Gerolin: "Con Mou i giocatori pronti a combattere. Wijnaldum è completo"
"Mi aspetto tanto da questa Roma: la società sta mantenendo le promesse. Bisogna mirare al vertice, non solo al 4° posto. Belotti sarebbe un ottimo acquisto"
Da Zico e Causio a Cerezo e Conti. Passando per Boniek e Voeller. Nella sua carriera di calciatore divisa a metà fra Udine e Roma, di talenti ne ha incrociati tanti Manuel Gerolin, che è perfino riuscito a sfiorare Falcao: amichevole con l’Ajax, ultima in giallorosso per il Divino, esordio (con gol e coro dedicato) per il veneto. Che talento ne aveva anche in proprio, tanto da venire conteso a metà Anni 80 da Roma e Juventus (e come ti sbagli...) assieme a Massimo Mauro, all’epoca altro gioiellino dei friulani, con finale salomonico: Gerolin nella Capitale, il calabrese a Torino. E una volta appesi gli scarpini, di talenti Manuel ha continuato a intendersi. A vari livelli: scouting, consulenze di mercato, direzioni sportive, anche con un’esperienza in Germania (al Wolfsburg), ma principalmente fra Palermo e Udine. Parere autorevole quindi per giudicare una sessione di trattative entrata nella fase più scoppiettante, soprattutto in chiave Roma.
Che tipo di mercato le sembra quello attuale?
«Mi sembra evidente che da tempo ormai in Italia non siamo più i primi della classe. Il movimento ha perso giocatori importanti: Koulibaly che per me è il miglior difensore al mondo; de Ligt, che può ancora diventarlo; un prospetto importante come Scamacca. I grandi club europei vengono qui a prendere anche i migliori fra i giovani dei nostri vivai».
Eppure qualcosa si muove.
«Certo, noi siamo bravissimi a lavorare con le idee. Ci inventiamo affari di livello tipo il ritorno di Pogba, i movimenti di grandi giocatori svincolati, fra cui lo stesso Dybala. Ma per questioni economiche è logico che l’appeal maggiore arrivi dagli altri campionati. Anche nello scouting funziona allo stesso modo: se c’è uno forte va lì. Però qui ci sono idee, poi si vedrà nelle coppe europee se basterà».
L’unica italiana vittoriosa nell’ultimo decennio è la Roma.
«Non è un caso: si tratta di una società seria. Sta mantenendo le promesse del proprio programma di crescita. Tutto è cominciato con l’ingaggio di Mourinho».
Poi è stato un crescendo.
«Con lui i giocatori pronti per combattere. I tifosi entusiasti, la comunicazione perfetta: adesso dobbiamo solo vincere. Un trofeo è arrivato, anche se qualcuno ha provato a sminuirlo è un titolo importante, che può rappresentare un’ottima base di partenza per la stagione alle porte. Gli stessi calciatori sono cresciuti nella seconda parte dell’annata e Mou li conosce meglio».
Si alza l’asticella quindi?
«L’altro anno nessuno si aspettava il Milan campione, ora in Serie A c’è anche più equilibrio. La Roma può lottare per la Champions: attenzione, non per il quarto posto, ma per le prime posizioni e poi vedere a maggio cosa succede. Con le milanesi e la Juve può lottare fino alla fine, ricordando che questo sarà un campionato anomalo per la pausa per i Mondiali».
Se li aspettava Matic, Dybala e Wijnaldum tutti insieme?
«Torniamo al discorso di prima; qualche anno fa no, ora è anche una questione di parametri zero. Ma ci vogliono le idee, oltre che i soldi. Matic è un fedelissimo di Mou, anche questa è la forza del tecnico, utilizzare il proprio appeal. E ne ha la stessa Roma: città, squadra, tifoseria, più il trionfo europeo».
L’olandese ha giocato in tanti ruoli, proprio come Gerolin.
«È un giocatore completo, duttile, forte fisicamente e tecnicamente. Con lui si alza il tasso di esperienza internazionale e mentalità».
Al Psg non è bastato.
«In tanti non funzionano lì: hanno una rosa stratosferica, ma poco equilibrio. Sembrano gli Harlem Globetrotters del calcio. Ma sul valore di Wijnaldum non ho dubbi, sono molto felice del suo arrivo».
Anche Dybala promette bene.
«Conosco bene Paulo, l’ho avuto al Palermo: è un campione e un ragazzo con la testa a posto, ha solo bisogno di stare bene e sono convinto che una piazza entusiasta come Roma possa esaltarlo. Dai tempi di Totti manca un “10” capace di accendere la fantasia dei tifosi».
In Sicilia ha incrociato Belotti, che può essere un altro colpo.
«Se arrivasse, sarebbe un ottimo acquisto. Andrea ha grande grinta, non tira mai indietro la gamba e per questo può essere amato dal pubblico, ma soprattutto vede bene la porta. Certo, non so se si accontenterà di fare la riserva, ma può alternarsi con Abraham, completare il reparto, in caso di necessità giocare con lui. Come può dare tanto entrando dalla panchina. Con ambizioni da vertice uno così garantisce un notevole salto di qualità».
Per quello definitivo manca ancora qualcosa alla Roma?
«Credo sia a posto, ma se arrivasse un difensore di alto livello sarebbe la ciliegina. Intendo uno attento e in grado di costruire. Il reparto è forte, ma commette ancora qualche errore di troppo. Ci vorrebbe uno abituato a vincere, alla Chiellini dei suoi anni migliori, alla Rudiger per restare in ambito romanista. Uno che aggiunga ulteriore mentalità per vincere qualcosa di importante. Ma è proprio il pelo nell’uovo, già adesso mi aspetto tanto da questa Roma. E spero possa darcelo».
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