Cronaca

Ricorso bocciato per la ditta punita dall'Anac

La Dsba srl è stata esclusa da alcuni appalti pubblici

PUBBLICATO DA Marco Battistini
24 Settembre 2017 - 09:46

Società esclusa da alcuni appalti e segnalata dall'Anac: stangata dal Consiglio di Stato.La Dsba srl aveva proposto ricorso contro il provvedimento dell'Anticorruzione relativo ad una sanzione pecuniaria pari a 5000 euro con tanto di inibizione per 3 mesi dalla partecipazione a procedure di affidamento dei contratti pubblici. Sanzioni applicate sulla base della segnalazione di Roma Capitale, circa la mancata dichiarazione della situazione di collegamento sostanziale tra la Dsba ed altra impresa, la Codisab, nell'ambito della procedura di affidamento indetta da Roma Capitale per la riqualificazione della propria rete viaria in occasione del Giubileo 2015 -2016. Ieri il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso in appello, dopo la bocciatura già disposta dal Tar di Roma. Alla sanzione pecuniaria si aggiungono le spese di causa per 3000 euro che la stessa srl dovrà rifondere all'Anac. La ditta in questione è ben nota nel centro Italia. Si tratta di una società, con sede a Carsoli, in provincia di L'Aquila. Un'azienda riconducibile alla famiglia degli impresari Di Sabantonio, che si è occupata della "manutenzione ordinaria, sorveglianza e pronto intervento" di due strade regionali che portano ad Amatrice. Il sindaco Pirozzi si era lamentato pubblicamente di come avevano gestito l'emergenza neve di gennaio. È vero che la Dsba è riuscita a ottenere l'incarico perché regolarmente inserita nella white list del 2015, ma è anche vero che a dicembre di quello stesso anno è stata esclusa dagli appalti per il Giubileo, dopo una segnalazione dell'Anac: avevano partecipato allo stesso bando due società gemelle con nomi diversi (Dsba e Codisab) ma sempre riferibili ai Di Sabantonio, e questo —secondo il Comune di Roma— aveva alterato la concorrenza.

L'INTERVENTO DELL'ANAC - Da tempo l'Anticorruzione monitora con grande efficacia le possibili anomalie riguardanti gli appalti pubblici. In particolare fra il 2015 ed il 2016 i riflettori erano puntati sulle gare assegnate spesso con il criterio della somma urgenza. La vicenda in questione viene spiegata nel dettaglio dall'on.Riccardo Nuti, che a marzo aveva presentato un'interrogazione al premier Gentiloni ed ai ministri Minnitti e Delrio. La Dsba, il 24 settembre 2015 era riuscita a vincere uno degli appalti che il Comune di Roma aveva pubblicato in agosto per preparare la città ad accogliere i pellegrini in vista del Giubileo annunciato da Papa Francesco. L'assegnazione dei lavori, come il rifacimento di un marciapiede in viale America, zona Eur, venne stoppata dall'Anac di Raffaele Cantone. Meno di un anno fa, il 7 dicembre 2016, (nota 0138639) rilevò un collegamento molto forte con un'altra ditta,la Codisab srl. In sostanza oltre ad avere sede nello stesso indirizzo, essersi registrate al sistema di Roma Capitale "con - secutivamente dal medesimo indirizzo IP" ed aver presentato un'offerta con differenza minima, è emerso che i due soci di Codisab, Alvise e Antonio Di Sabantonio, erano il padre e lo zio del socio unico di Dsba, Nunzio Di Sabantonio, e che l'offerta della prima avesse di fatto "condizionato l'aggiudicazione". Non bastò una missiva del titolare in Campidoglio nella quale si chiedeva come mai "se c'erano possibili correlazioni con le società, sono state invitate entrambe alla stessa procedura". Marco Domizi, all'epoca dirigente del Dipartimento Lavori Pubblici di Roma Capitale, con determinazione dirigenziale 1600 del 10 dicembre 2015, stabilì la "esclusione della Dsba srl dalla procedura negoziata". Come confermato dalla sentenza del Consiglio di Stato si trattava di un appalto dal valore complessivo pari a 970.000 euro.

GESTIONE POST TERREMOTO - Dall'interrogazione parlamentare emergono altri dettagli sulla Dsba srl. "Risulta che la Dsba s.r.l. abbia partecipato anche agli appalti della ricostruzione post terremoto dell'Aquila, in un'associazione temporanea d'imprese composta anche da una società legata a Cosa Nostra, in particolare ad un prestanome di Vito Ciancimino". Il deputato Nuti concluse l'atto ispettivo sollecitando il governo a fare chiarezza. "Quanto sopra descritto, anche se di per sé non descrive una chiara situazione di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata negli appalti relativi al terremoto del centro Italia, secondo l'interrogante, è comunque sintomatico di un contesto ove le politiche di prevenzione delle attività criminali rischiano di essere inefficienti -affermava il parlamentare- chiedo quindi quali iniziative,per quanto di competenza, intenda intraprendere il Governo al fine di prevenire infiltrazioni da parte della criminalità organizzata negli appalti inerenti la gestione post-terremoto a seguito degli eventi sismici che hanno interessato di recente il centro Italia". Interrogativi che a distanza di quasi un anno restano ancora in piedi.

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