VIDEO - De Rossi: "Non ci sarà un centimetro al di sotto di alcune magiche serate che abbiamo vissuto"
L'allenatore della Roma è a Rimini per "The Coach Experience’", evento organizzato dall’Aiac in cui, da anni, si confrontano i vari allenatori italiani
Oggi alla Fiera di Rimini si è tenuto l'ultimo giorno di The Coach Experience, il consueto appuntamento organizzato dall'Associazione Italiana Allenatori di Cacio, all'interno del quale allenatori di tutta Italia seguono un programma di aggiornamento tecnico. A margine dell'evento Daniele De Rossi ha parlato ai microfoni di Radio Romanista. Queste le parole del tecnico giallorosso:
Manca una settimana all’inizio degli Europei, che sensazioni hai?
“Una sensazione di grande unione all’interno del gruppo, sono sicuro che l’entusiasmo che avranno i ragazzi sarà quello delle migliori cavalcate azzurre. Ci sono tante squadre forti, noi siamo una di queste. Faccio un grande in bocca al lupo ai ragazzi, hanno un allenatore al quale voglio particolarmente bene e anche tanti di loro, ho un affetto particolare verso questa Nazionale”.
Venendo alla Roma, come ti approcci a questa prima stagione in cui partirai da allenatore titolare senza subentrare com’è successo sei mesi fa?
“Mi approccio a questa novità con grande entusiasmo, con tanta presenza, forse troppa perché sto tutti i giorni al campo però c’è bisogno di stare lì, di scambiarsi opinioni con il direttore, la società. Ieri abbiamo fatto una riunione su quelli che sono i nostri obiettivi e quello che sarà il nostro futuro. Magari tra dieci anni prenderò una vacanza e mi allontanerò da Roma ma per il momento voglio stare qui, ho bisogno di stare qui”.
Sei entrato in questo valzer delle panchine: quest’anno quasi tutti i club hanno cambiato allenatore nel corso della stagione, ma molti non rimarranno anche il prossimo anno, che effetto ti fa essere un po’ il superstite?
“Ogni anno cambiano tanti allenatori, alcuni sono cambiati perché hanno fatto talmente bene che hanno avuto opportunità migliori. Il calcio è così, ormai gli allenatori cambiano spesso, bisogna essere bravi per mantenere la panchina o se sei troppo bravo magari ti capita qualcosa di ancora più in alto e quindi c’è sempre qualcuno che può prendere il tuo posto”.
Come Simone Inzaghi o Thiago Motta?
“Sì ci sono anche tanti altri allenatori bravi, Inzaghi non è il primo anno in cui ha fatto bene secondo me è migliorato lui, sono migliorati i risultati, ha migliorato i giocatori e il modo di giocare in un modo impressionante. Thiago Motta ha fatto qualcosa di incredibile, ha fatto parlare tutto il mondo di sé stesso. Lui insieme a tutto il club ovviamente, perché il Bologna sta lavorando benissimo. Ma ci sono tanti altri allenatori che hanno fatto grandi cose, alcuni sono stati premiati con piazzamenti importanti, altri non hanno potuto gioire la fine ma secondo me hanno fatto vedere cose molto importanti”.
Peccato solo che la grande stagione europea delle squadre italiane non abbia portato la Champions per un soffio
“Possiamo dire che sia stato per un soffio ma possiamo dire anche che c’era una netta differenza con la squadra che ci ha battuti. È stata migliore di noi soprattutto nelle due partite, quindi se diciamo che è stato per un soffio possiamo stare tranquilli che l’anno prossimo la vinciamo noi; se invece ci rendiamo conto che c’erano delle differenze e che abbiamo tante cose da migliorare magari faremo qualcosa di meglio”.
Sei qui al The Coach Experience, che effetto ti fa salire su un palco, dopo tanto studio in questi anni, e parlare con tanti allenatori?
“Intanto lo studio non finisce, io continuo a studiare. Prima di salire ho chiesto se quella fosse una lezione, perché se così fosse stato me ne sarei andato, io non mi considero un maestro. Se invece magari è un interscambio allora possiamo arricchirci a vicenda, penso che si possa imparare dappertutto. Il concetto che chi allena in Serie A è più bravo rispetto a chi allena in B o in C è un concetto tanto arretrato, soprattutto nel calcio di oggi dove c’è tanta analisi, tanta televisione che ci fa vedere moltissime cose. Vai nelle categorie minori e vedi cose fantastiche, quindi c’è da prendere spunto gli uni dagli altri e io porterò qualche mia esperienza, spero di essere utile come lo sono stati tanti allenatori che sono passati da Coverciano quando facevamo le nostre varie lezioni e corsi e mi hanno lasciato sempre qualcosa, a volte puoi anche trovare qualcuno che non ti piace e ti lascia qualcosa lo stesso. Se sei pronto e hai la mente aperta impari dappertutto”.
Il primo approccio che hai avuto con il nuovo direttore sportivo Ghisolfi? Hai detto che state facendo delle riunioni molto proficue
“Stiamo lavorando bene, ci siamo trovati bene. È una fortuna perché non ci conoscevamo, veniamo comunque da due paesi diversi quindi poteva succedere tutto, invece ci siamo incastrati bene sia con lui che con Simone, il suo collaboratore. si sono uniti alla grande al gruppo che già c’era, che faceva parte della società con Lina, Maurizio e quelli che stanno a Trigoria che hanno lavorato con me in questi sei mesi”.
Che Roma immagini possa essere quella del prossimo anno? Siamo in una fase di costruzione, per cui immagino che tanti nomi che leggi sui giornali non faranno parte della rosa della prossima stagione, ma che Roma pensi di poter regalare ai tifosi nella prossima annata?
“Io cercherò di regalare la Roma come l’ho regalata l’anno scorso, la squadra deve avere delle attitudini e degli atteggiamenti positivi in campo. Quando ho parlato di fame, a volte il concetto di “fame” può racchiudere tante cose, è un po’ troppo generico, però se si parte dalla voglia di sentirsi di diventare un po’ migliori di ciò che siamo stati quest’anno appena concluso, si parte dalla base giusta. Non c’è un centimetro al di sotto di quello che abbiamo visto, delle magiche serate che abbiamo vissuto, che io possa accettare. Non posso accettare niente di meno dei vari Roma-Lazio, Roma-Brighton, Roma-Milan e tante altre belle partite che abbiamo fatto, come atteggiamento e come prestazione, ovviamente cambierà qualcosa, tutte le squadre cambiano giocatori, comprano qualcosa di diverso o aggiungono qualcosa che magari come caratteristiche possono mancare adesso”.
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