Champions Femminile: Roma-Lione, cercasi miracolo al Tre Fontane
Contro la corazzata francese serve più di un'impresa, aggiungendo le assenze si fa ancora più complicata. Nulla è impossibile, ma il posto ai quarti non passa da domani
Battere o fare punti contro il Lione, la squadra più titolata di Francia e d’Europa, è già di per sé un’impresa. Se a questo si aggiunge il carico di sforzi di un periodo pregno di partite e una serie di infortuni e defezioni, ciò che la Roma vorrebbe fare domani sera è quanto di più simile a un miracolo sportivo. In vetta al girone A di Champions League a punteggio pieno dopo due giornate, sopra alle francesi per la differenza reti, le giallorosse domani sera alle 21 ospitano la squadra di Montemurro con l’ambizione di non sfigurare ma con la piena consapevolezza che, viste le circostanze, la corsa per la qualificazione ai quarti possa passare di più per lo scontro diretto al secondo posto con il Wolfsburg. Per le campionesse d’Italia non si tratta certo di partire sconfitte, quanto più di dare il giusto peso alle proprie ambizioni anche per affrontare al meglio una partita del genere.
Dubbio Viens e Di Guglielmo
Era già noto come Pilgrim e Dragoni non sarebbero state a disposizione della gara, ma all’elenco si sono aggiunte anche (almeno parzialmente) anche Viens e Di Guglielmo: «Non sono uscite al meglio dalla gara con la Viola, vedremo se riusciremo a portarle almeno in panchina». Sono parole del tecnico Spugna nella conferenza stampa di stamattina che ha preceduto la rifinitura del Tre Fontane, allenamento cui Di Guglielmo ha preso parte mentre la canadese no: sono entrambe convocate, ma è molto difficile capire quanto siano realmente a disposizione del tecnico. In virtù delle assenze e della necessità di difendere da un attacco capace di segnare 28 gol in 7 partite di campionato, la probabile formazione romanista (quanto meno a livello di interpreti) è facilmente ipotizzabile: difesa a quattro davanti a Ceasar con Thøgersen, Minami, Linari e Hanshaw, poi Glionna, Greggi, Kumagai (che si abbasserà tra le centrali in impostazione) e Haavi a sinistra, con Giugliano sulla trequarti e Giacinti davanti a tutte. L’ipotesi di una difesa a tre prevederebbe una maggiore copertura sugli esterni e meno sbocchi offensivi, ma l’allenatore valuterà fino all’ultimo come limitare le offensive del 4-2-3-1 di Montemurro, Chawinga e compagne. Previsioni e numeri a parte, la Roma d’Europa sa di non essere nuova a imprese contro ogni pronostico, i miracoli mancano ancora, ma crederci non costa nulla. Più di tutto conta, per esempio, sfruttare qualsiasi minima occasione verrà concessa alle bi-campionesse d’Italia.
«Ho voglia di vincere»
Se c’è una che può spiegare come si vince e come si gioca col Lione è Saki Kumagai, che con le francesi ha vinto qualunque cosa (5 Champions ma non solo) e che ha parlato in conferenza insieme a Spugna. Non ci sono novità positive sul suo rinnovo di contratto in scadenza a giugno 2025, ma la sua testa è focalizzata sul campo: «Ho giocato lì per otto anni, conosco bene la squadra e ho grande voglia di vincere. Proveremo sicuramente a far gol, tutti conoscono le qualità del Lione ma anche noi siamo una delle pretendenti al titolo. Voglio vincere la Champions, credo che la Roma abbia il potenziale per farlo». Nessun giro di parole e testa alta, rispetto ma non paura: la chiave giusta e l’unico modo di affrontare da grande una squadra ancora più grande e tirarne fuori qualcosa. DOmani sera al Tre Fontane sono previsti neanche 1.800 tifosi, mentre la gara sarà trasmessa live su YouTube e Dazn.
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