Roma Femminile

Roma Femminile, Thomas: "Qui per crescere e vincere. I tifosi sono fondamentali"

La francese della squadra di Betty Bavagnoli: "La coach mi dice sempre di credere in me stessa. La differenza tra la Serie A e il campionato francese la fa l'intensità"

PUBBLICATO DA La Redazione
10 Dicembre 2019 - 18:05

Lindsey Thomas si racconta. L'attaccante della Roma Femminile, autrice del suo terzo gol in campionato nella vittoria 4-1 di domenica contro l'Inter, ha rilasciato una lunga intervista a Roma Tv, parlando dei suoi inizi, delle esperienze in nazionale e del primo periodo  con la maglia della giallorossa. Ecco le sue dichiarazioni.

Raccontaci un po' di te…sei nata a Guadalupa, com'è lì la vita?
"[...]Un po' particolare. È una piccola isola, è un dipartimento francese, anche se la cosa può sembrare un po' strana. È un bel posto dove passare le vacanze e divertirsi. Tutto sommato le cose vanno bene lì". 

Come hai iniziato a giocare a calcio?
"Con uno dei miei cugini, che giocava a calcio. Quindi è venuta anche a me voglia di cominciare a giocare. È iniziato tutto in famiglia [...]". 

La tua famiglia ti ha sempre accompagnato in questa scelta?
"Sì. All'inizio facevo atletica, poi ho dovuto scegliere se continuare a fare atletica o dedicarmi al calcio. Ho quindi smesso con l'atletica e i miei genitori hanno appoggiato sin da subito questa scelta. Mi hanno sempre sostenuto e lo fanno ancora. E di questo li ringrazio". 
 

Hai sempre giocato attaccante? Che tipo di attaccante sei?
"Sempre. Sono un'attaccante molto veloce, a cui piace attaccare gli spazi. Sono abbastanza tecnica e mi piace dialogare con le compagne. Cerco sempre di farmi trovare davanti alla porta e di concludere rapidamente".

C'è un attaccante in particolare a cui ti ispiri?
"Sì, in passato mi piaceva molto Thierry Henry. Ora mi piace molto Benzema. Fa davvero un grandissimo lavoro al Real. Ma mi piace anche Lewandoski del Bayern, mi piacciono questo genere di attaccanti".
 

C'è stato un allenatore in particolare che ti ha dato di più in carriera?
"Penso al mio primo allenatore, Samuel Petère, quando ero più giovane e giocavo assieme ai ragazzi. Mi ha aiutato moltissimo, mi ha consentito di andare in Francia per giocare a calcio. E anche l'allenatore che ho avuto in Svizzera per sei mesi. Mi ha davvero insegnato ad avere fiducia in me stessa e credo che questo mi abbia permesso di continuare a crescere e arrivare dove mi trovo ora".
 

In estate sei arrivata a Roma, qual è stata la tua prima impressione?
"L'impressione è stata ottima. È una città che ho iniziato a scoprire, prima non la conoscevo molto. Le persone sono state tutte molto calorose e accoglienti. Era la prima volta che sentivo parlare in italiano, era una cosa strana per me. Ho subito avuto un'ottima impressione, il gruppo si è comportato davvero bene con me. Anche tutto il personale del club, lo staff. È stato un ottimo inizio in vista della nuova stagione".
 
Cosa rappresenta la Roma in questo momento della tua carriera?
"Un nuovo punto di partenza. I quattro anni precedenti erano stati un po' complicati, ho giocato in prestito un po' a destra e a manca e non è stato sempre semplice. La Roma per me rappresenta un nuovo inizio, la possibilità di prendere una nuova direzione, iniziare delle cose nuove e continuare a crescere. Con l'esperienza oggi sono più forte e serena. Penso che per me sia l'inizio di una nuova avventura".
 

Che consigli ti dà la coach per crescere?
"Io sono una che non ha generalmente molta fiducia in sé stessa, anche se può sembrare il contrario. Coach Bavagnoli mi dice di credere nelle mie qualità, perché secondo lei ho delle qualità che poche giocatrici hanno. Dice che devo credere [...] in me stessa, perché sono in grado di fare grandi cose. Me lo ripete sempre, questo mi consentirà di aiutare al meglio la squadra".
 

