Nuovo Stadio, Veloccia: "Per il progetto definitivo ci vorrà qualche mese"
Le parole dell'Assessore all'urbanistica a Radio Romanista: "Spero che entro l'anno si possa avere un quadro definitivo che sia stabile e strutturato"
L'Assessore all'urbanistica di Roma, Maurizio Veloccia, è intervenuto a Radio Romanista per fare il punto della situazione sul nuovo stadio della Roma. Di seguito le sue parole.
Non c'è il pericolo che si stia un po' sorvolando la questione dei costi?
"Per quanto riguarda il tema della realizzazione delle opere, la cosa è più semplice di come è stata descritta nei giorni scorsi. Le opere che verranno realizzate dalla Roma, usiamo la Roma perché oggi è proponente ma essendo il progetto su un'area pubblica ci dovrà essere una gara, non per chi costruirà lo stadio ma per chi sarà il concessionario dello stadio. Nel senso che la Roma oggi è un proponente, ma essendo un project financing su area pubblica noi dobbiamo mettere a gara il progetto e teoricamente potrebbe partecipare anche qualcun altro. Se sarà come ci si immagina la Roma il concessionario, sarà quest'ultimo a dover realizzare tutte le opere pubbliche fatte con i soldi dell'urbanizzazione. Siccome sono soldi pubblici che non vengono versati nelle casse del comune ma in quelle della Roma, la Roma dovrà seguire le procedure del codice dei contratti. Quindi non sarà il comune che farà le gare, che sceglierà i contraenti, ma il concessionario, che dovrà farlo seguendo regole di trasparenza: quindi dovrà fare una gara, un capitolato, un'attività pubblicistica. Poi gestirà sempre la Roma tutte le attività di appalto e sarà lei responsabile della realizzazione delle opere".
Se il proponente non dovesse pareggiare delle offerte per lavori ritenuti necessari e quindi assegnare appalti a terzi, si allungherebbero i tempi?
"La voglio rassicurare. Ovviamente stiamo parlando di un progetto molto complesso e molto costoso, credo sia il progetto da un punto di vista economico più importante che c'è su Roma. Il lavoro di questi mesi delle commissioni è stato importante perché sono state sviscerate tutte le questioni elencate prima, dando anche un ordine di priorità a quelle questioni ritenute inderogabili. A me pare che non ci sia stata da parte di nessuna forza politica, e sicuramente non da parte della maggioranza, il tentativo di utilizzare lo stadio della Roma per chiedere altro, ma per circoscrivere quelle condizioni imprescindibili perché sia garantito l'interesse pubblico. Ad esempio il tema dell'ospedale Pertini, che sia sempre pienamente accessibile, il tema di rafforzare il trasporto pubblico su ferro perché già oggi è un'area fortemente congestionata, garantire il parcheggio per chi arriva in macchina. Sono tutte questioni di buon senso che la Roma già conosceva come requisiti da rispettare e sapeva che i costi dovessero essere poi supportati da chi propone il progetto. Quindi non vedo un problema, è ovvio che se ci fossero state richieste fuori contesto o improponibili sarebbe venuta meno anche la logica che sta alla base di un progetto che prevede la costruzione dello stadio e nient'altro. Voglio ricordare che la cosa importante ed innovativa è che andiamo a realizzare uno stadio e non palazzine, centri commerciali, centri direzionali, quindi non andiamo a scambiare opere pubbliche con moneta urbanistica. Nelle cose che chiediamo sono presenti solo le cose fondamentali che abbiamo detto all'inizio e che devono essere garantite dalla Roma, che quindi verranno circoscritte e meglio specificate nella delibera".
L'ulteriore verifica sul pubblico interesse può inficiare il parere precedente?
"In realtà nella delibera attuale è precisato che la conferenza dei servizi decisoria è il luogo in cui si decide se si fa o meno l'opera. Perché oggi noi non stiamo dicendo se si fa l'opera ma che c'è un interesse pubblico a fare lo stadio a Pietralata. Poi la decisione avverrà nell'ambito di una conferenza tecnica che dovrà verificare che tutte le prescrizioni siano state assolte dalla Roma. Roma Capitale parteciperà a questa conferenza dei servizi con il sindaco. Il sindaco deve essere autorizzato dall'assemblea capitolina, come già previsto. Noi abbiamo aggiunto che la delega al sindaco non deve essere automatica ma una delega che si basa sul fatto che gli uffici di Roma Capitale hanno fatto un'istruttoria rispetto al progetto definitivo e quel progetto è corrispondente alle prescrizioni date. Se non si fossero assolte le condizioni delle prescrizioni definite in fase di conferenza dei servizi preliminare, gli uffici stessi non darebbero parere positivo e dunque si interromperebbe l'iter. Il ruolo dell'assemblea è quello di ratificare questa verifica e mandare al sindaco la rappresentanza dell'assemblea in conferenza dei servizi decisoria. È un passaggio importante ma che non si basa su una scelta politica dell'assemblea, bensì sulla verifica che effettivamente quelle prescrizioni siano assolte".
In quest'ultima fase il dialogo con la Roma è rimasto costante? La Roma si sta già adeguando a queste indicazioni?
