Pinto: "Abbiamo migliorato la rosa abbassando il monte ingaggi"
Il General Manager in conferenza stampa: "La proprietà ha un progetto che si estende al di là del calcio, la Roma ha un appeal maggiore rispetto allo scorso anno"
Come di consueto, al termine della sessione di calciomercato, il General Manager della Roma Tiago Pinto ha parlato in conferenza stampa al centro sportivo “Fulvio Bernardini” di Trigoria. Di seguito le parole di Tiago Pinto.
Questo è stato un grande mercato per la Roma, consegnate a Mourinho un instant team con giocatori di esperienza. Le chiedo se è il momento di prendersi la responsabilità di dire che questa è una squadra che ha il dovere di lottare per lo scudetto, poi vincerlo è un altro discorso. È stata costruita una squadra per lottare per lo scudetto?
"Buonasera a tutti, innanzitutto volevo ringraziare tutte le persone del club che hanno lavorato insieme a me, da fuori fare il mercato sembra divertente, ma per noi sono tre mesi veramente pesanti. Vorrei ringraziare anche l’ufficio stampa che ha svolto un lavoro difficile. Penso che la squadra sia migliore, non ho dubbi su questo. Io ho sempre detto dal primo giorno che il mio obiettivo nel mercato è sempre quello di migliorare e oggi abbiamo più soluzioni e qualità. Non sono d’accordo con il concetto di instant team, ma ti devo riconoscere la coerenza, l’hai sempre detto, ma secondo me non è vero. La Roma è la quarta squadra più giovane della serie A, cosa che due anni fa, quando sono arrivato, non era. La nostra strategia sportiva è stata sempre stata trovare spazio per i giovani, come è stato per Zalewski, Bove, Felix e Darboe lo scorso anno, e in questa stagione altri come Faticanti, Missori, Keramitsis e altri. Ma come abbiamo detto dal primo giorno, abbiamo bisogno di equilibrio, non possiamo portare solo scommesse, come abbiamo fatto con Tammy o questa stagione con Svilar e Celik, ma anche giocatori esperti e di qualità come Belotti, Dybala e Wijnaldum. Detto questo, penso che la squadra è più forte, siamo riusciti alla fine di questo mercato a diventare più forti, ma sempre con quello che secondo me è il nostro valore più grande, quello del nostro allenatore e la sua leadership, come ha fatto nella stagione scorsa, che ha fatto diventare buoni giocatori grandi, con un processo di crescita importante per i giovani. È chiaro che questa stagione abbiamo portato giocatori ancora più bravi e ci aspettiamo una stagione migliore della scorsa stagione, ma mai parlare di scudetto, non ci vogliamo nascondere, ma come ho sempre detto faccio fatica a pensare a maggio quando siamo ancora a settembre. Magari per voi il mercato condiziona l’80% di quello che è il successo sportivo, ma per me non è così, il lavoro quotidiano è molto importante e secondo me il nostro focus, come ha detto ieri Belotti molto bene, è credere di vincere tutte le partite, cominciando adesso con la trasferta di Udine".
Per il terzo anno questa proprietà non ha venduto i migliori giocatori, che è una cosa abbastanza inusuale nel calcio moderno. Uno di questi, Zaniolo, è stato spesso chiamato in causa come possibile partente, producendo la migliore plusvalenza, le chiedo quanto è stato vicino alla cessione con la trattativa che c’è stata con il Tottenham, o i presunti contatti con il club inglese. Come gestirete il prossimo passaggio, che sarà presumibilmente il rinnovo contrattuale?
"Non è mai stato vicino alla cessione, oggi è finito il mercato, Nicolò come ho spiegato tante volte la stagione scorsa, ha avuto una stagione di ripresa dopo due anni molto difficili a causa di infortuni, questa stagione, come lui ha già dimostrato sta meglio. Non è mai stato un problema, è un ragazzo giovane, sta bene, è felice, ha aiutato molto la squadra. Adesso è importante per lui recuperare dall’infortunio. Io sono giovane, ma ho un po’ di esperienza, trenta minuti fa ho chiamato Vigorelli (l’agente di Zaniolo, ndr) per dirgli “Guarda adesso ho la conferenza stampa, dobbiamo cominciare a fare il calendario dei nostri meeting, perché sennò poi non è possibile alimentare tante pagine di giornale su Zaniolo”, per questo non è una preoccupazione".
