De Rossi: "Il quarto posto è l'obiettivo. Mi sono sentito con Totti"
Le parole dell’allenatore della Roma alla prima conferenza alla vigilia della ventunesima giornata di Serie A contro l’Hellas Verona di Baroni
La prima conferenza stampa di De Rossi dopo l'esonero di Mourinho. Di seguito le sue parole.
Bentornato nella tua casa. Che lavoro ha importato e che Roma ha visto e vorresti? “Vedo facce alle quali sono affezionato. Quando cambi allenatore vedi giocatori che vanno forte in allenamento. Succede quando cambi un grande mister o uno mediocre. I primi allenamenti ti danno una risposta fino a un certo punto. Dobbiamo vedere se questo registro lo terremo a lungo. C’è stata una risposta incredibile, si allenano forte sono disponibili. Hanno assorbito i due tre concetti nuovi ma non di più perché all’inizio rischi di fare confusione”.
Ha sentito Totti? Cosa vi siete detti?
"Ci siamo sentiti e mi ha mandato un messaggio di in bocca al lupo. Mi ha mostrato il suo stupore. Abbiamo parlato un po’ di volte, ci siamo promessi di vederci. Passeremo del tempo insieme."
Qual è il problema della Roma? In prospettiva sarebbe contento se… “Sarei contento se fossimo tra le prime 4. E’ un obiettivo non facile ma possibile. Quando cambi mister i problemi ci sono sempre. Già ci sono passato un anno fa. Io pensavo non ci fossero tutti questi problemi ma la società si. I cambi ci sono nel calcio ma io devo partire da 0-0 come le partite. Devo vedere quali sono le cose che non funzionano ma in pochi giorni non fai in tempo. Sono fortunato perché per motivi di tifo ho visto tutte le partite. Anche con l’occhio del tifoso guarda in maniera distratta ma l’ho vista tantissime volte e abbiamo accorciato il periodo di studio”.
E’ il momento giusto per tornare alla Roma? “Era il momento giusto per rifiutare la Roma? Non si rifiuta la Roma. E’ quello che è successo alla Juve con Pirlo. Ci sono uomini che rifiutano e altri che si buttano dentro. Non è solo una questione di nostalgia, uno fa anche un analisi di questa squadra. Avrei detto di no solo se pensavo che la squadra fosse scarsa. Penso che siamo forti e il lavoro ci farà fare belle figure e aiutare me come sviluppo di carriera. Dove lo vedremo tra qualche mese”.
Per cosa le piacerebbe che fosse ricordato il calcio della Roma di Daniele De Rossi? “Il mio calcio mi fa venire i brividi. A volte ho sentito dire questa cosa ad allenatori che stimo ma è sbagliato. Il calcio non è mio, se lo dice Guardiola possiamo chiederci di spiegarcelo. Lo stesso vale per Simeone, De Zerbi, Conte o Simeone che hanno spostato qualcosa. Non so se sono ai loro livelli ma gli allenatori bravi li riconosci da come giocano le squadre. Penso che se la nostra squadra a fine di questo percorso sarà riconoscibile sapranno cosa fare in campo sarei felice. Essere ricordato come uno che fa giocare bene e fa vincere mi basta”.
C’era un bonus sul tuo contratto legato al quarto posto. Si è parlato anche di Europa League? Cosa ti hanno detto in caso di permanenza?
“I presidenti sono stati chiari sulla durata del contratto. Avrei firmato alla cifra che avrebbero messo loro. Un gesto dovuto per la mia carriera qui e per l’opportunità grande che sto ricevendo. Non ci sono rinnovi automatici. Contratto di 6 mesi e mi va bene così. Unica cosa che ho chiesto è quella di trattarmi da allenatore vero. Erano d’accordo e sicuri. Sanno che dal primo secondo io me la giocherò per rimanerci anche in futuro con un gioco pulito.”
Vedremo schieramenti diversi?
“Nasco è inizio ad innamorarmi con Spalletti di questo lavoro e poi Luis Enrique. Per me questo tipo di allenatori che portano tanti giocatori in fase offensiva e difendono a. 4 sono la base del mio innamoramento. Questa squadra gioca da anni a 3 e cerchiamo di prendere ogni minuto per decidere. Faremo rotazioni che all’inizio saranno farraginose e poi entreranno nella testa dei giocatori. Non tolgo l’opportunità di cambiare in corso di partita o stagione anche in base alla gara”
C’è malumore nella tifoseria in questo periodo. Ha questa impressione? Potrebbe destabilizzarlo?
“Non ho bisogno di stimoli. Non mi destabilizza. Non sono stupido, ma scelta calmante è un modo moscio di definirla. Mettere altri allenatori poteva essere ancora più devastante. I tifosi sono la parte più importante e hanno portato anche dei punti. È una scelta ponderata anche in base a fattori ambientali e di leadership. È una grande occasione”
In un’intervista parlava che le sarebbe piaciuto allenare la squadra giallorossa. Appena entrato nello spogliatoio si è sentito allenatore della Roma?
“Non me lo aspettavo ma ero consapevole. Non mi hanno forzato e mi aspettato un processo graduale. È pieno di esempi di allenatori che sono entrati come traghettatori come Palladino al Monza. Me l’ immaginavo diversa però. Mi sento l’allenatore della Roma più in campo che negli spogliatoi. Non si toglie il rapporto con i giocatori confidenziali e non voglio neanche toglierlo, non ho mai finto con nessuno e non devo fingere. Io mi sono sentito in campo l’allenatore.”
Roma ha fatto stufare Mourinho? Lo ha sentito?
“Gli ho mandato un messaggio a Mourinho. Non di circostanza, me lo sentivo. Era un gesto dovuto, non so se si è stufato e non mi permetto di dirlo e non mi interessa neanche troppo. Mi focalizzo su quello che devo fare e in questi 4 giorni sono stato costretto a parlare di tanto oltre che di calcio. Non vedo l'ora che si normalizzi."
Ha detto che la Roma è forte. Quali erano i problemi, erano tattici? Chi l’ha stupita di più?
“Qualche problema lo riscontravamo guardando la partita ma non penso che la Roma giocasse male, alcune le giocava male e alcune bene. Questo ha causato un sali e scendi, la Roma non ha problemi clamorosi di gioco. Con Atalanta e Napoli ha fatto grandi partite. Qualche domanda ce la siamo fatta ma non lo dico qui. Io ero consapevole che i giocatori sono forti poi dal vivo rimani impressionato. Vedi come tocca la palla Dybala, Lukaku e Pellegrini e resti stupito. Pisilli mi ha impressionato, ammetto di avere la colpa di non conoscerlo bene e mi ha impressionato”.
Cosa c'è da non sottovalutare del Verona?
“Mille cose. Prima di tutto il Verona. Squddda solida che stimo con un grande allenatore che ha tenuto la barra dritta anche quando si parlava di altro. L’ammiro molto ed è una squadra strutturalmente solida con grande fisicità e gioco definito. Sanno fare bene e non dovremo far prevalere l’emozione dell’esordio.”
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