Roma Femminile

Femminile, Spugna: "Vogliamo raggiungere qualcosa di importante"

Il tecnico: "Questa può diventare la mia città, in parte già lo è, il clima è incredibile, i tifosi sono fantastici, speriamo di dare loro tante soddisfazioni"

Alessandro Spugna, allenatore della Roma Femminile

Alessandro Spugna, allenatore della Roma Femminile (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
29 Dicembre 2022 - 13:55

In seguito all'annuncio del rinnovo fino al 30 giugno 2024, Alessandro Spugna, tecnico della Roma Femminile, ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali del Club. Di seguito le sue parole.

Sul rinnovo. 
"Questo rinnovo rappresenta una cosa importante, perché è sinonimo di continuità e fiducia da parte del club. Sicuramente il fatto di continuare un percorso di crescita, ambizioso, perché siamo tutti molto ambiziosi e vogliamo raggiungere qualcosa di importante".

Il rapporto con la città
"Con questa città ho un rapporto molto bello, perché anche prima di arrivare alla Roma ho pensato che fosse la città più bella del mondo. Viverci magari è differente, ma è una città che mi piace molto. Mi piace prendermi dei momenti per vederla da vicino. L'ho sempre visitata da turista, ma ho cercato sempre di vedere anche qualcosa di diverso. Una città straordinaria, ti offre tantissimo e non ti annoia".

Cosa hai provato alla chiamata di Betty Bavagnoli?
"Ero stupito, non me lo aspettavo. Io arrivato dall'Empoli, era il mio primo anno in Serie A. Mi sembrava tutto molto affrettato. Subito dopo ho realizzato e mi sono subito catapultato nel pensare a cosa potessi andare incontro. Però ero anche consapevole di arrivare in un club importante, con qualcosa di straordinario da fare".

Chi è il tuo idolo calcistico?
"Una figura che mi ha trasmesso tanto dal calcio è Cruijff. L'ho apprezzato sia da calciatore sia da dirigente. Credo che lui abbia dato un senso al gioco del calcio in maniera diversa dagli altri. Ho sempre cercato di seguire e leggere tanto di lui. Penso sia stato una guida per me".

Quali sono i tuoi principi di gioco?
"Voler dominare la gara. Vogliamo portare un calcio molto offensivo, fatto di possesso. Vogliamo avere delle giocatrici che siano protagoniste. Dobbiamo costruire dal basso, cercare di dominare la partita nella metà campo avversaria. Ciò comporta qualche rischio in difesa, però devi anche esserne consapevole. Penso che se vogliamo fare un calcio europeo dobbiamo fare questo. Un calcio aggressivo, fatto di riconquista immediata. Non credo nei sistemi di gioco, ma credo nell'interpretazione dei sistemi di gioco, che sono due cose diverse. Per fare questo devi avere calciatrici brave, che abbiano tanto coraggio. Se vuoi arrivare in alto devi affrontare squadre importanti e giocatrici molto forti, quindi il coraggio si deve sempre avere. Qui a Roma stiamo cercando di migliorare sempre, perché non ti puoi mai fermare".

Come sei arrivato ad allenare una squadra femminile?
"Ero alla Juventus nel settore giovanile maschile. Mi fecero la proposta di allenare la primavera femminile. Iniziava il progetto a livello nazionale e io accettai subito perché ho visto subito l'opportunità, ma anche un modo per completare il mio percorso da allenatore"

SUl rapporto con le giovani calciatrici.
"Nel mio percorso ho avuto la possibilità di allenare tante giocatrici giovani e di talento. Anche adesso, nella nostra squadra ci sono tante giocatrici giovani. Ho avuto la possibilità di allenare calciatrici già più esperte, che hanno fatto un percorso totalmente differente rispetto a quelle delle giovani attuali. C'è differenza, però credo che il giusto mix sia la cosa più importante. Alle giocatrici giovani serve comunque l'esperienza che hanno avuto e il percorso che hanno fatto anche le ragazze più esperte è importante. Però è anche vero che oggi le calciatrici giovani hanno la grande fortuna di poter lavorare da subito in club importanti a livello professionistico".

Cosa c'è dietro tutte queste prestazioni di livello?
"Dietro a tante vittorie e tante prestazioni di livello c'è un lavoro di tutto lo staff, perché la Roma ha messo a disposizione uno staff di grandissime persone che quotidianamente lavorano con grande impegno. Poi in campo ci vanno le calciatrici che devono essere brave a trasformare tutto quello che è una idea e il lavoro della settimana. Però mi sento di ringraziare tanto tutte le persone che insieme a me quotidianamente lavorano, perché sono dei grandi professionisti. Oggi l'allenatore non può pensare di lavorare da solo, perché le cose da fare sono tante e devi avvalerti di tante persone. Qui a Roma ho la fortuna di essere accompagnato da professioinisti fantastici".

Cosa deve fare un allenatore secondo te?
"L'allenatore secondo me deve essere una persona curiosa, che si aggiorna tantissimo, che cerca di portare sempre qualcosa di nuovo. Bisogna continuare a farlo, non si deve pensare che dopo essere arrivato ad allenare in prima squadra basti quello che si sa già. Si deve continuare a studiare e capire, molte volte questo te lo fanno capire anche le calciatrici. Quindi bisogna sempre cercare di ampliare le proprie conoscenze".

Che valenza ha avuto il passaggio al professionismo?
"Ha portato una tutela maggiore alle ragazze, perché adesso è il loro lavoro e ci sono quindi delle tutele maggiori. Per chi giocava in società professionistiche come la Roma aveva già le stesse possibilità già da qualche anno. Poi per le ragazze aumenta anche la responsabilità perché oggi a tutti gli effetti è il loro lavoro"

Sulla Champions.
"Una competizione straordinaria. Abbiamo vissuto delle emozioni incredibili. Probabilmente non ci aspettavamo nemmeno di fare un percorso così. Tutto è nato dal primo sorteggio, abbiamo percepito che potevamo fare qualcosa. Ci siamo riusciti nella trasferta di Glasgow. Poi è arrivato il secondo sorteggio col Paris FC, anche questo, devo essere sincero, è stato abbastanza fortunato. Però in tutto questo poi c'è stata la volontà di confrontarsi con delle squadre a livello internazionale. La cosa bella è il fatto di voler stare a questo livello e voler provare a migliorare questo livello internazionale. Non ci eravamo mai confrontate in questo ambito, adesso ci siamo e vogliamo rimanerci".

Che rapporto hai con i tifosi?
"Loro ci danno una spinta in più. Sono i tifosi più numerosi del campionato italiano, ma non solo. Abbiamo avuto l'opportunità in Champions di averli in trasferta, e non è una cosa così scontata. Loro ci sono sempre e si sentono. Ogni partita che facciamo al Tre Fontane e a Latina in Champions ci stupiscono, sono sempre di più sold out dopo sold out. Ci sostengono sempre e per noi sono una marcia in più. Speriamo di poter offrire loro uno spettacolo sempre migliore e qualche soddisfazione, una Supercoppa è già arrivata, loro se lo meritano, quando scendiamo in campo lo facciamo anche per loro".

Roma può diventare la tua città?
"In un certo senso un po' già la sento mia, perché mi piace molto, ci sto molto bene, c'è un bel clima, la gente è molto calda. Va tutto d'accordo con il mio carattere, quindi penso possa diventare la mia città, sì". 

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