Tutti i giornali danno la Roma come regina di mercato, e in effetti la squadra sembra nettamente migliorata in tutti i reparti. Con tutti i parametri zero, sembra che l’impegno finanziario sia stato minimo, nonostante non sia vero, la Roma si è impegnata tanto dal punto di vista finanziario, soprattutto nella voce stipendi. Anche alla luce di quello che aveva detto Mourinho nell’ultima conferenza stampa post partita: siete preoccupati per il Fair Play Finanziario e per le sanzioni della UEFA e soprattutto siete preoccupati, come ha detto Mourinho, che la UEFA possa fare due pesi e due misure a seconda del club nelle sanzioni?
"Sul Fair Play Finanziario penso che il club si prenderà il tempo giusto per parlarne, è un tema molto serio, noi di solito ne parliamo senza la profondità necessaria. Il Fair Play Finanziario è stato creato per aiutare i club e non per danneggiarli. Al di là di questo, quello che io ho in testa è il progetto Friedkin, quello è ancora più importante per me. E su questo progetto la sostenibilità finanziaria è molto importante. È su questa strada che noi siamo andati, e noi tante volte non possiamo legare i milioni alla qualità. Nel senso che noi non abbiamo speso soldi per prendere Dybala, ma lui ha qualità. Noi dobbiamo in tutte le finestre di mercato cercare di migliorare sempre la squadra, ma sappiamo che la Roma dal momento in cui i Friedkin hanno preso il club aveva una eredità pesante e che noi abbiamo un percorso lungo per ottenere una sostenibillità. Per me il Fair Play Finanziario e questi paletti non sono un problema, perché dal primo giorno io sapevo che sarebbe stato così. È la nostra realtà. Quello che voglio fare è creare una squadra più forte, cercare di creare una politica di meritocrazia nella squadra, creare le basi per un settore giovanile sempre più presente nella prima squadra e spero che negli anni le limitazioni del Fair Play Finanziario possano sparire, significherebbe che ho fatto bene il mio lavoro. Una cosa ti dico, onestamente, e penso che sia il mio più grande obiettivo sportivo: il prossimo direttore sportivo della Roma avrà una vita molto più semplice della mia".
Lei ha fatto un grande lavoro con le cessioni, gli stipendi di alcuni giocatori che non giocavano. Questo lavoro basta dalle stime che avete fatto per arrivare al primo paletto della UEFA? Loro voglio che la squadra costi il 90% tra ammortamenti stipendi e commissioni dei ricavi. Questo obiettivo lei crede sia vicino? Già raggiunto?
"Non voglio che questa conferenza stampa sia concentrata su questo, perché come ho detto prima è un tema delicato e bisogna parlarne con profondità e avremo tempo per farlo. Il Fair Play non è una scusa, ma è una cosa che dobbiamo fare, è un nostro obiettivo. Ovviamente come abbiamo condotto il mercato ci rende più vicini agli obiettivi della UEFA, ma non è finito, perché quando i club firmano il settlement agreement, stanno parlando di contratti che durano 3 o 4 anni, un processo lungo. Penso che come noi abbiamo dimostrato, questa estate non ci ha evitato di avere la capacità di migliorare la squadra. Dobbiamo essere bravi a trovare le soluzioni più giuste, cercando di mantenerci dentro i paletti e della UEFA. Voi avete più informazioni di me, ma non è normale che negli ultimi 10 anni la Roma è riuscita più a vendere che comprare, se noi adesso lo abbiamo fatto sicuramente siamo più vicini. Le persone pensano che la Roma è andata oltre il monte ingaggi, non è vero, dal mio arrivo abbiamo ridotto il tetto di 20 milioni. Abbiamo una squadra da seguire, ma io non verrò mai qua a dire che non abbiamo fatto meglio per queste condizioni, perché lo so dal primo giorno. E non è la prima volta che lo dico, fare il direttore sportivo oggi è molto diverso rispetto a 10 anni fa. Perché oggi siamo costretti a capire delle realtà economiche e legali diverse. Non mi posso lamentare: è la mia realtà, secondo me abbiamo fatto un lavoro interessante anche per raggiungere una sostenibilità nella società. Voglio che quando andrò via la Roma abbia una situazione più solida e sostenibile rispetto a quella che ho trovato".
