Zalewski: "Non mi piace la parola predestinato, c'è molta strada da fare ancora"
L'esterno giallorosso: "Mourinho mi ha aiutato nei momenti più difficili, ho un ottimo rapporto con Zaniolo, Dybala è uno dei giocatori più forti al mondo"
Nicola Zalewski, esterno della Roma, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Dazn nel programma "Piedi x Terra". L'ex Primavera ha parlato a proposito della Conference League, dei rapporti con i compagni di squadra e dei giocatori della Polonia. Durante l'intervista è stato anche riprodotto un videomessaggio di Bruno Conti. Di seguito le sue parole.
Torniamo indietro di un anno e mezzo, quanto è cambiato il tuo mondo?
“È cambiato tanto, è cambiata la mia vita in un anno e mezzo. È una cosa su cui ho lavorato fin da piccolo, sono contento di essere arrivato a questo punto ma so che è solo l’inizio”.
Cosa hai provato dopo la prima convocazione in Nazionale?
“Ero molto emozionato. Era a settembre dell’anno scorso, ero appena entrato in Prima Squadra in pianta stabile. È stata una convocazione inaspettata, avevo solo 19 anni, non me lo aspettavo. Mi ha aiutato molto Piotr Zielinski, adesso siamo diventati grandi amici. Mi sono sentito molto protetto da tutti i giocatori polacchi che giocano in Serie A, mi hanno aiutato, mi sentivo a casa. Non mi aspettavo a 20 anni di poter giocare un Mondiale, è sempre stato un obiettivo e un sogno. Come lo è per me, lo è per qualsiasi calciatore”.
Cosa hai provato le ore di vigilia prima della conferenza dell’allenatore?
“C’era un po’ di ansia, l’ho vista con tutta la famiglia. Siamo stati molto contenti della decisione presa dal Mister”.
Cosa provi rivedendo la foto di Galles-Polonia 0-1?
“L'ultima partita con il Galles, abbiamo vinto 1-0 da loro. Avere una foto con Lewandowski, che è uno dei mio idoli e uno dei più forti del calcio polacco è molto bello. Spero di fargli qualche assist adesso al Mondiale”.
Cosa ha di speciale Lewandowski?
“Si comporta con tutti allo stesso modo, non c’è niente di speciale verso altre persone. Anche con me nell’ultimo raduno, sono un ragazzo giovane, ma è venuto da me dopo la partita a darmi consigli, come dare la palla con i tempi giusti e i movimenti da fare”.
Quanto è stato importante Mourinho per il tuo arrivo in Nazionale? Arriva lui e ti cambia ruolo.
“Mi ha cambiato molto, lo devo ringraziare perché ha fatto scoprire anche a me un ruolo che non pensavo avrei mai potuto fare. Sono molto contento, ma c’è molta strada da fare”.
Cosa ti ha detto Mourinho prima di farti giocare la prima volta?
“Mi ha detto di fare quello che so fare. Di prendere palla, puntare l’avversario e metterlo in difficoltà. È un privilegio e un orgoglio essere allenato da un tecnico e una persona così. Il suo rapporto con i calciatori a livello umano è molto buono”.
Con te che rapporto ha?
“Buonissimo. Un rapporto normale tra giocatore a allenatore. Mi ha aiutato tanto anche in momenti difficili della mia vita, lo devo ringraziare”.
Quanto è importante per un giovane avere un allenatore come Mourinho che fa anche da protezione mediatica?
“Molto importante. Noi ci sentiamo molto protetti da lui, ma non solo noi giovani. Tutta la squadra e tutto lo staff sanno che possono contare su un allenatore così”.
Sembri essere un predestinato, fai il tuo esordio europeo con la Roma contro il Manchester United e segni, anche se poi danno l'autogol a Telles. Tre giorni dopo esordisci in Serie A e fai assist a Mayoral. Esordisci in nazionale e fai assist. Esordio in Conference lo scorso anno e sei protagonista. Non può essere un caso.
“Questa parola predestinato non è che mi piace più di tanto, perché sembra come se dovesse succedere per forza. Io sono convinto che tutto quello che ho fatto è grazie al mio lavoro, grazie a chi mi è stato accanto, ai miei allenatori e ai miei compagni. Questa parola predestinato non mi va giù”.
Qual è il sogno di un ragazzo che entra per la prima volta a Trigoria?
"Diventare un giocatore della Prima squadra. Questo sogno si è avverato, ma ora lo devo custodire con tutto me stesso”.
Hai mai pensato di non farcela?
"Sì, ci sono stati dei momenti. Anni in cui non giocavo o giocavo meno, i pensieri non erano positivi. Le persone che avevo vicino mi hanno aiutato a non mollare”.
Quanto è stata importante la tua famiglia?
"La famiglia è sempre importante, indipendentemente da tutto quello che succede. Mi sono stati vicini quando giocavo meno. Sicuramente se sono qui adesso lo devo a loro”.
Tua sorella quanto è orgogliosa e gelosa di te?
"Abbastanza. Sono convinto che sia orgogliosa di me, non solo sui social, soprattutto al di fuori”.
Sei l’idolo di Poli.
"Sono molto fiero delle mie origini, è un piccolo paesino di tremila abitanti. Ho tutti gli amici lì, sono molto contento di essere cresciuto lì. Ora vivo a Roma ma quando posso torno".
I tuoi amici sono più romanisti o laziali?
"Purtroppo sono prevalentemente laziali a Poli. Però tutti tifano per me".
