Roma Femminile

Femminile, adattarsi è crescere: ecco la maturità "europea"

La Roma ha vinto superando le difficoltà di palleggio dovute allo stato del terreno di gioco. Minami perfetta, Greggi inesauribile, Haavi decisiva

Elena Linari esulta dopo la vittoria con lo Slavia Praga

Elena Linari esulta dopo la vittoria con lo Slavia Praga (As Roma via Getty Images)

PUBBLICATO DA Leonardo Frenquelli
22 Ottobre 2022 - 17:30

Adattamento: è questa la parola chiave che ha guidato la Roma Femminile nel suo primo storico successo nella fase a gironi della Champions League contro lo Slavia Praga. È un concetto che si può legare sia all’intera prestazione della squadra, sia che alle singole scelte applicate dal tecnico a gara in corso.

Il campo del Francioni di Latina era in condizioni pessime, ma non è una novità: era persino peggio prima dell’intervento del club romanista, che in tempo per la prossima gara casalinga provvederà a renderlo definitivamente pronto e  consono all’idea del calcio cui la squadra di Spugna è sempre legata, fatta di circolazione di palla e qualità nel possesso. Due giorni fa però, giocare “da Roma” era impossibile e allora Bartoli e compagne hanno dovuto affidarsi a diversi palloni alti puntando sulle sponde di Haug (grande prova della norvegese), cercando al contempo di arginare l’aggressiva fisicità delle ceche. Il tutto è stato possibile anche grazie a una prestazione ai limiti della perfezione di Linari, Wenninger e Minami, con quest’ultima estremamente duttile e precisa nell’essere al posto giusto al momento giusto. Un’altra che al Francioni ha brillato è Giada Greggi: nel suo dedicarsi quasi completamente a un’azione di rottura del gioco avversario c’è tutta la sintesi di una giocatrice è già a livello internazionale ed è una risorsa indispensabile per la Roma europea.

È giovane ma molto matura, caratteristiche che ha messo in mostra anche la squadra in sé nel cambiare in base a quello che chiede la gara: «conta più vincere che fare il gioco bello», ha sintetizzato perfettamente Ceasar. Ha saputo adattarsi anche Spugna: la difesa a tre con Bartoli schierata da quinta di centrocampo a destra non dava il giusto equilibrio tra fase offensiva e  difensiva e lui all’intervallo è passato a una linea a quattro abbassando la capitana e mettendo un vero tridente davanti con Giacinti, Haug e Haavi. Da quella scelta è nata la riscossa offensiva della Roma e il risveglio della numero 11 che fino a quel momento non aveva inciso: con meno preoccupazioni difensive ha propiziato il gol partita di Giacinti, oltre a venire fermata per due volte per due fuorigioco molto pittoreschi. Per questo ha pesato tanto anche la capacità di adattarsi del tecnico e quando Haavi entra in partita è sempre, sempre decisiva.

Aspettando di tornare in campo in Champions (appuntamento a mercoledì 26 in casa del St.Polten, gara che richiederà soluzioni ancora diverse), le giallorosse domani alle 12.30 dovranno affrontare il Como al Tre Fontane nella 7ª di Serie A. Non c’è un attimo di pausa: oggi è giorno di rifinitura, con la Roma che ha  capito che adattarsi, significa crescere. E vincere.

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