Cronaca

Tanti amici in Sapienza nel ricordo di Francesco Valdiserri

In Aula Magna tra musica cinema, risate, lacrime e sicurezza stradale. Salvatores: «Serve un’anarchia creativa»

L'Aula Magna della Sapienza all'evento per Valdiserri

L'Aula Magna della Sapienza all'evento per Valdiserri

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
01 Dicembre 2022 - 10:48

"Francesco era appena arrivato alla Sapienza, dopo un derby molto combattuto giocato contro il DAMS di RomaTre. Lo avevano convinto la completezza del piano di studi, ma anche la possibilità, tra triennale e biennale, di inserire tanto delle sue passioni dentro una preparazione solida. Poi, se non fosse andata bene - ha rivelato a Paola, la sua adorata mamma - il piano B: nel caso, farò il mozzo. Perché Fra era questo, un momento qui sulla terra e uno a galleggiare nella sua fantasia. Ascoltate Paola: “Anche nei momenti più bui mantenete sempre la vostra voglia di essere felici e di correre incontro alla vita. C’è sempre tempo per essere felici, siamo noi che a volte ce lo scordiamo”. Le parole sono di Luca, il papà di Francesco, la voce è di Caterina Ruggia, una sua amica, che va a leggere sul palco, con ammirevole freddezza - è attrice, e si vede - in un pomeriggio di forti emozioni, e lacrime provate invano a trattenere. Dopo aver vinto il derby con RomaTre, la Sapienza ha prestato l’Aula Magna al ricordo del suo giovane studente, nell’evento organizzato dal Corriere della Sera, il giornale per cui lavorano papà Luca e mamma Paola, rappresentato dalla vice-direttrice, Fiorenza Sarzanini, che ha anche spiegato le modalità per partecipare al premio, intitolato a Francesco, riservato a chi ha fatto la tesi di laurea su cinema e musica. Si è parlato di sicurezza stradale, dell’importanza di non bere e di non distrarsi con il telefonino al volante ("Se riuscirò a salvare anche una sola vita, allora forse anche la morte di Francesco non sarà stata inutile", ha ricordato più volte Luca), come è inevitabile per un ragazzo investito da un’automobile sul marciapiede, mentre tornava a casa dal cinema.

“Margini” da applausi

Era andato a vedere “Margini”, opera prima di Niccolò Falsetti, giovane regista grossetano, che si era laureato proprio qui alla Sapienza. "E proprio qui avevo cominciato - ha raccontato, visto che era uno degli ospiti dell’evento - mi è stata assegnata la mia prima regia per uno spot del CIAO, lo sportello di orientamento dell’Università, a 100 metri da qui, appena dietro l’Aula Magna". Spigliato e divertente, è stato uno dei più applauditi dalla platea, quando ha raccontato del coinvolgimento di un ragazzo conosciuto ai tempi della scena punk-hardcore, Michele, meglio noto come Zerocalcare. "Era “quello di Roma” che chiamavamo per fare i manifesti dei concerti, “quello che usciva con tizia, l’amico di quell’altra”. Lo avevamo coinvolto per un cammeo, lo incontravamo alle serate in cui si suonava, e ogni volta gli dicevamo, “tranquillo, c’è stato un rinvio, è cambiato il governo, abbiamo perso il bando, ma tra sei mesi il film si fa...”.  Solo che siccome il film ha avuto una gestazione di sei anni, alla fine lo evitavamo, pensando: “Ce sta Michele, che figurademmerda che stiamo a fa’ con lui”. E lui faceva lo stesso: “Ce stanno quei matti di Grosseto, che so’ anni che parlano de’ sto film...”. E ci evitava pure lui: ce lo ha raccontato in una striscia".

Un Oscar e uno Strega

Era l’ultimo intervento, il primo era stato di Gabriele Salvatores, Oscar per “Mediterraneo”. "Quando avevo 14-15 anni non c’era ancora il punk rock - racconta - ma  la musica psichedelica. Volevo fare il musicista, l’incipiente caduta dei capelli me lo ha impedito. Ricordo quando riuscii a comprarmi una chitarra ero nel Movimento Studentesco: entrai in assemblea mentre dicevano che la chitarra era stata dichiarata strumento dell’imperialismo americano. E lasciai il Movimento. Iniziammo a fare teatro: era un’utopia farlo nel 1971 con ragazzi di vent’anni, nelle cantine di Gratosoglio. Penso al verso dei Pink Floyd, Teacher leave us kids alone: ai ragazzi di oggi dico di dedicarsi a un’anarchia profonda e creativa. Rischiamo omologazione e abbassamento del gusto: ripartiamo dal basso, anche dalle cantine". Poi è salito sul palco Paolo Giordano, Premio Strega con “La solitudine dei numeri primi”. E anche lui ha raccontato un breve, inedito passato da musicista. "Con Francesco scopro che avevamo riferimenti musicali straordinariamente simili. Ma ricordo quando volevo fare il musicista: dovevo suonare in un pub, il “Tasso Barbasso”, davanti a 10 persone. E cinque minuti prima, in bagno, ho vomitato per la tensione". La musica come tema portante dell’evento, concluso da tre canzoni suonate dagli Origami Smiles, il gruppo in cui Francesco cantava. Ora tocca alla sorella del chitarrista, piccola, ma con una voce intonata e potente: gli ultimi applausi di un’Aula Magna gremita e piena di giovani, sono tutti per lei. E per “Next Morning”, il primo pezzo rilasciato dagli Origami, che fa da sottofondo musicale a un montaggio con immagini di Francesco. Parlava di "voglia di essere felici" mamma Paola, ma in quel momento le lacrime, tra i tanti che lo conoscevano, riescono a trattenerle in pochi.

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