Interviste

Lucchesi: "Il tifoso della Roma merita chiarezza"

"Bisogna dire ai romanisti quali sono le ambizioni del club per il prossimo campionato e precisare le intenzioni dei proprietari sull’eventuale acquisto dell'Everton"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Davide Fidanza
02 Luglio 2024 - 07:00

Fabrizio Lucchesi, ex direttore generale della Roma Campione d’Italia della stagione 2000-2001, ha rilasciato un’intervista ai nostri microfoni nella quale ha parlato della costruzione della nuova Roma di De Rossi, dell’eventuale acquisto da parte dei Friedkin dell’Everton, dell’Europeo dell’Italia e del CT Luciano Spalletti con il quale conserva un ottimo rapporto. Andando con ordine, l’ex direttore generale ha voluto fare i complimenti a De Rossi per i suoi primi 6 mesi da allenatore  augurandosi che la proprietà possa in qualche modo costruire attorno alla sua figura una squadra che si addica alle sue esigenze, sperando inoltre che il club possa fare chiarezza al più presto sulle reali ambizioni della squadra e sulle intenzioni che ha la società per il futuro.


Che idea si è fatto della Roma di De Rossi e come la vede per la prossima stagione? 
«Intanto voglio iniziare facendo tantissimi complimenti a Daniele per questi 6 mesi da allenatore. Ha fatto meglio di quanto era lecito aspettarsi. Ha preso in mano una situazione che era difficilissima coniugando il suo temperamento, la sua fede giallorossa, le sue capacità tecniche e caratteriali mettendo tutto insieme riuscendo a portare in fondo una stagione con risultati eccellenti con una squadra che era destinata allo sfascio. Adesso però bisogna fargli la squadra, perché sennò siamo punto e a capo. Se gli faranno la squadra farà bene perché ha dimostrato di essere veramente un allenatore con la A maiuscola».

La Roma sembra intenzionata ad una campagna acquisti fatta di Under 25, per lei può essere la scelta giusta?
«Dipende da cosa vuole fare la Roma. Se vuoi alzare l’asticella, perché non sei una squadra come le altre per via della tradizione calcistica e del blasone della squadra non puoi fare una campagna acquisti estremamente basata sui giovani. Dipende da dove vuoi posizionare l’asticella, perché poi può essere anche bello, romantico, magari fai anche qualche plusvalenza a fine anno ma fai fatica a raggiungere certi traguardi. Io credo che in questo la società deve essere molto chiara e conoscendo il popolo giallorosso so che se si è sinceri e le cose vengono dette con chiareza sanno accettare ogni situazione. Però ci vuole chiareza. Perché se pensi di vincere il campionato e prendi solo giovani il campionato non lo vinci e De Rossi lo mandi a casa a ottobre o novembre e questo non vorrei che succedesse».

Cosa ne pensa dell’eventuale acquisto da pa parte dei Friedkin dell’Everton? 
«Da tifoso della Roma un po’ di incertezza onestamente ce l’avrei. Non posso dire che sia sbagliato che il presidente tratti l’Everton perché noi 25 anni fa con Sensi siamo stati i primi in Italia ad avere tre società e usavamo questo circuito di società per fare il bene della società madre che era la Roma. Avevamo il Nizza, il Foggia e il Palermo insieme alla Roma però era tutto finalizzato alla Roma. Con l’Everton mi viene da pensare un po’ male perché con le cifre che girano in Inghilterra non vorrei che diventasse l’Everton la squadra che sta in cima alla filiera. Io ho sempre preferito le società che parlavano poco facendo parlare i fatti ma ora  bisogna dare qualche risposta e fare chiarezza su questo. Il tifoso romanista accetta ma non vuole essere preso in giro. La fiducia al buio alla società il popolo giallorosso gliel’ha data con i 38 mila abbonamenti al buio, sulla fiducia. Ora c’è bisogno che questa fiducia qualcuno la ripaghi perché sennò si rischia la confusione che non porta punti».

Non è un periodo facile per il calcio italiano. Gli Azzurri hanno disputato un ottavo deludente uscendo agli ottavi con la Svizzera. Visto il suo rapporto con Spalletti, come ha giudicato il suo operato?
«Che non fosse una squadra forte lo sapevamo già. Che avesse dei limiti lo sapevamo altrettanto. Quando Luciano divenne il Commissario Tecnico dell’Italia io ci parlai in privato, gli dissi che era l’incarico più bello del mondo ma che purtroppo non aveva una squadra forte. Lui cercando di tirare fuori il meglio da quello che aveva a disposizione probabilmente ha fatto l’allenatore, ma il mestiere del selezionatore è un altro. Il Commissario Tecnico è un altro mestiere, servono delle accortezze diverse.  Lui è un grandissimo allentore e per sua stessa ammissione lui dice che forse avrebbe dovuto fare qualcosa di diverso. Poi non dobbiamo dimenticarci che noi andiamo agli Europei perché all’Ucraina non viene dato un calcio di rigore solare nella partita decisiva contro di noi, perché altrimenti avremmo saltato anche questa manifestazione e quindi stiamo parlando di una squadra che ha indiscutibilmente dei valori mediamente bassi».■

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