Femminile Primavera, un’altra festa romanista: ancora campionesse!
A Tirrenia la Roma vince il terzo Scudetto di fila. Battuta 2-0 la Juventus con i gol nella ripresa firmati Bergersen e Pacioni. Semplicemente le più forti
Ancora una volta. Ancora, inequivocabilmente, le più forti di tutte. La Roma Femminile Primavera è campione d'Italia per la terza volta consecutiva. Ieri a Tirrenia le giallorosse hanno sconfitto la Juventus per 2-0 con una partita che è stata un misto di forza, qualità, consapevolezza e carattere, con la capacità di far sembrare facile e scontato il riconfermarsi anno dopo anno, di fissare sempre quel Tricolore sul petto. Quella di ieri è stata la quarta finale in quattro partecipazioni al torneo: solo nella prima è arrivata una sconfitta ai rigori con l'Inter, poi solo trionfi, sempre contro la Juve e l'ultimo episodio della saga è stato il più bello, la prestazione migliore e più dominante.
Le ragazze di mister Melillo (massimo artefice del ciclo vincente e ai saluti dal prossimo anno) hanno creato più delle avversarie nel primo tempo senza però riuscire a sbloccare il risultato. Entrambe le squadre hanno spinto molto sul versante destro ma la Roma era meglio messa in campo, forte nel pressing e rapida nella costruzione della manovra. Al 12' la talentuosa e già nel giro della Nazionale centrocampista Ferrara ha calciato dalla distanza colpendo il palo con un destro velenoso, complice una non perfetta Nucera. La stessa Nucera si è invece superata respingendo un colpo di testa da distanza ravvicinata di Petrara al 21'. Alla mezz'ora Arcangeli (tra le migliori della Juve con Pfattner e Bertucci) si è liberata bene per calciare da dentro l'area di rigore e la sua conclusione è stata deviata sull'esterno della rete da un ottimo intervento di Merolla.
Come era successo nella semifinale contro il Milan, la Roma ha sbloccato la gara a inizio ripresa: cross da una punizione sulla trequarti, sponda di Pacioni e zampata vincente di Mina Bergersen. Lei che all'esordio in Serie A con le "grandi" ha subito trovato la via del gol, lei che aveva dato una svolta alla gara contro le rossonere subentrando dalla panchina e lei che ha aperto la strada verso l'ennesimo trionfo. Al 53' Schatzer ha negato sulla linea il raddoppio romanista, poi per le giallorosse è arrivata una doccia fredda: un brutto errore di valutazione è costato a capitan Massimino la seconda ammonizione e il rosso al 55'. Roma in crisi? No, anzi. È stato in quel momento che le giallorosse hanno messo a frutto le qualità maturate nel corso degli anni, quando Corelli ha cominciato ad abbassarsi e a lottare con sacrificio su ogni pallone, quando Ferrara ha deciso di tenersi strette le chiavi del centrocampo e quando Pacioni ha deciso che dalla difesa giallorossa non sarebbe passato neanche uno spillo. La prestazione del centrale difensivo è stata praticamente perfetta e proprio lei ha messo il punto esclamativo sul dominio romanista che era continuato al netto dell'inferiorità numerica. A 10' dalla fine si è reinventata trequartista rubando il possesso avversario, superando due avversarie in dribbling per poi battere Nucera col destro. 2-0 e tripudio a Tirrena, con i minuti finali ancora teatro di diverse occasioni romaniste.
Sta nella forza di trasformare in opportunità anche il trauma di un'espulsione e sta tutta nella gioia degli abbracci dopo il triplice fischio la degna conclusione di un cammino straordinario. Le juventine, sconfitte con onore, sono crollare in lacrime a gara finita, mentre le giallorosse hanno iniziato la loro festa. Hanno portato in trionfo il figlio del tecnico Melillo, facendo guidare a lui il trenino, sfilando tutte sotto una bandiera della Roma e poi Massimino ha alzato il trofeo al cielo ed è diventato ancora tutto più vero, bello e meritato. Per la terza volta di fila la Roma è campione d'Italia.
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