Florenzi: "L'insegnamento di Totti e De Rossi? Mettere la Roma al primo posto"
Il terzino giallorosso in conferenza stampa: "Quello che voglio dare lo voglio dare in campo. Voglio che i compagni mi vedano come un esempio di umiltà"
Alessandro Florenzi ha parlato in conferenza stampa insieme al suo allenatore Paulo Fonseca alla vigilia del match di Europa League contro l'Istanbul Basaksehir. Ecco le parole del terzino giallorosso:
Domani giocherete la quarta partita all'Olimpico calcolando anche il derby. Quanto può aiutare questo con una squadra in crescita?
"Sicuramente giocare in casa ha un altro sapore ma abbiamo un obiettivo comune, essere noi stessi in casa e fuori, giocare il nostro calcio qualsiasi sia l'avversario o stadio in cui giochiamo. In casa ci troviamo a nostro agio ma questo è l'obiettivo di quest'anno".
Dopo l'addio di De Rossi, tu e Pellegrini rappresentate l'anima romana. Sentite la responsabilità?
Si la sentiamo, abbiamo un grande senso di appartenenza verso questa società e siamo molto orgogliosi di vestire questa maglia cosi importante. La responsabilità ci sta e ce le prendiamo a tutti gi effetti. Speriamo di far bene e far capire ai compagni cos'è Roma e la Roma".
Uno degli accorgimenti tattici è non spingere con tutti e due i terzini. Tu da terzino ti senti più tranquillo così?
"Ci saranno partite dove se il mister riterrà opportuno saremo con tutte e due i terzini perché tutte le partite vengono analizzate nei minimi dettagli. Contro il Sassuolo il mister ha ritenuto di salire solo con un terzino e a me spettava la fase di impostazione da dietro e questo in larga parte della partita si è visto. Penso che domenica potevamo giocare con qualsiasi sistema di gioco: ho visto una squadra vera, umile, pronta a dare battaglia e ad aiutare il compagno non a parole ma con i fatti. Mi viene in mente la corsa che fa Justin e fa fallo su Berardi. Mi vengono in mente molte cose e se noi abbiamo questo piglio durante tutte le partite ci sarà da divertirsi. Non dobbiamo fare un errore: quello che qui a Roma è stato fatto, cioè quello di appagarsi. Penso sia il più grande errore che possiamo fare e io da Capitano mi sento di evitare questo per tutta la squadra. Questo è uno dei miei obiettivi che ho nella testa, poi ovvio che giocando bene e con gli accorgimenti del mister viene tutto più facile e siamo tutti felici".
Come mai in questi anni spesso la Roma è mancata dal punto di vista del ‘mutuo soccorso' come diceva Sabatini? E' una squadra che cade nell'appagamento?
"Secondo me parte tutto dalla mentalità, che te la possono dare i giocatori, gli allenatori e la società stessa. Tante volte siamo mancati sotto questo punto di vista. Anche io con il passare degli anni potevo fare di più perché questo non succedesse. Questo però era il passato, ora pensiamo al presente. Dobiamo fare le cose giuste, lineari senza inventarci niente: solamente una corsa in più per il compagno. Cose che in queste prime partite ho visto".
Fino a un quarto d'ora dall'inizio del derby Fonseca aveva preparato la partita per farti giocare esterno alto a sinistra, con l'infortunio di Zappacosta poi non si è fatto più nulla e sei tornato basso. Quando tornerà lui ti sentirai pronto a fare l'esterno d'attacco? Ti piace? Oppure ormai hai preso coscienza che il terzino è il tuo ruolo?
"Attenzione che non si faccia male Pau Lopez senò potrei ricoprire anche quel ruolo (ride). Sono focalizzato sulla Roma, quello che serve per la Roma e quando servirà. Quando me lo chiederà il mister darò il 100%, darò il mio contributo per la squadra, che sia a destra o a sinistra non fa differenza".
La stagione è iniziata già con cinque stop muscolari. Qual è il punto di vista della squadra? Voui mandare un messaggio a Bouah visto che ci sei passato?