Tra le prime persone che ha citato c’è Mourinho. Non è facile far arrivare certi giocatori a parametro zero come Dybala e Wijnaldum qui a Roma dopo anni passati nel buio, al di là della Conference League dello scorso anno. È merito suo, di Mourinho o anche dei Friedkin che hanno prospettato un progetto importante ai giocatori?
"Secondo me è principalmente merito della proprietà e di Mourinho. È una proprietà che ha fatto capire in questi due anni che sta costruendo un progetto diverso, che non parla molto, ma fa vedere che ha le idee giuste per il club, anche al di fuori del calcio. Oggi l’immagine che esiste della Roma ha un appeal diverso. Non c’è dubbio che il ruolo di Mourinho nella capacità che noi abbiamo di attrarre i giocatori è diverso rispetto a qualunque altro allenatore, sarebbe stupido da parte mia non “sfruttare” il mister. Lui non ha neanche il problema generazionale, perché ci sono allenatori con la sua età che non dicono nulla ai più giovani, mentre ci sono giocatori giovani che sognano di essere allenati da Mourinho. È chiaro che è un lavoro d’insieme, ma nel momento della scelta sono sicuro che tutti i giocatori acquistati hanno valutato come importante la possibilità di essere allenati da Mourinho. Durante tutte le trattative lui è sempre al corrente, perché è il mio modo di lavorare, non c’è nessun dubbio che è sostanzialmente merito della società e merito suo".
Lei si è dovuto sdoppiare, perchè è stato un mercato che l’ha impegnata negli arrivi, ma soprattutto nelle cessioni. Quale dei due aspetti le ha dato più difficoltà? Alla fine del mercato l’anno scorso si era dato 7,5. Che voto si dà quest’anno per il mercato?
"Le persone hanno molto più entusiasmo per i giocatori che arrivano, ma il nostro lavoro è concentrato anche in uscita. Ieri, mentre mangiavamo la pizza, abbiamo realizzato di aver fatto 57 operazioni. Significa che si lavora tanto nelle uscite, non mi nascondo mai, non sono completamente soddisfatto nelle uscite, ci sono un paio di giocatori in prestito che potevamo vendere, e per quello non sono totalmente soddisfatto. Sul voto, io sono giovane ma imparo, lo scorso anno ho fatto l’errore, perché sono stato molto naif, a dare il mio voto, poi alcuni di voi durante la stagione, complice il risultato che non arrivava, mi hanno preso in giro con quel voto. Magari dopo Tirana il voto ci sta, ma questa stagione non lo farò. Tutti voi mi conoscete un po’, io non lavoro molto sul mio protagonismo, ma per le idee e il mio rapporto con le persone, non ho neanche bisogno delle “marchette” per avere un grande voto. Capisco che il calcio cambia tutti i giorni, oggi siamo fenomenali, domani siamo scarsi. Io faccio la mia valutazione e ci sono stati dei momenti in questa estate che tutti voi avete pensato che io avevo fatto un capolavoro, ma io pensavo di non aver fatto il massimo, mentre in altri voi avete pensato che io ho sbagliato e invece io pensavo di aver fatto bene".
Una curiosità tecnica e una ambientale. Quella tecnica è sulla difesa perché, non so se c’è ancora tempo per fare qualche aggiustamento, però giocando con una difesa a tre qualcosa forse mancherebbe. Poi, come hai vissuto le pressioni che non solo esternamente, con i giornali o la tifoseria, ma anche quelle da Mourinho con foto o battute?
