Ranieri: "L'addio di De Rossi deciso a Boston e a Londra"
Il tecnico in conferenza stampa: "Daniele avrebbe meritato un trattamento più attento. La sua ultima gara sia una festa, non una contestazione"
Claudio Ranieri ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa a Trigoria a due giorni da Sassuolo-Roma. Ecco le sue dichiarazioni:
Una settimana diversa e la partita è finita in secondo piano. Può avere una conseguenza negativa o positiva. Lei è preoccupato o spera che possa essere uno stimolo?
"Credo che debba essere uno stimolo positivo e propositivo, ormai i giocatori sono abituati a tutto. Poteva essere uno stimolo negativo anche le voci sull'allenatore del futuro e i ragazzi non hanno mai mollato. Mi auguro che questo fatto sia uno sprono a far bene, ci sono due partite da completare, c'è ancora una piccola possibilità e dobbiamo avere la coscienza a posto di aver fatto il massimo che potevamo".
Come stanno Zaniolo e Pellegrini?
"Stanno bene tutti, Zaniolo riprende oggi con lavoro differenziato, aveva il solito polpaccio indurito, gli altri faranno lavoro di scarico. Pellegrini non è grave, la solita vecchia cosa che gli si acuisce, ma credo di averlo a disposizione per sabato. Altrimenti sicuramente per la prossima settimana".
Le sono state attribuite frasi di ieri: "Ha deciso testa grigia", riferendosi a Baldini e "quello di Boston".
"Non mi sembra di aver utilizzato queste parole. Quando i nostri tifosi chiedevano spiegazioni sulle decisioni e da chi erano state prese sulla fine del rapporto di Daniele qui alla Roma, io ho detto: "Sicuramente a Londra e in America". Decide la società e il presidente e la persona che gli sta più vicino, è quella che sta in Inghilterra".
Si sente di rassicurare i tifosi sui progetti futuri di Pallotta?
"Io non conosco i progetti del futuro di Pallotta, non possono aver parlato con me, sapendo che tra due partite finisco il mio rapporto con la Roma. In ogni società di calcio ci sono ricambi, per cui ci sta, abbiamo visto anche in Italia, squadre che hanno perso punti di riferimento, solo che magari a Daniele, essendo il Capitano e una persona storica qui, forse andava detto in un'altra maniera e dargli modo di pensare bene. Questo modo non gli è stato dato. E' il calcio, la legge del calcio, a un certo punto la società vuol cambiare e vuole altri giocatori. Come sono i giocatori che a volte scelgono altre società, così sono le società che vogliono cambiare. Certo per una figura così importante come il Capitano della Roma, avendo i tifosi della Roma un amore sviscerato per la propria squadra, una considerazione più attenta avrebbe consigliato un altro comportamento".
Lei da dirigente cosa avrebbe fatto?
"Non parlo se mi fosse stato offerto il ruolo da dirigente, io faccio l'allenatore e se mi fosse stato chiesto:"Guarda resterai tu, cosa ne pensi di Daniele?", avrei risposto: "Lo voglio". Perché so che uomo, che giocatore e che capitano è.
Come viene vissuta la figura di Baldini a Trigoria? Quanto incide sul lavoro quotidiano?
"Con me non incide affatto, non so che rapporti ha con il presidente, ma qua nel mio lavoro non incide. In generale non lo so, non conoscendo quello che fa...
L'importanza di De Rossi nello spogliatoio e dentro Trigoria fino a dove arriva?
"Si parla sempre di leader e ce ne sono vari: per la società, i giornalisti, i tifosi, i social e ci sono i leader per l'allenatore. Daniele è un allenatore in campo, gli puoi parlare e lui ragiona con una mentalità non di ego fine a se stessa ma per il bene della squadra e questi sono i leader che vogliono gli allenatori".
È venuto qua con un compito molto difficile. A Roma i giocatori romani e romanisti erano il tramite tra il vecchio ed il nuovo. Si aspettava di trovare una situazione così cambiata e diversa?
"Quando ho accettato l'incarico sapevo di trovare una squadra giù mentalmente, non fisicamente. Le mie forze sono state rivolte a questo, fargli credere in loro stessi, nel senso di appartenenza e nella squadra. Queste cose non mi aiutano nel mio lavoro: quanto possono aver inciso tutte le chiacchiere nella partita di Genova? Non lo so. Avevo chiesto aiuto ai tifosi e il loro aiuto è stato magnifico, ci sono stati dietro e ci hanno aiutato a vincere alcune partite difficilissime. Li devo solo ringraziare".
De Rossi ha parlato anche di Totti, sperando che incida di più in futuro. Tanti tifosi stanno dicendo che deve lasciare la Roma se è così. Lei da tifoso cosa dice a Totti?
"Credo che ogni persona intelligente capisce che sono decisioni che deve prendere Francesco. Io non so che potere o quanto potere abbia. Mi ha chiamato Francesco, quindi per me è uno che conta e decide. Poi non so quanto, all'interno di questa crescita, Perché non è che uno smette di giocare e diventa subito dirigente, o subito allenatore. C'è una fase di crescita. Non so quanto sia felice o soddisfatto. Sono domande che vanno rivolte a lui, non a me".
Ieri hai toccato con mano la delusione della gente. Sono 11 anni che non si vince un trofeo. Tu che sei tifoso e che ti sei reso disponibile per questa operazione salvataggio, puoi dare un consiglio?
"Non sapendo i programmi mi è difficile rispondere a questa domanda. Credo che un fatto importante sia la costruzione dello stadio, per poi cominciare a programmare una Roma grande. É una mia considerazione, ma la tiro fuori leggendo ciò che scrivete voi. Io sto pensando alla squadra, ai giocatori e a come farli rendere al meglio. Altre cose non me le sono poste. Mi sono messo l'elmetto e sono venuto qua per aiutare squadra e società per fare il meglio".
Si è sentito supportato dalla società? A cosa possono aggrapparsi i tifosi?
"Roma è una piazza particolare, il tifoso si sente partecipe in tutto e per tutto, per questo quando sei all'Olimpico il pubblico ti soffia dietro e possono succedere cose impossibili. Nella mia carriera ho trovato pochi presidente vicini. Il vecchio presidente del Leicester l'ho visto più adesso che prima. Abramovich credo di essere io quello che l'ho visto più volte. Sono situazioni, l'importante è che la squadra vada bene e che quando ci sia qualcosa venga risolta. Questo è importante, tutto il resto non conta. É importante che tutto vada come deve andare".
Come ha visto De Rossi in questi giorni?
"Ancora non abbiamo avuto 5 minuti per noi, ma l'ho visto bello, motivato come sempre. Dentro di sé sarà squassato, immagino non dormirà la notte, ma è normale. Chi ha dato tutto, giocando anche non al 100% lo fa per attaccamento a maglia, tifosi e squadra. Ma ancora ci devo parlare. Il modulo? Vediamo, sto studiando. Il Sassuolo è ben organizzato, ho visto la gara d'andata e mi sto facendo un'idea. Vediamo negli ultimi allenamenti se mi convince più il 4-3-3 o quello di prima".
De Rossi giocherà? Quale futuro consiglia al capitano?
"Daniele credo voglia continuare a giocare, lo ha detto ed è giusto così, ha già la mentalità di allenatore perché ha un padre che è allenatore. É un leader positivo che pensa al bene comune. Parlerò con lui per sabato, vedremo. Voglio fare un appello: mi auguro che l'ultima partita all'Olimpico sia una festa per Daniele, il tempo delle contestazioni ci sarà, ma dimostrate amore a Daniele. É la cosa più importante".
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