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Dal sogno alle lacrime: con l'Ajax la fine del sogno europeo

La Roma perde ad Amsterdam ed è fuori dalla competizione nonostante il pari del Psg con il Bayern Monaco

Emile Haavi delusa dopo la sfida con l'Ajax

Emile Haavi delusa dopo la sfida con l'Ajax (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Leonardo Frenquelli
31 Gennaio 2024 - 09:12

La Roma è fuori dalla Champions League. Ad Amsterdam contro l’Ajax finisce un sogno che all’inizio sembrava impossibile, poi aveva preso dei contorni più che reali e poi, dopo il ko per 1-2 in casa delle olandesi, si chiude in lacrime amare. Alla luce del contemporaneo pareggio di ieri sera tra Bayern Monaco e Psg, sarebbe “bastato” vincere contro la squadra di Bakker, ma ieri si sono unite in una sola serata la sfortuna, l’abbondanza di errori, la fretta di fare delle scelte decisive e delle prestazioni individuali molto carenti tra le romaniste: tutte cose che la Champions non ti permette, perché a volte il cuore non basta.

In campo non è stata di certo la miglior Roma della stagione, anche se nel primo tempo la squadra di Spugna ha saputo rendere per lo più sterile il prolungato possesso dell’Ajax e colpire per prima dopo due grandi occasioni. La firma l’ha messa capitan Bartoli con un bel colpo di testa su punizione battuta da Giugliano al 32’ (e pensare che, per 5’ minuti, prima del vantaggio del Bayern a Monaco, quel gol bastava a qualificarsi per i quarti). Già nel primo tempo però si sono viste le difficoltà di Kumagai nel tenere i ritmi forsennati di una pazzesca Yohannes (sedicenne di impressionante talento e qualità) e Giacinti non riusciva a incidere come necessario nei momenti in cui veniva chiamata in causa in attacco. Male loro due, benissimo la linea difensiva (Linari su tutte) e anche Bartoli, che ha colpito una traversa ancora di testa al 43’, solo 2’ prima del pareggio olandese. Una ripartenza nata da un’incomprensione tra Feiersinger e Kumagai in mediana (gravissimo che l’indecisione arrivi dalle più esperte) che ha lanciato l’Ajax verso la rete di Hoekstra al primo vero tiro in porta.

Nella ripresa la Roma ci ha provato ma in maniera troppo caotica, frettolosa, con la stanchezza che pian piano veniva fuori nonostante il buon apporto di Greggi subentrata per Giugliano all’intervallo (per la numero 10 un iperestensione al gionocchio, da valutare nelle prossime ore). Nonostante la poca lucidità Viens ha sfiorato il palo con un colpo di tacco che avrebbe avuto dell’incredibile e poi è andata vicina al gol anche Glionna con un gran destro da fuori. All’85’ però è arrivato il colpo del ko con un autogol di Kramzar sugli sviluppi di un angolo. Manca un rigore solare per Bartoli nel recupero, ma anche segnarlo non sarebbe bastato a passare il turno.

C’è tanto da imparare da un ko che fa così male, da un sogno che si trasforma in lacrime amare (non solo per colpe proprie, non vanno dimenticati gli arbitraggi indegni delle due gare col Bayern) e bisogna farlo subito, perché domenica c’è già il big match con la Juve in campionato.  La Roma deve trovare la forza di prendere il meglio dall’esperienza in un girone che sulla carta era del tutto fuori portata, ma fa tanto male proprio perché, a conti  fatti, forse sarebbe bastato poco di più per tornare di nuovo a essere tra le migliori otto squadre d’Europa.

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