De Rossi: "Dybala in dubbio per domani. Per il rinnovo manca poco"
Il tecnico in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Genoa: "Con i Friedkin accordo trovato in dieci minuti. L'anno prossimo servirà gente che abbia fame"
Il tecnico Daniele De Rossi ha presentato in conferenza stampa il match di domani tra Roma e Genoa. Queste le sue parole:
Dybala sarà titolare domani? Nel dialogo che ha quotidianamente con i Friedkin le è stato fatto capire quanto sia eventualmente importante l'accesso in Champions League per il prossimo mercato?
"Paulo ha fatto un allenamento con noi ieri, abbastanza di scarico visto che martedì e mercoledì i ragazzi hanno spinto parecchio, oggi si è allenato con più intensità. Dobbiamo vedere, perché se prima poteva giocare comunque viste le partite ravvicinate, adesso sono un po' di settimane che sta fuori. Dobbiamo capire qual è la sua situazione e poi decideremo. Nell'epoca del Fair Play Finanziario credo che tutte le squadre siano condizionate da quanto guadagnino. Non abbiamo parlato tanto di quanto spenderemo ma del fatto che vogliamo spendere bene, perché abbiamo davanti squadre che hanno magari speso di meno e che però fanno un calcio interessante valorizzando i giocatori che già ci sono".
Domani sarà una serata emozionante: è l'ultima partita in casa, tu ritrovi Gilardino e Strootman giocherà la sua ultima partita col Genoa contro la sua vecchia squadra. Un bilancio emotivo?
"Capisco l'aspetto emozionale, ma domani abbiamo una partita da vincere contro una squadra forte. Gilardino mi stupisce sempre di più, perché è un ragazzo speciale ma di quelli taciturni, che quando eravamo giovani non credevo sarebbe riuscito ad allenare così bene. Ha fatto un bel percorso, ha fatto gavetta nelle categorie più basse uscendo da allenatore vero. Penso il suo Genoa sia una delle squadre migliori, rivederlo mi farà piacere, è un buono. Riguardo Kevin Strootman, lo stadio sarà pieno per noi ma anche per lui perché chi ha onorato la propria professione, e nel suo caso la maglia della Roma, è giusto che riceva un saluto come si deve".
Il 18 aprile è stato annunciato il tuo rinnovo, si sta aspettando l'annuncio del ds o qualcos'altro per firmare? La durata sarà di tre anni? Hai detto che hai parlato con i Friedkin, e quando lo hai detto la Roma era ancora in corsa in campionato e in coppa: alla luce degli ultimi risultati, ti sei rassegnato per esempio a perdere Lukaku? Abraham può essere il centravanti del futuro?
"Con i Friedkin stiamo chiacchierando, ho avuto tante cose a cui pensare. Per raggiungere un accordo su cifre e durata ci abbiamo messo forse 10 minuti, stiamo sistemando le ultime cose perché sono contratti che vanno visti dagli avvocati, ma non è un problema perché quando ci si stringe la mano e si trova l'accordo in così poco tempo, manca pochissimo. Sugli ultimi risultati, avevamo delle partite che avremmo potuto anche vincere per confermare ciò che eravamo andati a recuperare. Abbiamo parlato come in tutti gli allenamenti di ciò che può servire alla Roma, non di Lukaku, non di Abraham. Abbiamo discusso sulla strategia degli ultimi anni, di prendere giocatori in prestito già pronti: forse potremmo invece investire su giocatori giovani o già nostri e farne un patrimonio. Per il resto ancora è presto, e poi manca quella figura dirigenziale che però penso che non manchi molto prima che arrivi. Sulla durata del contratto, non si parla di queste cose".
Che effetto ti hanno fatto le recenti dichiarazioni di Gasperini su Ndicka e sull'ultima partita contro la Fiorentina?
"Ormai è passato troppo tempo. Io e Gasperini ci siamo già sentiti, in una conversazione da cui sono usciti spunti di stima reciproca come abbiamo già espresso entrambi. Quando si creano queste polemiche ognuno tira acqua al proprio mulino. Gli ho spiegato che le nostre perplessità non sono mai state per l'Atalanta, noi sappiamo che la loro gara è stata rinviata per una tragedia e la nostra per quello che sembrava potesse diventarlo, perciò siamo a posto. Avevamo solo qualche dubbio sul recupero alla fine del campionato perché non è mai successa una cosa del genere, ma finisce lì. Non abbiamo bisogno di favori, il favore dovevamo farcelo da soli giocando meglio a Bergamo".
Ha in mente una lista di intoccabili per il prossimo anno?
"Sì, ma non farò i nomi perché non sarebbe giusto per gli altri giocatori. Detto ciò poi qualche incedibile potrebbe andare via e qualche cedibile potrebbe restare, e allora starebbe a me tirare fuori il meglio di lui. La storia è piena di giocatori incedibili che poi sono stati sostituiti alla grande e giocatori poco in luce che poi sono usciti fuori".
Spesso i tifosi esaltano gli allenatori che pretendono grandi acquisti. Tu che tipo di giocatore cerchi per colmare i gap con le big?
"Negli ultimi anni ci siamo stati io, Mourinho, Fonseca. Ognuno di noi ha il proprio modo di costruire la rosa, ma cercando i giovani o i big si è sempre arrivati fuori dalla Champions League. Io penso, e me lo hanno detto gli allenatori forti, che l'allenatore forte deve farsi comprare i giocatori forti, e che una società forte debba ascoltare il proprio allenatore, al limite delle proprie possibilità. Penso che il primo requisito del prossimo giocatore che indosserà questa maglia debba essere la fame, ognuno per qualsiasi motivo deve pensare che è la venire qui sia la cosa più grande che gli sia potuta capitare, senza l'etichetta del tipo "il big non ha fame, il giovane ha fame", anche perché ne abbiamo visti di giovani con meno fame dei vecchi. Dobbiamo avere gente che dia il massimo, senza entrare in discorsi di amore per la squadra che magari quando giocavo facevano effetto su di me, ma non su altri miei compagni che però poi davano tutto. Quando è andato via Pjanic lo hanno insultato, ma lui qui ha fatto sempre tutto quello che poteva per fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Quindi serve gente che abbia fame, anche se poi dipende da me, che vada forte non solo di gamba ma anche a livello di stimoli".
Ha un'idea di quali siano i settori e le caratteristiche da migliorare?
"Sì, ma non posso dirlo perché domani abbiamo una partita. Io ieri sono stato tutto il giorno a Trigoria, quando è così magari un 5% del mio tempo lo dedico a questi pensieri, ma non posso dedicarne di più, perché ancora non possiamo fare niente, mancano due partite e mancano ancora le persone che mi dovranno aiutare. Ho letto tanti nomi che avrei chiamato, magari voi avete dato così qualche idea a me ma non sono cose veritiere perché non sarebbe giusto e perché non ho avuto tempo".
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