Conferenze Stampa

Ranieri: "L'addio di De Rossi è stato un fulmine a ciel sereno"

Il tecnico nell'ultima conferenza stampa: "Daniele scenderà in campo dal primo minuto con la sua fascia. Le voci di mercato non ci hanno aiutato nel momento cruciale"

PUBBLICATO DA La Redazione
24 Maggio 2019 - 13:09

Claudio Ranieri ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa a due giorni da Roma-Parma, ultima partita del tecnico sulla panchina giallorossa e match d'addio di Daniele De Rossi. Ecco le sue dichiarazioni:

Che atmosfera si aspetta di trovare allo stadio domenica?
Mi auguro di trovare l'atmosfera che Daniele merita. Questo è l'unica cosa che mi posso augura. Proprio vedere lo stadio ricolmo d'amore per Daniele, una festa per Daniele per tutto quello che lui ha dato alla Roma e per il modo in cui l'ha dato. Mi aspetto una cosa positiva per lui al 100%

De Rossi partirà dall'inizio?
Giocherà dal primo minuto, entrerà in campo con la sua fascia. Credo che meriti questa standing ovation di tutto lo stadio. Deve essere una festa e lui deve fare una grande partita, perché se ci tengo io immagino quanto ci tenga lui a finire bene.

Da allenatore ci dice cos'ha di così speciale Daniele De Rossi?
Per me di speciale ha questo: riesce a trasmettere la passione della maglia con cui gioca, che sia l'Italia o la Roma. Si vede che esprime la sua voglia di impegnarsi al massimo. Questo non significa che giochi sempre bene ma da lui cerca sempre di dare il 100% e per di più è positivo nello spogliatoio per la squadra. È un giocatore di qualità ma ha grande carattere e nei momenti difficili i compagni si appoggiano a lui.

Che Roma pensa di lasciare a chi verrà? Pensa di tornare ad allenare all'estero?
Credo che la squadra si sia ripresa, ha fatto rivedere di essere compatta e di voler lottare per un obiettivo. Non riuscirà a raggiungerlo? Pazienza ma noi fino in fondo dobbiamo dare il massimo perché siamo professioni, noi giochiamo per la passione e per il gusto di giocare, nessuno ce lo impone, non si gioca per i soldi. Si gioca per la passione e il divertimento, i giocatori devono giocare per questo. Io mi son sempre sentito un allenatore europeo, per cui dove ci sarà un progetto che mi intriga vado.

Da quando è tornato a Trigoria ha mai avuto la sensazione che la carriera romanista di De Rossi volgesse al termine?
No, non lo avevo mai pensato. Non ne avevamo mai parlato. Credo che per lui, soprattutto per lui, e anche per me credo sia stato un fulmine a ciel sereno.

Pensava di poter incidere di più? C'era qualche giocatore da cui si aspettava di più?
Una volta vista la squadra ho capito che dovevo incidere moltissimo sullo stato morale, sull'autostima riprendere proprio i giocatori sotto l'aspetto psicologico. Dove credo che abbiamo lavorato bene è stato l'aspetto difensivo. Abbiamo cercato di prendere meno gol e i giocatori strada facendo mi hanno capito sempre di più. Non c'è un giocatore in particolare, tutti hanno dato il massimo in allenamento e durante le partite. Non voglio parlare di chi mi ha deluso. Sono convinto e mi dispiace, gliel'ho anche detto, per me Schick è un grandissimo giocatore. Però ci sono giocatori che a 19 anni sono già maturati e altri no. Gli ho detto: "Mi dispiacerà vederti a 28 anni quando esploderai come puoi esplodere." Perché questo è un ragazzo di grossa qualità, spero che possa rimanere e far vedere che non mi ero sbagliato.

Con quale stato d'animo affronta la partita di domenica? 
Io l'ho detto mille volte: mi emozione ogni volta che guido la Roma. Mi emoziono, l'ho detto in settimana, io non entro prima per non sentire l'inno di Venditti altrimenti mi emoziono. Sono contento che ci sia la festa per Daniele. Lascerò la Roma con il cuore aperto sperando di vederla sempre più in alto.

Lei in questi due mesi ha iniziato a sentire sua la squadra? C'è rammarico per quello che poteva essere il futuro?
L'ho cominciata a sentire mia giorno dopo giorno, perché non dovevo plasmare una squadra da zero. Era una squadra già plasmata e abituata ad un certo tipo di gioco per cui il lavoro è doppio: devi togliere determinate cose, sfruttarne altre del grande lavoro fatto da Eusebio.Rimodellarla e vedere chi riusciva a seguire di più le mie idee. Non c'è rammarico perché sono uno pratico: quando ho firmato sapevo che sarebbe finita e l'ho fatta con grande passione. Non c'è rammarico e auguro il meglio a chi verrà dopo di me.

C'è la sensazione che domenica possa dire addio un pezzo importante di Roma, lei ha l'impressione che questa squadra debba ripartire da zero?
Credo che il gruppo è valido, è ben miscelato perché ci sono gli anziani giusti e i giovani giusti. Da qualche giovane ci si aspettava un po' di più ma il nucleo è valido, è sano e hanno voglia di far bene. Non si riparte da zero, si riparte da una classifica deficitaria perché la Roma entrava stabilmente in Champions ma non si ripartirà da zero. Si riparte da zero per il nuovo allenatore che verrà ma ogni volta che prendiamo una squadra a luglio c'è sempre da ricostruire secondo le idee di un allenatore. Per cui un allenatore prende sempre l'esperienza degli altri allenatori nei giocatori e poi ci mette le sue. Il giocatore deve essere intelligente plastico a capire il nuovo allenatore.

La Roma pensa di fare qualcosa per far indossare la fascia personale da Capitano a De Rossi?
Non lo so, ma se è così la pago io la multa che deve pagare Daniele. A me starebbe andrebbe bene.

Cosa ha trovato di cambiato in positivo e in negativo nella Roma? Poi una sua opinione sulla nuova regola della rimessa dal fondo per il portiere?
Tutte le nuove regole vanno capite e sfruttate. Le altre domande: alla Roma ho trovato una struttura più moderna, poi forse a mio avviso c'è troppa gente. Io sono abituato con meno gente. Capisco che la Roma sta diventando una società internazionale e il brand conta molto. Cosa si poteva far meglio? Nel momento più importante si poteva gestir meglio, non è una critica a nessuno alla stampa o alla società, sono uscite troppe volte le voci su Dzeko che va via, Zaniolo che va via, Ranieri che va via. Nelle altre squadre è uscito alla fine, da noi è uscito nel momento in cui dovevamo spingere nella stessa direzione. Quando tutti stanno a spingere per un obiettivo importante e difficile ci sarebbe voluta più una linea comune. Non voleva essere una critica ma magari quei 2 punti li avremmo strappati da qualche parte. Quando devi spingere è importante che tutti si sia concentrati verso un'unica direzione, quando ci sono troppe voci anche inconsciamente vieni assorbito.

I calciatori forse si sono lasciati distrarre?
Non voglio dire se i calciatori pensassero a questo. Quando un nucleo, società, squadra e giornalisti, è giusto spingere in tutta la direzione. Io dico che quando tutti spingono in un'unica direzione la squadra fa bene.

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