Interviste

Carboni: "La società della Roma vuole fare grandi cose"

L'ex calciatore giallorosso è intervenuto ai microfoni di Radio Romanista: "Serviva una persona come Mourinho. La Conference ha avvicinato i tifosi"

Amedeo Carboni, calciatore della Roma dal 1990 al 1997, con indosso la maglia giallorossa

Amedeo Carboni, calciatore della Roma dal 1990 al 1997, con indosso la maglia giallorossa (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
07 Aprile 2023 - 17:20

"La società della Roma ha fatto un grande lavoro per riavvicinare le persone allo stadio, portando nella Capitale un allenatore come Mourinho". Amedeo Carboni ha parlato ieri ai microfoni di Radio Romanista: "Serviva una persona come lui, poi insieme al suo arrivo c’è stata anche la vittoria della Conference League e questo ha riavvicinato tantissimo i tifosi. Magari ad alcuni non piace il suo modo di giocare ma poi se alla fine ti porta a casa il trofeo sono tutti felici e nessuno guarda più alla tattica o ad altro. Sembra che la nuova proprietà voglia fare le cose in grande, speriamo che sia così". L’ex giallorosso ed ex blucerchiato è stato intervistato qualche giorno dopo Roma-Sampdoria, squadre in cui nel corso della sua carriera ha giocato e vinto. Due stagioni con i doriani, dal 1988 al 1990, e ben 7 con la Roma, dal 1990 al 1997. Anni lontani, in cui si giocava sicuramente un calcio molto diverso rispetto a quello di oggi. Proprio per questo è stato chiesto a Carboni il motivo per il quale, secondo lui, nel ruolo di esterno che era il suo ruolo naturale da calciatore, i giallorossi negli anni abbiano fatto fatica a trovarne di qualità: "Con l’evoluzione del calcio il ruolo puro oramai non esiste più. Abbiamo visto ali offensive, di sinistra o di destra diventare terzini. Anche io ero più difensore che attaccante, ma oggi in generale c’è poca specificità nel ruolo. Cuadrado è un esempio nel calcio di oggi", ha detto. Nel corso dell’intervista anche un ricordo del compianto Gianluca Vialli, scomparso il 6 gennaio del 2023: "Lo abbiamo visto soffrire, lo abbiamo visto combattere una malattia che è stata dura da sopportare nel corso di tutti questi anni. Chiaramente, tutti quanti ci siamo immedesimati nella forza della persona e la tragica fine deve aver colpito ognuno di noi". 

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