La Roma Femminile è grande. E ora lo sa
Contro il Barcellona Bartoli e compagne hanno perso, ma oltre il risultato c’è tantissimo di più. E intanto il mondo intero parla di loro e dei romanisti
Consapevolezza, personalità e coraggio. Il tabellino di Roma-Barcellona femminile nell’andata dei quarti di Champions premia le blaugrana con un vantaggio minimo ma, per paradossale che possa sembrare, nella gara giocata in un Olimpico meraviglioso le giallorosse hanno vinto sotto tanti aspetti.
Preparazione esemplare
Il primo è quello della consolidata capacità di farsi trovare pronte per sfidare un avversario che sulla carta e sul campo ha doti nettamente superiori, perché le blaugrana che sono arrivate all’Olimpico avevano segnato soltanto un gol o meno in due partite tra tutte le competizioni e aver limitato il loro impeto con la grandissima resistenza difensiva è stata una prova di straordinaria solidità (complici le incredibili prestazioni di Ceasar, Wenninger e Linari tra le altre). Martedì le giallorosse si sono presentate con un piano di gara ben chiaro in testa e hanno anche saputo modificare il loro atteggiamento a gara in corso tanto da creare diverse opportunità per trovare il pareggio nella ripresa: è stata la chiara prova di come la squadra di Spugna abbia acquisito col tempo una consapevolezza dei propri mezzi invidiabile e al contempo l’umiltà di adattarsi a quanto richiesto dalle singole sfide.
Lo avevano fatto già nei gironi nella sfida al Francioni contro il Wolfsburg ma sfruttando un approccio sbagliato dalle tedesche, mentre all’Olimpico il Barça è partito forte e le romaniste hanno tenuto botta come quasi nessuna difesa, intesa come lavoro collettivo ancor prima che come singolo reparto, in tutta Europa sarebbe capace di fare. Sono tutti frutti del percorso fatto in una stagione straordinaria, maturati nella serata più importante di sempre. Poco importa quindi che sia finita 1-0 per le catalane, in ogni gara di questo tipo la Roma si riscopre più forte e, spostando l’attenzione sul titolo da conquistare in campionato, questa è una consapevolezza che sarà fondamentale per capitalizzare il vantaggio acquisito con merito. «Vinceremo il tricolor», cantava la Curva Sud dopo il triplice fischio di martedì: facevano bene, alla faccia della scaramanzia, perché se le giallorosse sapranno anche soltanto imitare in Serie A l’intensità, la compattezza e la capacità di lottare mostrate contro la squadra di Giraldez lo Scudetto sarà loro, per la prima volta dopo gli anni di dominio juventino.
Record ed emozioni
«Roma è Magica» ha scritto una fierissima capitan Bartoli ieri sui social per sottolineare la speciale serata di Champions: all’Olimpico la magia della sua squadra si è vista tutta in campo, un gruppo capace di superare le difficoltà con un impegno commovente, che ha colpito i 39.454 presenti nell’impianto del Foro Italico (record per il calcio italiano) e tutto il mondo in generale. Un mondo che ha celebrato il grande traguardo di spettatori e poi ha cominciato a parlare dell’eroica prestazione delle romaniste, riconoscendole giustamente i grandi meriti tecnici, basti pensare che la maggior parte dei media spagnoli ha messo tra le migliori in campo del Barça il portiere e capitano Paños: spiega molto, dato che si parla della formazione più prolifica d’Europa per distacco.
Non è finita
Ora la squadra di Spugna (elogiata su Twitter anche dai Friedkin) avrà 6 giorni per arrivare alla gara di ritorno al Camp Nou (in programma alle 18.45 mercoledì prossimo) e lo farà con un sentimento che neanche il più ambizioso e sognatore dei tifosi avrebbe potuto immaginare il giorno del sorteggio: serve un miracolo, ma si può fare. Poi forse non sarà così ma di certo le giallorosse ci proveranno, perché sognare non costa nulla e la partita, lo spettacolo le emozioni vissute allo Stadio Olimpico hanno fatto capire alla squadra e a chi la segue che a volte i sogni si possono realizzare anche quando sono più grandi di te. Il Barcellona resta una superpotenza ma non è impenetrabile e la Roma arriverà in Spagna non sono come una grande squadra, ma come una che sa davvero di esserlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA