16 Birra, storia di un ritrovo giallorosso nato due giorni prima del lockdown

Juri, proprietario del pub al Quadraro: "Era il bar di mia nonna. Qui si beve birra artigianale e si fa amicizia come allo stadio"

PUBBLICATO DA Chiara de Francesco
26 Gennaio 2022 - 09:49

Su via di Porta Furba, tra l'arco di Travertino e lo storico quartiere del Quadraro, esiste da quasi due anni un locale che è diventato ormai un punto di riferimento sia per gli appassionati di birra che per i tifosi della Roma che amano vivere la partita tra amici e ottimo cibo. Sedici Birra (16 birra), questo il suo nome, ha aperto il 7 marzo 2020, proprio nell'ultimo weekend prima del lockdown, un periodo non facile, soprattutto per le neonate attività commerciali. Prima il disorientamento e poi la voglia di rimboccarsi le maniche per ripartire più forte, grazie anche alla collaborazione con uno dei migliori birrifici romani, quello dell' Eternal City Brewing. È così che è nata l'American IPA "Capitan16", dedicata all'ex capitano romanista Daniele De Rossi oppure le quattro lattine dedicate ai campioni del passato come Rizzitelli, Delvecchio, Candela e Mexes. Juri Roazzi è il proprietario, l'artefice di tutto questo, che insieme alla compagna Giulia Segatore e al suo socio Alessandro Grappelli, gestisce questo piccolo pub nel cuore di Roma Sud. Un locale che da sempre ha fatto parte della sua famiglia; da "Bar Vittoria" gestito dalla nonna e dal papà a rinomata birreria artigianale è veramente un attimo. Recentemente è nata anche una sinergia con Il Romanista che ha prodotto la serie chiamata "Ieri Oggi Romani" dedicata a Roma e alla romanità.

Lo stendardo di 16 Birra, presente al locale e in molte trasferte della Roma

Siete un punto di aggregazione per i tifosi, come la vivete?
«Siamo davvero orgogliosi di essere diventati un punto di riferimento per il tifoso romanista. I nostri clienti si sentono a proprio agio come nel salotto di casa e fanno amicizia come allo stadio».

Riuscite ad andare allo stadio gestendo il locale?
«Purtroppo no, è difficile. È una delle cose a cui abbiamo dovuto rinunciare».

Vi manca?
«Assolutamente sì! È un sacrificio ma ne vale la pena, vivere le emozioni della partita al locale è altrettanto bello».

Quanto è stato difficile nascere il 7 marzo 2020 e resistere?
«Difficilissimo. All'inizio abbiamo avuto un momento di sconforto poi ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo reinventati (più e più volte!)».

Dopo la birra insieme a Il Romanista, all'orizzonte ci sono nuovi progetti sulla produzione di birre, o collaborazioni con altri birrifici?
«Certo, i nuovi progetti sono il nostro motore. E intanto chiunque volesse assaggiare le diverse varietà di birra del Romanista può passare al nostro pub!».

Un'altra collaborazione che avete intrapreso è quella con la Virtus Roma 1960.
«Siamo il main sponsor della squadra femminile, che milita in Serie C. Anche con loro abbiamo ideato, come fatto con Il Romanista, una birra speciale: in questo caso sulla lattina è rappresentata una fenice, che rinasce dalle ceneri proprio come sta accadendo ora con il progetto della Virtus».

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