Roma Femminile

Tra trofei e trionfi, tre anni gloriosi per le giallorosse

Il 30 maggio del 2021 arrivò la prima Coppa Italia vinta dalla Roma

Betty Bavagnoli in foto

Betty Bavagnoli in foto (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Leonardo Frenquelli
30 Maggio 2024 - 07:44

lI tempo è relativo. La percezione che si ha del trascorrere dei giorni, mesi e anni  dipende sempre dal contesto cui si fa riferimento e tre anni, nello specifico, per una squadra di calcio possono rappresentare un periodo insignificante o sembrare un’eternità. Se si prende in esame la Roma Femminile in tre anni è cambiato il mondo, la dimensione e la squadra delle giallorosse, passata da “aspirante contendente” della Juventus che comandava in lungo e in largo in Italia a dominatrice assoluta del panorama nazionale. E c’è un momento esatto in cui quello stravolgimento di prospettive e dimensioni ha iniziato a prendere forma: era la notte del 30 maggio del 2021, la notte della finale di Coppa Italia contro il Milan al Mapei di Reggio-Emilia, la notte del primo trionfo romanista.

Ceasar tra i pali, difesa a quattro con Soffia, Swaby, Linari e Bartoli, Giugliano e Bernauer in mediana con Thomas, Andressa e Serturini sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Lazaro: questo era l’undici scelto dall’allora allenatrice Betty Bavagnoli per l’ultimo atto di una stagione che aveva visto le romaniste chiudere il campionato al quinto posto alla terza annata dalla nascita della squadra. Era già cominciato un percorso di crescita costante a livello di rendimento generale e di qualità della rosa, serviva una ciliegina per continuare a volare, per dare un punto da ricordare nell’ascesa verso i vertici del calcio italiano. «Andiamocela a prendere», aveva dichiarato Ceasar qualche giorno prima della gara in un’intervista a Il Romanista e raramente dichiarazioni furono più profetiche: dopo uno 0-0 ricco di tensione e paura di perdere per 120’ fu proprio la romena a diventare assoluta protagonista della lotteria dei rigori che regalò il titolo alle giallorosse (di Vanessa Bernauer il gol decisivo).

Da quel trionfo è cambiato tutto, a partire dalla guida tecnica: Bavagnoli ha lasciato il posto in panchina a Spugna diventando responsabile del settore femminile del club e col tempo sono aumentati investimenti e qualità della rosa, sempre più di respiro internazionale tra campionesse esperte e giovani talenti. Dopo quel trofeo è arrivata anche la Supercoppa Italiana e la qualificazione in Champions con tanto di storico raggiungimento dei quarti di finale al debutto, hanno cominciato a invertirsi progressivamente gli equilibri in campionato con la Juventus, fino ai due scudetti consecutivi e la seconda Coppa Italia portata a casa da Cesena, ancora ai rigori, stavolta contro la Fiorentina. Si è chiuso un cerchio che ha lanciato le giallorosse in vetta al calcio italiano, un cerchio che si è aperto esattamente tre anni fa, da una coppa all’altra, da una lotteria dei rigori all’altra, da Bartoli col trofeo a Bartoli col trofeo. Tre anni che sono il passato, la storia e il futuro, tre anni gloriosi in cui è arrivato anche il professionismo mentre la squadra di Bavagnoli prima e di Spugna poi stravolgeva il panorama nazionale.

Cinque delle titolari romaniste a Cesena c’erano anche il 30 maggio 2021 (Ceasar, Bartoli, Linari, Giugliano e Giacinti, al tempo rossonera), mentre nella Viola  oltre all’ex romansita Erzen, c’erano le ex milaniste Tucceri Cimini, Boquete e Agard che al tempo fu l’unica delle sue a segnare dal dischetto, mentre quest’anno è stata la prima a sbagliare. Il tempo è relativo, ma la Roma è campione, oggi come tre anni fa.

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