"Non penso che solo la Roma abbia avuto infortuni. Ci sono tanti fattori, possono essere le tante partite, lo stress, le sollecitazioni dei campi. Come avete visto hanno preso dei provvedimenti, hanno speso tanti soldi perché la società pensava che il campo potesse influire sugli infortuni che l'anno scorso sono stati troppi. Cerchiamo di ridurre al minimo questa moda degli infortuni ma non c'è un solo indizio a fare la prova degli infortuni. Per Bouah volevo dirlo alla fine: ho sentito anche Tumminello ma la storia di David ce l'ho più a cuore sia perché fa il mio ruolo, sia perche ho vissuto tutto questo, io l'ho saputo durante la risonanza, il dottore mi ha detto tutto. Mi ci sono sentito la sera e i giorni a seguire. Deve essere forte mentalmente, anche se non è facile rialzarsi. E' facile dirlo i primi giorni ma non è semplice. Deve circondarsi di persone giuste che gli vogliono bene, che quando gli dicono di fermarsi è perché hanno visto qualcosa per cui fermarsi. Ci sono persone con più diritto di noi che sanno questa cosa. E' successo anche a mi di rientrare veloce e lasciare per strada qualche cosa. Gli ho detto di stare tranquillo e vivere questa cosa come un grande piccolo ostacolo, perché alla fine della salita il panorama sarà ancora più bello. Se ce l'ho fatta io con questo fisico figuriamoci lui. Un grande in bocca al lupo".
Per la prima volta ti trovi a lasciare le tue impronte sul terreno. Cosa pensi che puoi dare di diverso rispetto a quelli che sono venuti prima di te?
"Prima avevo degli esempi davanti a me, due grandissimi esempi come Totti e De Rossi che hanno dato tutto per la Roma e la cosa che mi porto dietro di loro è: 'mettere la Roma al primo posto'. Quello che voglio dare lo voglio dare in campo. Voglio che mi vedano come un esempio di umiltà in campo, con l'umiltà giusta per entrare in campo e dire 'sono più forte di te ma se non sono determinato, cattivo e non corro quanto te la partita non la porto a casa io'. Quello di non mollare mai neanche dopo un 4-0. Al 90', se stiamo perdendo non dobbiamo mollare fino a che non fischia l'arbitro perché non c'è cosa più bella che uscire in campo con la testa alta ed essere orgoglioso di quello che hai fatto in campo. Uscire e dire 'ho dato il massimo' perché se dai il massimo tutti lo percepiscono: mister, tifosi, che se vedono la gente che lotta e suda è gente che può perdere la partita ma non la battaglia. Voglio vincere con la guerra e farlo con l'esempio. Questo voglio dare ai giovani e a tutti quelli che indosseranno questa maglia".
Qualche settimana fa Petrachi ha detto di trovare 'disgregazione'. Cosa non ha funzionato tra di voi lo scorso anno? Quanto è cambiata la Roma all'interno quest'anno?
"Si respira un'aria diversa, quello che ha detto Lorenzo è giusto, anche se stiamo lavorando per farci levare un pranzo dal mister, almeno una volta pranziamo con i familiari (ride). Stiamo bene insieme e stiamo creando un gruppo dove tutti sono importanti e possono dare il loro contributo per vincere una partita. Non voglio parlare più dell'anno scorso ma voglio parlare del presente e di quello che possiamo fare in questa stagione in cui possiamo toglierci tante soddisfazioni. Tutto passa dal lavoro, importante pensare partita dopo partita e non fare proclami per il futuro".
Florenzi a Sky
Cosa rappresenta l'Europa League?
"Competizione sicuramente importante, non tanto quanto la Champions ma cercheremo di onorarla al massimo a partire da domani".
Cosa ti convince di più della Roma?
"L'unione di intenti che stiamo mettendo in campo, giochiamo l'uno per l'altro senza pensare a chi fa il gol, l'assist o il passaggio decisivo. Il bene della Roma sta venendo davanti a tutto ed è quello che dovremo portarci dietro per tutto l'anno".
Lavorate per migliorare cosa?
"Stiamo cercando di migliorare la fase difensiva , che vuol dire subire meno gol e fare meglio il pressing come ci chiede il mister. Siamo preparati e viene piu facile fare la fase offensiva, ma senza una fase difensiva non viene una fase offensiva buona. Bisogna prendere accorgimenti, c'è tanto lavoro da fare e il mister ci sta mettendo tanto le mani durante la settimana, noi dobbiamo solo seguirlo".
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