Pellegrini: "Mentre gli altri parlano noi siamo qui a giocarci una finale"
Il capitano giallorosso: "Mourinho ci ha caricato in vista della partita. Siamo orgogliosi del nostro percorso, non vediamo l'ora di scendere in campo"
Alla vigilia della finale di Europa League tra Siviglia e Roma, Lorenzo Pellegrini ha parlato a Sky Sport. Di seguito le sue dichiarazioni.
"Speriamo sia la medaglia giusta. Sono contento ma al di là di questo è anche quello che rimane ed è importante, sono contento perché sento questa squadra mia, abbiamo fatto un cammino strepitoso pieno di difficoltà, in qualche gara c’è stato bisogno di sacrificarci tanto e non vediamo l’ora di giocare."
Questo gruppo è cresciuto tantissimo.
"Qualche anno fa ci sono stati tanti cambiamenti e così si rischia di perdere la via, ma io insieme a Mancini, Cristante, Spinazzola abbiamo cercato di fare quello che avrebbero fatto tutti. Però penso che vedere questo gruppo da fuori dia l’idea di essere un gruppo vero".
Dacci la formazione.
"Non la sappiamo ancora per certo".
Che messaggio ti senti di mandare ai tifosi?
"Loro hanno giocato sempre con noi, questo rapporto e l'empatia che si è creata sembra scontata ma non lo è, penso che la nostra gente si rispecchi nella squadra ed è fondamentale per loro e per noi. Noi siamo un orgoglio per loro e loro per noi".
Pellegrini in conferenza stampa
Il capitano della Roma ha parlato anche in conferenza stampa. Di seguito le sue risposte alle domande dei giornalisti.
Cosa vi ha detto Mourinho?
"Come ha detto anche lui ci siamo parlati in tutta onestà e queste cose devono restare tra noi. Parlerà lui del suo futuro. Questo colloquio ci ha lasciato carichi per la partita di domani".
L'emozione per la seconda finale da capitano non è poca. Cosa rappresenta questa coppa per te? Pensi come lo scorso anno che sia il modo per fare un passo in più?
"Penso che in realtà c'è sempre qualcosa di più grande, ma alla fine la cosa più grande che ti può rimanere è non accontentarti mai. L'anno scorso abbiamo dato il 100% per la Conference League, quest'anno lo abbiamo fatto per l'Europa League e vogliamo vincerla. Siamo abituati così anche grazie al mister, che è una persona attenta sul lato calcistico e su quello umano. Siamo abituati a lasciare tutto in campo. Anche in altre competizioni abbiamo lasciato tutto, anche se a volte non è bastato. Siamo grati del percorso che abbiamo fatto. Abbiamo giocato partite in cui sono scesi in campo 11 giocatori e anche 11 uomini, questa partita è il coronamento di un percorso bello e difficile e non vediamo l'ora di giocare".
Complimenti per la finale. Domani giocherete contro una squadra spagnola e le spagnole vincono quasi sempre le finali. Il livello del loro campionato è cambiato e sono in grado di giocarsela in una gara secca.
"Sono squadre forti, che sanno giocare a una certa intenistà. Domani sarà una partita difficile per noi e per loro. Siamo orgogliosi di essere qui, questo percorso ci ha portato a fare tanti miglioramenti e siamo qui per giocare questa finale fantastica".
Che effetto vi fa sentir dire che vincete mettendo il 'bus davanti alla porta'?
"Ci viene da ridere. Affrontare una partita a livello tattico non significa solo attaccare come dei pazzi, ma limitare la squadra avversaria in ciò che è più brava a fare. Abbiamo cercato di capire quale potesse essere il modo per arginare i punti di forza degli avversari e direi che ci siamo riusciti, visto che chi parla tanto non è qui mentre noi siamo in finale".
Facciamo un passo indietro: agosto 2020, la Roma perde col Siviglia, in panchina c'è Fonseca. Cosa è cambiato rispetto a quella squadra, al di là dell'effetto Mourinho?
"Inizialmente credo che ci potesse essere qualche cambiamento in vista, però quello che è successo dopo è stato quello che abbiamo voluto. Abbiamo creato un gruppo di persone che ci tiene e mi ricollego alla domanda di prima del 'pullman'. Sacrificarsi per i compagni non è 'mettere il pulman davanti', è voler essere qui oggi. Questo è stato uno dei nostri punti di partenza, poi il mister è arrivato e ci ha forgiato con la sua unicità".
Pellegrini ai microfoni della Roma
"Il nostro cammino non è stato breve ed è stato anche difficile. Abbiamo lottato e ci siamo sacrificati per giocare la partita a Budapest. Il nostro desiderio è quello di giocarci questa finale per coronare gli sforzi".
Un anno dopo un'altra finale europea. Cambia la finale, cambia il palcoscenico. Un'abitudine per quanto riguarda la Roma e soprattutto qualcosa di storico e importante.
"Se l'anno scorso ci si aspettava che la Roma arrivasse in finale - anche se non è mai scontato - quest'anno è stato un cammino incredibile. Quello che questa squadra è riuscita a fare è una cosa meravigliosa. Questo attesta il cambio di mentalità che c'è stato".
Budapest sarà un appuntamento storico non mancherà il supporto dei fantastici tifosi.
"I nostri tifosi sono stati eccezionali dal primo giorno con noi. Questo cammino grande e difficoltoso che poi ti porta tanta gioia per via di partite come la finale di Budapest è una cosa meravigliosa. Quando penso al cammino non mi riferisco solo ai giocatori e allo staff, ma a tutti quanti quelli che sono a Roma, perché si percepisce un amore fuori dal comune e questa è una cosa da cui rimangono tutti estasiati. Sono il più felice del mondo nel rappresentare queste persone e domani sarò felice di farlo in una finale europea".
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