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VIDEO - De Rossi: "Zalewski fuori rosa? Non è una mia decisione. Dovbyk giocherà"

L'allenatore giallorosso alla vigilia di Genoa-Roma: "I rossoblù hanno una squadra forte, ma siamo pronti ad affrontarli fisicamente e mentalmente"

PUBBLICATO DA La Redazione
14 Settembre 2024 - 09:29

La Roma si prepara a tornare in campo dopo due settimane di stop. Allo Stadio Luigi Ferraris, domani alle 12.30, va in scena la sfida contro il Genoa, valida per la quarta giornata della Serie A 2024-25. Alla vigilia del match, Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa.

I giallorossi hanno bisogno di punti per risalire in classifica dopo i due pareggi e la sconfitta contro l'Empoli rimediati nelle prime tre gare del campionato.

Una gara di fondamentale importanza. Le ultime ore ci hanno dato la notizia di Zalewski fuori rosa: è una scelta definitiva? È d'accordo?

"Non credo che sia definitiva. Dipende tutto dal suo contratto. La scelta è della società, l'ho saputo pochi giorni fa. Credo che in caso di rinnovo verrà reintegrato; ma non posso rispondere. Ho sempre risposto quando mi è stato chiesto di scelte tecniche. Questo, però, è un discorso che va sopra di me. È una domanda posta alla persona sbagliata".

Arriva una partita difficile. Che cosa ti aspetti dal Genoa? Come si affronta questa squadra?

"Dei ballottaggi non mi fido mai, ci sono tante incognite. Stiamo cercando di prepararci in base a quello che è il Genoa contro le big: una squadra tosta, ordinata. Ha messo in difficoltà l'Inter. Ha perso pezzi importanti, ma ne ha altri di qualità: Messias, Malinovskyi, Vitinha, Pinamonti. Ha grandi corridori. Il Genoa è difficile da affrontare e lo sfideremo in un orario che non mi fa impazzire, ma siamo pronti tatticamente e mentalmente".


A che punto sono, a livello fisico, Hermoso e Hummels? Sono pronti a giocare? Con loro può cambiare l'assetto tattico?

"Ci danno delle possibilità in più. Aumentano la nostra esperienza; li ho visti e li ho apprezzati, si sono presentati bene fisicamente. Hanno bisogno di un po' di tempo per arrivare al 100%, ma questo verrà valutato di partita in partita. Sono pronti per giocare, dobbiamo capire quanto. Ci sarà tanto bisogno di giocatori e avremo bisogno di tutti".

Su Zalewski: ha detto che il discorso è legato al rinnovo. Ma lei da giocatore ha giocato due anni col contratto in scadenza con la Roma e lo ha fatto senza problemi. Le sembra una cosa giusta?

"Fai la domanda alla persona sbagliata. A maggio ho detto che Zale poteva partire, ma in questo precampionato ho visto cose diverse. Era più pronto a prendersi le sue responsabilità. Poi, sul merito della decisione, non mi devo esporre. Non è mia, come non fu mia all'epoca; non mi è mai stato dato limite alle partecipazioni alla squadra. Aspettiamo di vedere quello che succede".


E su Dovbyk: è pronto a giocare?

"Sì, può giocare e giocherà. È importantissimo per noi, ci abbiamo puntato tanto. A Torino abbiamo fatto una buona partita, ma tra dire questo ed esultare per una grande prestazione passa tanto. Per me le grandi partite sono altre. Nelle grandi partite difendi così, ma sei più pericoloso. E questo non dipende da Dovbyk, che era marcato da due giocatori. Dobbiamo portarlo a essere meno attenzionato dai difensori; dopo aver fatto questo si sbloccherà e non si fermerà più".

Nelle prime tre partite hanno impostato sempre i tre difensori, con spesso il regista schermato dagli avversari. Koné può giocare davanti alla difesa?

"Lo abbiamo scelto per le sue caratteristiche. Ha giocato sia mezzala destra, sia sinistra. Ma può giocare anche di fronte alla difesa. Un giocatore come lui ci libera; con lui possiamo giocare più offensivamente a centrocampo. Senza Koné, comunque, abbiamo vinto tante partite. Spesso Paredes, Cristante e Pellegrini non vengono rispettati come invece meriterebbero. Con loro abbiamo fatto due punti di media lo scorso anno. Sono importanti e ci daranno una grande mano. Ho voluto Koné con tutte le mie forze, ma rispettiamo anche chi è qui a tirare la carretta da tanti anni. Hanno fatto tante prestazioni fatte bene. Cerchiamo sempre di far sentire amati i calciatori; i numeri dicono che come squadra hanno fatto poco, ma loro hanno sempre fatto quello che dovevano fare. Bisognerebbe stampare le schermate dei gps per vedere chi corre e chi non lo fa".

C'è stato un lavoro tattico sulla fase offensiva? Ha provato qualcosa di differente?

"No. Abbiamo provato con più forza qualcosa che non siamo riusciti a fare molto bene. Nulla è legato a Dovbyk o al sistema di gioco. I nuovi calciatori devono conoscersi e questo richiede un po' di tempo; abbiamo lavorato tantissimo dal punto di vista difensivo, cercando più compattezza e cercando di essere pronti quando si perde palla in costruzione. I dati ci dicono che abbiamo preso spesso un tiro in porta pochi secondi dopo aver perso palla: questo non può succedere. Non penso che abbia influito sui pochi gol segnati. Spesso è una questione di centimetri e quando questi centimetri gireranno dalla parte nostra avremo anche una fase offensiva più prolifica. Bisogna riempire l'area con più giocatori per dare dubbi ai calciatori avversari. Ma non è facile, in campo, fare determinate cose. Ci arriveremo".

Genoa-Inter: il Genoa ottiene il 32% del possesso e porta a casa un punto. Col Monza arriva il 30% e vince. Col Verona 58% di possesso palla e perde. La Roma andrà a Genova per dominare o cambierà qualcosa?

"Se mi dici così lasciamo loro il pallone! (ride, ndr)".

Giocare a specchio col 3-5-2 può essere un'opzione?

"Non sempre. A volte le squadre più deboli sulla carta hanno motivazioni superiori. Così diventa un braccio di ferro uomo contro uomo. Sappiamo che loro non sono ossessionati dal possesso palla, come noi. Con l'Inter ha pareggiato nel finale; ogni squadra deve preparare la gara su quello che crede sia utile fare. Se pensiamo di dover essere un po' più pungenti in fase offensiva e di usare il centravanti, possiamo farlo tenendo di più la palla. Chiediamo spesso la verticalità e con l'Empoli Artem si è trovato due volte di fronte alla porta nei primi 10'. Ho sempre chiesto alla squadra di dominare il gioco, che significa anche poter lasciare la palla agli altri e dominare in contropiede. Basta scegliere chi si vuole essere e che partita si vuole fare".

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