"Il dialogo con la Roma ovviamente c'è, stiamo lavorando affinché si rendano chiare a tutti le condizioni che il progetto definitivo deve acquisire. Questo secondo me fa bene anche alla Roma, è ovvio che stiano già lavorando sui tantissimi pareri giunti e sulle questioni poste, però avere anche indicazioni dall'assemblea capitolina sui principi e indicazioni ritenute inderogabili credo che possa aiutare anche il soggetto proponente. Il dialogo sta continuando perché la Roma sta continuando a lavorare, delle criticità sono note e la Roma ci sta già lavorando. Noi abbiamo sollecitato la società a lavorarci perché soprattutto nei temi della mobilità è necessario fare un lavoro condiviso con tutti isoggetti che gestiscono la mobilità a Roma. Da quella sul ferro e quindi ATAC, al dipartimento della mobilità, all'agenzia della mobilità, alle ferrovie per la gestione della Tiburtina e del trasporto su ferro locale-regionale. Quindi si sta già lavorando anche sull'incremento dei parcheggi, una delle altre questioni poste è l'evidenza che noi dobbiamo rafforzare e tentare di trasformare culturalmente i nostri tifosi che vanno tutti in macchina a tifosi che possono raggiungere lo stadio attraverso i mezzi di trasporto, ma è altrettanto evidente che ci saràuna percentuale che continuerà a raggiungere lo stadio con i propri mezzi e dobbiamo garantire che non ci sarà un'invasione di macchine nei quartieri. La Roma sta già lavorando su queste questioni che già conosce, anche perché sono state poste pubblicamente da tanti consiglieri in tante commissioni. Abbiamo sempre tentato di garantire la massima disponibilità delle informazioni per evitare una narrazione sbagliata. Dobbiamo passare da un progetto preliminare a quello definitivo, quindi sarà un lavoro che non richiederà qualche giorno ma diversi mesi di lavoro".
Si è fatto un'idea di quanto tempo potrebbe servire alla Roma per presentare il progetto definitivo?
"Il progetto definitivo deve assumere tutti gli assensi per poter realizzare l'opera, quindi non può avere elementi di approssimazione. Il consiglio che do al proponente è di fare le cose affinché la conferenza decisoria possa andare avanti spedita, quindi non so dare dei tempi precisi. Penso qualche mese, quindi spero che entro l'anno si possa avere un progetto definitivo che sia stabile, strutturato e che possa avere assolto a tutti gli obblighi richiesti dai vari pareri prescritti così che si possa andare con fiducia in regione per l'assemblea decisoria"
Sarebbe soddisfatto se la conferenza si chiudesse entro l'anno?
"Sì, sarei soddisfatto".
È soddisfatto del dialogo che ha avuto con i consiglieri?
"Ma guardi, io sono molto soddisfatto. Abbiamo ricevuto pareri positivi dalle opposizioni, anche da parte di alcuni gruppi che non hanno votato positivamente, abbiamo ricevuto la disponibilità a lavorare per migliorare la delibera. Sono molto soddisfatto soprattutto del lavoro svolto nella maggioranza, nel senso che da parte dei consiglieri nn c'è stata mai una richiesta che non fosse al merito dello stato. Posso garantire che ci sia stato solamente un piano di merito formale, su cui per esprimere un interesse su un'opera da 600 milioni c'è una grande attenzione da parte dei consiglieri. Da parte di qualche consigliere c'era l'aspettativa che tutti i problemi potessero essere risolti in questa fase, casa auspicabile ma non realistica. C'è da parte di qualcuno la ricerca di uno stadio perfetto, ma sappiamo che dobbiamo partire dall'esistente: noi oggi abbiamo l'Olimpico, dobbiamo trovare un giusto compromesso tra la sfida di avereuno stadio moderno e quella ancora più grande di averlo all'onterno della città, garantendo sicurezza e vivibilità, avendo ben presente che stiamo migliorando la situazione. Io sono stato al derby e a Piazzale Clodio c'era una striscia dove i vigili dicevano di fermarsi per chi avesse problemi. Questa è la situazione che troviamo oggi, non la vogliamo replicare ma migliorarla. Dobbiamo però trovare anche un termine di ragionevolezza, che c'è stata da parte di tutti. Vedrete che gli emendamenti che verranno fatti saranno sul pezzo, nel merito delle questioni e che secondo me tutelano ancor di più l'interesse pubblico".
È ragionevole pensare che la seconda settimana di maggio possa essere quella decisiva per arrivare al voto finale?
"Domani ci sarà la conferenza dei capigruppo, che deciderà quando calendarizzare la delibera. Io sono convinto che nei prossimi giorni, ogni giorno è buono. Ci sono dei provvedimenti che sono stati istruiti in coda in assemblea capitolina, ma credo che nei prossimi 10/15 giorni riusciremo a portare a casa questo importante risultato. Un risultato di tutta la città, perché su quest'opera c'è una grande attenzione di tutta la città. Io credo che abbiamo affrontato questa attenzione con il giusto spirito. Uno spirito costruttivo, che non fa mai un passo indietro rispetto all'interesse pubblico e non fa voli pindarici che in passato non ci hanno poi portato ad una soluzione positiva".
© RIPRODUZIONE RISERVATA