specializzati, arbitri internazionali, esperti e meno esperti, e poi ci ritroviamo sempre qui a parlare degli episodi in cui non si riesce a ottenere una buona collaborazione tra Var e arbitro in campo. Può darsi che mi sbagli, è una mia idea personale, ma questo punto il materiale umano non è eccellente. Collina ha fatto la storia dell’arbitraggio, poi è arrivato Rocchi che ha fatto molto bene. È arrivato Orsato che ha fatto molto bene, ci sono esempi positivi. Possibile che si voglia emulare sempre la parte negativa?"

Ormai tra proiezioni e riscontri non sembra più calcio. Noti un problema tecnico o di personalità? 

“Il salto tra categorie è diverso, che sia Serie A, B o C. Al di là di quello che puoi imparare, è l’ambiente che ti circonda ad essere diverso. La velocità del gioco. Al designatore non dovrebbe importare niente nelle valutazioni, l’obiettivo dovrebbe essere una selezione più netta. Se non vai bene dopo 1 o 2 anni, ti lascio a casa. E mi dispiace, ma se non vai bene non posso aspettarti. Ci sono le maratone, le marce, le biciclette, il tennis…”.

(In aggiornamento)

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