Un messaggio di Bruno Conti: “Ciao Nico, ti volevo salutare e fare i complimenti per il giocatore che sei e per quello che farai, ma soprattutto perché sei un ragazzo d’oro. Complimenti anche alla tua splendida famiglia. Un grande abbraccio, daje”. Quanto è stato importante per te?
“Grande Bruno. Per me è stato importantissimo, mi ha preso sotto la sua ala e mi ha protetto da tutto quanto”.
Bruno Conti ti ha voluto portare a Trigoria e aveva capito potessi diventare un giocatore importante?
“Eh penso di sì. Ci sono tanti giocatori forti che entrano alla Roma ma che poi per vari motivi non riescono ad andare avanti. L’umiltà sicuramente è la prima cosa, io penso di essere andato avanti anche per questo motivo”.
Ti ricordi della foto di te da bambino con Totti?
“Sì sì me la ricordo. Ero molto piccolo, appena passava un giocatore della Prima squadra restavamo tutti a bocca aperta e gli chiedevamo qualche foto. Io ho avuto la fortuna di incontrare il Capitano, mi tremava la mano mentre facevo la foto”.
Cosa è Totti per un tifoso della Roma?
“È difficile da spiegare. È una cosa che senti dentro. Se non sei di Roma non puoi capirlo del tutto, come Maradona per il Napoli, per esempio in quel caso una persona di Roma non capisce quanto lui è stato importante per il Napoli, e quanto lo è tuttora, perché tutto quello che ha fatto rimane nella storia, così come Totti a Roma. È una cosa inspiegabile”.
Zalewski è stato il primo 10 con il nome scritto in Primavera, cosa hai provato?
“Il 10 a Trigoria ha sempre un sapore speciale, indossarlo è stato un sogno, poi col cognome e il numero sotto è una cosa fantastica”.
La vittoria della Conference?
“È stata una gioia per tutti. Per noi cresciuti nel settore giovanile è stata forse una gioia doppia, vincere un trofeo internazionale al primo anno tra i professionisti è incredibile”.
Come hai vissuto il giorno della finale e la vigilia?
“Ti dico la verità, è stata una giornata non dico tranquilla ma quasi. Io vivo la partita da quando arrivo nello spogliatoio, durante la giornata è difficile che mi faccio prendere dalle emozioni”.
Ti sei tatuato anche tu la Conference?
“Sì sì, ce l’ho sul fianco”.
Hai vinto il Golden Boy Web, quanto ti ha inorgoglito?
“Certo, sicuramente grazie a questo ho capito che qualcosa di buono è stato fatto. Sono molto contento. Devo ringraziare tutti i tifosi che mi hanno votato”.
Ti senti un Golden Boy?
“So che ho fatto abbastanza bene, ma devo confermare quanto fatto di bene l’anno scorso”.
Cosa ha di speciale questo settore giovanile?
“Tutto, partendo dallo staff e le persone all'interno, tutte le persone che sono dietro le quinte. C’è un lavoro molto dettagliato, che ti porta a una crescita esponenziale e sicuramente questo ti aiuta quando arrivi in Prima squadra”.
Perché non si parla mai dei giovani che giocano in Italia?
“Magari perché ce ne sono pochi. Si ha paura a dare spazio a un giovane perché c’è una partita importante. Ci sono mille motivi. Mourinho in due anni ha fatto vedere che questa paura non c’è a Roma, ha fatto esordire tanti giovani e continuerà a farlo”.
C’è qualche giovane a livello europeo che ti piace?
"Ce ne sono tanti. Gavi che ha vinto il Golden Boy, Pedri, Bellingham. Anche Vinicius e Rodrygo hanno più o meno la mia età. Questi sono i ruoli che noto di più”.
Che rapporto hai con Zaniolo, che più o meno ha fatto il tuo stesso percorso?
"Siamo grandi amici e ottimi compagni di squadra. È un bravo ragazzo e gli voglio bene”.
Quanto ti stimola allenarsi con uno come lui, con Pellegrini e Dybala?
“Molto. Sicuramente adesso ancora di più con uno come Dybala perché è uno dei giocatori più forti del mondo. Ha una tecnica impressionante. Ma anche con giocatori come Abraham, Pellegrini, Zaniolo sono tutti ottimi giocatori, che ti stimolano a dare qualcosa in più”.
Hai lanciato una sfida a Dybala visto che vi incontrerete al Mondiale?
“Sì sì, anche più di una volta. Gli ho detto ci vediamo il 30, per fare una battuta. Entrambi faremo del nostro meglio, vedremo chi vincerà”.
Oltre a Dybala incontrerai anche Messi, cosa vuol dire per te?
“Sono molto emozionato, è uno dei giocatori più forti della storia del calcio. Cercherò di fare del mio meglio, speriamo che le gambe non tremeranno”.
È vero che da bambino il tuo idolo era Cristiano Ronaldo? Tua nonna ti ha regalato il suo profumo?
“Sì sì, è vero. La cosa bella è che me li regala ancora. Nonna è sempre stata nonna. Mi ha sempre trattato come il suo nipotino piccolo e continua a farlo. Ho sempre avuto un debole per Cristiano Ronaldo, come gioca e come si allena non molla un centimetro”.
Costruiamo il tuo giocatore ideale tra quelli che vanno al Mondiale.
“Il mio giocatore ideale deve avere il fisico di Lukaku, la velocità di Leao, il dribbling di Vinicius, il fiuto del gol di Lewandowski e l’intelligenza tattica di Modric”.
Qual è la tua migliore qualità?
“Quella che prevale di più è il dribbling”.
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