Edoardo Leo: "De Rossi vuole il bene della Roma. L'appartenenza è fondamentale"
L'attore: "L'affetto e il sentimento di tutta la città nei suoi confronti mi commuove. La sua è una storia bella che spero possa diventare bellissima"
Edoardo Leo, noto tifoso romanista, è intervenuto sulle frequenze di Radio Romanista. Di seguito l'intervista.
Come lo stai vedendo daniele de rossi?
"Con lui sono troppo di parte. Per lui c'è un affetto che va al di là del fatto che sia stato il capitano della mia squadra del cuore e uno dei giocatori che ho amato di più. Ci conosciamo, ci scriviamo dopo le partite. Sono felice per lui, prima ancora per ciò che sta facendo come allenatore c'è l'affetto per la persona che è. È una persona coerente, va dritto per la sua strada. Quello che gli sta succedendo di bello mi commuove, sia per l'affetto che ho nei suoi confronti, sia perché si tratta della mia squadra del cuore. Io non voglio perdere mai un certo entusiasmo. Da un po' di anni sono diventato amico di uno dei miei più grandi idoli fin da bambino, Bruno Conti. Quando mi squilla il cellulare e leggo il suo nome mi fa ancora strano, penso non sia normale. Per me Bruno Conti era un supereroe, viveva nell'Iperuranio. Quindi quando mi arriva una chiamata da Bruno Conti o quando mi arriva un messaggio, e leggo DDR, io provo ancora quella sana emozione di tutti i tifosi e non voglio che finisca mai".
Dove può arrivare secondo te?
"Non voglio fare l'uccello del malaugurio, ma secondo me ci sono le basi per iniziare un ciclo. Quello che sogno da tifoso e da amico è di vedere Daniele fare il manager della Roma alla Ferguson, per tanti anni. Credo che sia la persona giusta nel posto giusto. Penso a tutte le squadre in cui gli ex idoli hanno avuto posti di rilievo nelle squadre e hanno sempre portato qualcosa di straordinario. L'appartenenza, soprattutto per noi della Roma, è un qualcosa di fondamentale. Ultimamente ce ne eravamo un po' dimenticati, ma l'appartenenza conta. So che un allenatore come Daniele, non vuole solamente il suo bene come allenatore, ma vuole soprattutto il bene della Roma".
C'è un aggettivo per definire i primi 80 giorni di DDR sulla panchina della Roma? E come ti aspetti possano essere i prossimi fino a giugno?
"Penso che quelli che abbiamo vissuto finora siano inaspettati, spero che i prossimi saranno sorprendenti. Sarebbe bello vincere, prima però bisogna porre anche le basi. In ogni caso, anche quando non vinci ma senti che sulla panchina c'è qualcuno che vuole bene alla tua squadra del cuore... io resto tifoso come tutti gli altri, quindi questa cosa mi commuove. Resto Edoardo bambino che va allo stadio e che giovedì sera è a San Siro per vedere la Roma. Come disse anche una volta Daniele, ricordiamoci anche quando perdiamo che siamo fortunati, perché siamo nati romanisti".
Hai giorni di riprese in programma per il periodo che coincide con Dublino?
"Ti dico una cosa, c'erano giorni di set e stavo girando "Il clandestino" quando avevo un volo per Budapest. Io ho avvertito tutti che in quei giorni non sarei stato presente. Mi hanno risposto che sarebbe stato impossibile poi per i tempi e per le riprese, ma ho precisato che la mia non fosse una domanda. Il rientro poi è stato traumatico, ma non voglio nemmeno pensarci. Ora la testa è a Milano. C'è un sentimento per De Rossi da parte di tutta la città... non voglio fare troppo il sentimentale ma ci sono cose che non passano mai. Daniele è un ragazzo che sta allenando la Roma: noi tifosi spesso abbiamo provato più affetto per allenatori che non ci hanno fatto vincere trofei. Io ho esultato come un pazzo con Capello, però se mi chiedi a chi voglio più bene, ti dico Ranieri. Se mi chiedi un allenatore della Roma, penso a Mazzone. Io credo in questo affetto, in questo amore verso questo tipo di esempi. È un qualcosa che ti resta per tutta la vita, e Daniele sta già mettendo le basi per rimeritarsi, come se già non bastasse quello che ha fatto da calciatore, l'affetto dei suoi tifosi. È una storia bella, speriamo diventi bellissima".
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