Roma Club Philadelphia: "Il nostro è un amore eterno"
Il presidente: "Tifare i giallorossi non riguarda mai vincere o perdere. È oltre. Siamo fiduciosi per la prossima stagione, la cosa importante è fare un passo alla volta"
"L’importante è fare un passo alla volta». Massimo Musumeci è il presidente del Roma Club Philadelphia e ci ha raccontato le sue sensazioni per la prossima stagione e il particolare rapporto con la squadra che ha un tifoso giallorosso trapiantato negli States.
Cosa ti lega particolarmente alla Roma e al tuo club, vivendo così lontano dalla Capitale?
"Sono nato e cresciuto a Roma, respirando Roma tutta la vita… gli americani mi chiedono spesso se tifo Italia; certo che tifo Italia, ma la Roma è un’altra cosa. Roma e la Roma sono una cosa sola e per me la Roma è il mio dna, non è tifo, è amore. Ne parlavo con un signore ad aprile durante Roma-Salernitana, dopo che suo figlio ha detto “meno male papà che ha vinto la Roma, non vinceva da un sacco’’. Io e il padre ci siamo guardati e abbiamo detto che quando quel bambino sarà grande, capirà che tifare Roma non riguarda vincere o perdere, ma è molto più di una squadra di calcio, è un ideale, fa parte di te. Io tiferò Roma anche nell’altro mondo".
Come e quando nasce il vostro club?
"Correva l’anno 2014 e avevamo fatto già alcuni incontri e proprio in quel periodo la Roma era venuta a Philadelphia, quindi sono venuti romanisti non dico da tutti gli Stati Uniti, ma sicuramente da tutta la East Coast. A quel punto io sapevo come volevo procedere, ci siamo affiliati all’Unione Tifosi Romanisti . Siamo arrivati anche a 100 iscritti, ne abbiamo persi alcuni a causa della pandemia perché in questi anni è stato a volte difficile incontrarsi o organizzare eventi. Comunque per me significa tutto. Io dico sempre che abito a Philadelphia ma vivo a Roma, è proprio questo che significa per me. La mia casa è praticamente giallorossa. Sui muri ho le bandiere, bandiere di fuori, la sedia con le sciarpe storiche. Nel 2011 una tempesta mostruosa ha fatto volare mezzo tetto di casa mia, come se si fosse aperta una lattina di Coca Cola e quindi sono venuti i vigili del fuoco e ci hanno avvisato che dovevamo evacuare la casa, perché stava diventando pericoloso. Mi hanno detto di prendere le cose essenziali… io ho aperto l’armadio e ho preso tutte le magliette della Roma. Tra i nostri consiglieri ci sono molti americani, anche persone che parlano poco italiano o affatto. Loro si sono appassionati al nostro club e alla Roma dopo che li ho portati a visitare la Capitale, di cui si sono tempestivamente innamorati, e lo Stadio Olimpico, dove hanno vissuto emozioni che neanche loro potevano immaginarsi. Sono cose che li hanno colpiti, da lì hanno cominciato a tifare Roma e non hanno smesso più".
Sensazioni sul calendario della Serie A 2022-23?
"Innanzitutto ci è andata bene perchè non vedo cicli di ferro che invece nella scorsa stagione si sono presentati. Questo è positivo perché quando giochi le coppe è chiaro che vanno via tante energie. È vero che prima o poi bisognerà affrontarle tutte, ma l’ordine delle partite è molto importante. Possiamo dire che è un calendario abbordabile e bilanciato. Pensa ad avere consecutivamente delle partite contro Juventus, Napoli, Inter, il derby… io appena escono i calendari vado a vedere subito le partite che ci sono nel periodo natalizio così da potermi organizzare per volare da Philadeplhia a Roma per seguire la mia squadra giocare dal vivo".
Hai desideri per la prossima stagione? Ti aspetti un giocatore in particolare?
"Non ritenevo necessario prendere un calciatore tipo Cristiano Ronaldo, ma sono stato felice dell’arrivo di Dybala. Vorrei un altro difensore centrale, senza dubbio, poi un’alternativa a Karsdorp, data la frenetica stagione appena passata, un altro centrocampista di personalità oltre Matic e possibilmente un altro centravanti puro, perché a parte Abraham nella rosa ci manca. Mi sembra che Wjinaldum e Belotti siano nomi giusti. La campagna acquisti deve essere funzionale per il benessere e le necessità della squadra alla luce dei tanti impegni".
Cosa pensi dei nomi usciti fino a ora?
"Matic è un giocatore che secondo me farà molto comodo perché conosce bene Mourinho, è uno dei suoi pupilli, è stato allenato da lui due volte, quindi sicuramente un centrocampista di qualità. Dybala e Wijnaldum non hanno bisogno di presentazioni. Celik non è assolutamente male come alternativa a Karsdoorp. Mi piacerebbe Frattesi alla Roma in quanto romano, romanista e anche un eccellente giocatore. Possiamo benissimo fare un’altra ottima stagione e finire tra i primi quattro, io ci credo, l’importante è sempre riuscire a fare un passo per volta. Per me il punto di partenza è la permanenza dello Special One, che dove va vince. Solo nel Tottenham non l’ha fatto ma perché non ne ha avuto il tempo, altrimenti ci sarebbe riuscito anche li. È stato detto che Mou vince solo in posti dove erano sempre stati abituati a vincere ma lui ha già dimostrato che non è assolutamente così. La Roma non ha la bacheca piena di trofei né una grandissima tradizione a livello di titoli, specialmente nelle ultime stagioni, invece lui appena arrivato nella Capitale ha fatto centro riportando una coppa dopo quattordici anni e ridandoci un successo europeo come non succedeva da una vita. Nella mia vita io metto davanti a lui soltanto “il Barone” Nils Liedholm. A parte lui e Mourinho la Roma non ha mai avuto allenatori così forti: bravi sì, ma mai a questi livelli".
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