"Sulla pressione, nonostante sia giovane ho vissuto tante cose, ho 3 persone nella mia vita che mi mettono pressione, mia madre, mio padre e mia sorella. Loro mi mettono una pressione della Madonna. Quando sono venuto per la conferenza Luca mi ha detto “hai sempre due telefoni, perché non hai portato anche l’altro?”. Io gli ho detto “L’altro è della famiglia, se qualcuno mi scrive qualcosa io mi spavento, meglio non portarlo”. Scherzi a parte, anche se qualcuno magari scrive il contrario, io ho un grande rapporto con Mourinho. Quello che viviamo a Trigoria è un ambiente di famiglia, quello di cui dobbiamo discutere, lo facciamo in famiglia, non mi compete commentare le parole del mister, perché il lavoro dell’allenatore è difficile, essere esposto 150 volte all’anno alla stampa. E ogni tanto è difficile fare quel mestiere lì. La nostra strategia era definita, cerchiamo sempre di essere allineati anche con la società, abbiamo fatto le cose insieme. Tante volte ho avuto bisogno del suo aiuto per portare avanti delle trattative e secondo me le cose sono andate bene. Io non funziono molto con la pressione, le persone che mi conoscono sanno perfettamente che l’unico modo per portare avanti le cose con me è con positività, con la motivazione, coinvolgendomi, con me la pressione non funziona. Non voglio essere arrogante, ma non leggo la stampa, ovviamente se vado al ristorante e tutti mi chiedono “prendi Belotti, prendi Dybala” io ho pressione, ma perché non posso mangiare (ride ndr)solo quello. Sulla difesa, non voglio nascondere nulla, penso che sia ovvio, quasi matematico, che se noi giochiamo a 3 è normale che poteva servirci un difensore centrale in più, non siamo riusciti ad averlo per una serie di cose che sono successe. Dentro la squadra avremo delle soluzioni, che magari non sono ideali, ma abbiamo giocatori con qualità e capacità di giocare su più ruoli. Voi parlate molto di Mourinho, del suo carisma, della sua leadership, della sua comunicazione, io parlo del Mourinho che conosco, nel campo, come allenatore. La stagione scorsa, come in tutta la sua carriera, ha fatto vedere con l’esempio di Zalewski e anche di altri, che nel momento di urgenza ha trovato delle soluzioni. Noi abbiamo giocatori nella rosa come Viña, Karsdorp, ma principalmente Cristante, che possono anche giocare lì. Non è la situazione ideale, lo so, ma noi non possiamo andare su questa strada: magari un piccolo sforzo e arriva Dybala, magari un piccolo sforzo e arriva Wijnaldum. Wijnaldum si fa male, un piccolo sforzo e portiamo Camara, un piccolo sforzo e portiamo Belotti, un piccolo sforzo e portiamo un quinto centrale. Non è così, le cose sono più complesse di quello che sembra".
Irrompe Mourinho in sala stampa e scherzando dice: "Dai direttore, fai ’sto sforzo!".
A giugno il mercato della Roma sembrava fermo, era arrivato soltanto Matic. Mi è sembrato di capire che la strategia fosse quella di andare a prendere Frattesi del Sassuolo pagandone il cartellino, poi ci sono stati dei problemi. Ci può raccontare la trattativa, visto quello che ha detto Carnevali ieri? Arrivati a un certo punto si è puntato a spendere poco per i cartellini e a prendere giocatori a parametro zero. Non entrando nella sfera tecnica quanto nella sfera strategica, avete scelto voi questa direzione, o avete cambiato magari anche vedendo le altre, capendo che era il momento giusto?
"È una domanda molto intelligente, perché è veramente quello che è successo. Sulla strategia: noi ne abbiamo una sportiva e una finanziaria, il principale obiettivo è quello di determinare ciò che serve alla squadra e bilanciarla con le esigenze finanziarie per arrivarci. Con tutte queste condizioni del Fair Play Finanziario e tutto il resto le cose vanno insieme, tra entrate e uscite. Il mercato dura 3 mesi, noi dobbiamo avere pazienza ma io ho subito capito che avrei avuto molta difficoltà a raggiungere degli obiettivi finanziari con le uscite, per portare avanti una strategia nelle entrate. È stato un momento in cui ho capito che magari potevamo di migliorare la squadra seguendo la strategia che hai detto tu, rispetto ad aspettare di vendere per acquistare. Questo va misurato sempre. Tutte le situazioni sono state legate una all’altra Wijnaldum arriva nel momento in cui Veretout parte, Felix parte e arriva Belotti. Le cose sono molto complesse ma hai fatto una analisi corretta, nel momento in cui ho capito che avremmo avuto difficoltà nel vendere i giocatori che pensavo di riuscire a piazzare, non ho voluto compromettere la società con problemi, perchè quando si trovano soluzioni creative come prestiti con obbligo, ci aiuta adesso ma qualcuno nel futuro lo paga. Siamo andati verso un’altra strada, ma la strategia sportiva non è cambiata, quella finanziaria sì. Su Frattesi. Lo dico chiaramente. È il mio giocator preferito della Serie A, tolti i giocatori della Roma. Mi piace molto Davide, è un grande giocatore, secondo me sarà uno dei centrocampisti più forti, non solo del campionato ma anche della Nazionale. Ma dopo siamo nel mercato: io vado da un club, chiedo al proprietario, lui dice quello che vuole, chiede quello che vuole e io lodevo rispettare. ci sono due cose che per me sono importanti: uno, io non uso la stampa per fare le trattative, è la prima volta che parlo di Frattesi. Nessuno di voi mi ha sentito parlare di lui, perché secondo me queste cose vanno trattate tra club. Dopo ognuno fa la sua valutazione, per loro aveva una valutazione, noi non potevamo arrivarci, non c’è nessun problema. Quello che mi dispiace è che ci sono dei momenti che le trattative siano fatte in solitaria, perché se solo una parte parla, alla fine sembra che è tutto come dicono loro. Il Sassuolo è un grande progetto sportivo, le persone nel club sono competenti, Frattesi è un grandissimo giocatore, non siamo riusciti a trovare un accordo, perchè io sono un po’ “tedesco” nelle trattative, non voglio spendere un mese per trattare due o tre milioni di euro, loro fanno la loro valutazione, io capisco se ho i soldi o no, se non ce li ho andiamo avanti, non c’è problema".