Tra le compagne chi ti ha impressionato di più?
"Direi Manuela Giugliano. È molto giovane ma ha delle potenzialità enormi. Fa già parte della Nazionale e ha appena 21 anni. Vede le cose prima degli altri, gioca semplice, ha un ottimo tiro. Ed è anche molto gentile in campo, molto rispettosa e affettuosa. Mi ha colpito la sua semplicità di gioco, la sua tecnica e la sua visione, che è molto importante se giochi da numero dieci o a centrocampo".

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Quanto sono importanti i tifosi per voi?
"Vedere che il pubblico è sempre presente per sostenerci ci aiuta molto. Questo ci consente di dare sempre il massimo, anche nei momenti più difficili. È il dodicesimo uomo in campo e ci permette di ottenere un buon risultato anche quando le partite sono complicate. È importante vedere che il gioco che cerchiamo di proporre e di attuare piace e fa sì che ci sia sempre gente a vederci e a sostenerci. Ci spinge a continuare a lavorare in questa direzione per mostrare ai tifosi che abbiamo voglia di farli divertire quest'anno". 

Dopo queste prime giornate di campionato che obiettivo vi siete fissate per la stagione?
"Recentemente abbiamo subito due sconfitte che ci hanno fatto un po' male. Ma la stagione è ancora lunga, c'è tempo. L'obiettivo è quello di continuare a lavorare per vincere le partite. Alla fine della stagione, poi, tireremo le somme".

Hai giocato molto nel calcio francese, che differenze stai notando tra il calcio italiano e quello francese?
"Penso che ci siano delle differenze dal punto di vista dell'intensità. In Francia, solitamente quando una squadra forte ne affronta una meno forte, tende a far girare la palla, mantenere il possesso. Qui in Italia, anche quando si affronta una squadra sulla carta inferiore, questa viene comunque a pressare, dimostra intensità, va a contrastare. L'abbiamo visto, ad esempio, contro la Florentia. Seppure sulla carta sia inferiore a noi, è stata superiore in diversi aspetti del gioco. È stata più fisica e alla fine abbiamo perso la partita. Penso che qui in Italia l'intensità sia maggiore, si passa rapidamente da un lato all'altro del campo, c'è poco tempo per rifiatare. Gli avversari cercano di sfruttare i loro punti di forza per far male all'altra squadra [...] È un gioco più "box to box" come si dice".

Nel 2013 hai vinto l'Europeo Under 19 con la maglia della Francia in Galles, al Mondiale Under 20 del 2014 sei arrivata seconda, che emozioni ricordi?
"Sono dei bei ricordi, ero molto giovane all'epoca. Ero molto introversa, molto timida. Non parlavo molto, magari non riuscivo a esprimere al meglio quello che provavo. Sono stati bei momenti. Magari non li ho vissuti come li vivrei ora, ma mi hanno comunque trasmesso molta gioia e molto orgoglio. Sapevo che era solamente l'inizio di un percorso importante. È bello vincere da giovane, ma poi quando si cresce si ha voglia di vincere con la Nazionale Maggiore. Io lavoro per poter un giorno far parte della Nazionale francese e vivere le stesse emozioni che ho provato quando ero più giovane".

Tra i tanti tifosi che vi sostengono abbiamo visto spesso tante bambine, che consiglio ti senti di dare a chi vuole intraprendere un percorso nel calcio femminile?
"Di credere nei propri sogni. Si troverà sempre qualcuno che dirà che questo sport non è adatto alle ragazze. Non è vero. È uno sport che sta crescendo molto, soprattutto in Italia. Quindi se a una bambina piace giocare a calcio, deve essere in grado di poterlo fare, senza farsi troppe domande. Deve potersi divertire. Non si sa mai, magari un giorno potrà giocare alla Roma ed essere convocata in Nazionale e vincere dei titoli. Bisogna sempre credere in sé stesse, senza farsi scoraggiare dagli altri. Bisogna fare quello che si ha voglia di fare in un determinato momento senza farsi troppe domande. La vita è breve, quindi se è possibile fare quello di cui si ha voglia, bisogna farlo senza esitare".

Il 2019 ti ha regalato la Roma, cosa speri arrivi nel 2020?
"Il 2019 è stato un anno di alti e bassi. Venire qui è stata davvero una bella sorpresa. È un club molto importante, sono contenta di come è stato quest'anno. Non sono una persona difficile, mi accontento di poco. Spero in un bel 2020 con la maglia della Roma, magari vincendo un titolo e giocando con la Nazionale Maggiore, sarebbe molto bello".

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