Nell’ottica di non andare a spendere sui cartellini, rientra in questo aspetto un nome come quello di Solbakken, che si libera a dicembre e si può prendere a zero a gennaio?
"Io avevo detto a Luca e a Simone (membri dell’Ufficio Stampa ndr) che c’erano due domande che erano impossibile che non venissero fatte, una era sui rinnovi, l’altra era sui giocatori che prendo a gennaio. C’è una cosa che per me è molto importante chiarire: non è vero che la Roma ha aumentato il monte ingaggi. Non è difficile capire: se noi risolviamo il problema di Olsen e Fuzato e portiamo Svilar, la Roma non aumenta il monte ingaggi. Se la Roma risolve il problema di Florenzi, Santon e fa il prestito di Reynolds e porta Celik, non aumenta il monte ingaggi. Se vanno via Diawara, Villar e viene Matic, non aumenta il monte ingaggi. Se non rinnova Mkhytarian, Sergio Oliveira e va via Veretout, non aumenta il monte ingaggi con Dybala o Wijnaldum. Non voglio essere il mago delle finanze, ma non è vero che abbiamo aumentato il monte ingaggi. Su Solbakken è una sorpresa, perché avevo letto che aveva firmato con un’altra squadra e aveva già svolto le visite mediche, se tu mi dici che lui ancora non ha firmato proviamo".
Lei ci ha detto durante la conferenza che il prossimo Direttore Sportivo della Roma avrà una vita più semplice e che il club avrà una situazione economica più solida. Ha intenzione di andarsene? Si parla tanto di rinnovi di giocatori, io pensavo che magari si stesse trattando anche il suo.
"Io sono felice qua. Ecco, questa non l’avevamo preparata (ride ndr). Per venire qui ho lasciato il grande amore della mia vita, non l’ho mai nascosto, il Benfica. Perché ho grande empatia con la Proprietà e l’allenatore, non è il protagonismo, non sono i soldi, ma le idee che mi muovono, insieme alle persone con cui lavoro. Oggi essere qui con queste persone che ho davanti, con l’allineamento che ho con il club e il tecnico è quello che mi muove. Quando ho detto che il prossimo direttore sportivo della Roma avrà un compito più semplice è perché veramente il lavoro che tutti noi stiamo facendo permetterà alla Roma più flessibilità e sostenibilità nel futuro. Non ho bisogno di rinnovare, ho un contratto fino al 2024, in questo sono diverso dai giocatori non chiedo il rinnovo, va bene così. Sul mio futuro nessuno ha dubbi, poi ognuno fa le proprie valutazioni personali, io faccio le mie, ma questo rimane per me. Sono felice qui".
Prima lei si è defilato un po’ quando si è chiesto dei meriti, e ha dato molti meriti a Mourinho e alla società. Qual è stato il suo acquisto preferito in questo calciomercato? E soprattutto, parlando di rimpianti, è una cessione che non è stata finalizzata o un calciatore che non è arrivato?
"Il mio rimpianto è che cerco di essere una persona metodica, prepariamo le cose bene, ma alla fine il calcio, anzi lo sport è l’unica attività commerciale nel mondo dove quello che comanda veramente è l’operaio, che sono i giocatori. Magari hai una strategia fantastica per vendere un giocatore, ma lui non vuole andare e non si fa nulla. Su questo ho un po’ un rimpianto, perché avevamo almeno due tre situazioni, lasciando perdere quella di Justin, che non è colpa di nessun, è successo quello che è successo e abbiamo perso la trattativa, ma magari è una opportunità. Il mio rimpianto è molto più nelle uscite che nelle entrate. Mi sono piaciuti tutti gli acquisti, ogni trattativa ha una storia. Tante volte è una storia in cui andiamo oltre a livello emotivo, io sono un direttore sportivo ma anche un essere umano. Quando capita di doverti chiudere per 3/4 giorni in una camera a Torino per portare Dybala alla Roma, non è una cosa semplice no? Ma è difficile dire quale mi sia piaciuto di più. Per me è molto importante dire sono una persona molto emotiva su questi temi, ho sentito veramente che tutti i giocatori hanno perso soldi per venire alla Roma, tutti. E questo significa qualcosa. Per quello ho parlato di proprietà e di Mourinho, non per fare il falso umile, ma perché è vero, le persone fuori hanno capito che sta nascendo qualcosa e i Friedkin e Mourinho sono i protagonisti di questo progetto. Quindi dirti Paulo o Wijnaldum sono stati più importanti di Belotti, Celik o Svilar non è giusto. Ogni trattativa ha una storia particolare".
Il mercato si è chiuso ieri ma ci sono ancora dei calciatori senza contratto, come Zagadou, a proposito di un difensore che potrebbe servire. Lei ha parlato di 57 operazioni, forse ne sono mancate due: sono quelle di Coric e Bianda. Cosa è successo?
"Calma che io non mollo mai. Abbiamo ancora Belgio, Grecia, Turchia. I ragazzi devono spingere un po’ di più perché dobbiamo sistemare queste due situazioni. Bianda e Coric sono due ragazzi un po’ vittime di un contesto del passato, non abbiamo trovato soluzione fino ad ora ma abbiamo speranza di farlo in questo mercato. Su Zagadou, si può parlare di lui o Denayer, ci sono tanti giocatori in scadenza e questo mercato farà storia su questo strategia, che tante volte i ragazzi preferiscono portare il contratto a scadenza. Di questo parleremo in futuro".
Tornando al contratto di Belotti, ho notato che si tratta di un anno con opzione di altri due, volevo sapere se c’è un motivo particolare.
"Siamo stati veramente creativi in due o tre operazioni per necessità. La cosa più importante è che tutti i giocatori che hanno accettato si sentano felici, non importa per me se è un anno più due, se è due più uno, se sono tre anni. Ci sono cose dentro il contratto che a voi da fuori, che non lo conoscete nel dettaglio, sembrano negative per il giocare, ma forse sono cose buone. Ci sono dettagli della trattativa e dei contratti che non voglio divulgare. Sono sicuro che Andrea è felice qua e sono convinto che giocherà molti anni alla Roma. Ha fatto anche lui uno sforzo per venire alla Roma e adesso il mio compito è renderlo felice, il contratto non sarà mai un problema".
Cristante e Spinazzola vanno in scadenza nel 2024, c'è già una trattativa in corso per i rinnovi? A che punto è?
"Penso fosse la conferenza stampa dello scorso anno, se non sbaglio, quando una delle domande era stata che con l’arrivo di Tammy avremmo avuto un grande problema nel fare sei rinnovi. Erano Veretout, Cristante, Zaniolo, Spinazzola. È passato un anno e continuiamo a parlare delle stesse cose. È normale che quando si comincia ad arrivare al termine dei contratti questo è un tema che si deve discutere, ma si farà al tempo giusto. Su Bryan sa perfettamente quello che io e la società pensiamo di lui, rimarrà a Roma per tanti anni, perché al di là di essere un grande giocatore è un grande professionista e ha la mentalità giusta per continuare qua. Farò di tutto per farlo rimanere. Ma adesso fatemi riposare un po’, perché è stato pesante. Perché poi tu lanci l’idea e poi vengono i procuratori a dirmi “Guarda la stampa sta parlando, parliamo del rinnovo” e dopo io non posso riposarmi un po’".
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