VIDEO - Mourinho: "Il fair play è una protezione per le potenze"
Lo Special One in conferenza: "Con qualche milione in più la Roma sarebbe in condizione di sognare". E sulla sfida contro l'Udinese: "Dybala sta bene"
Alle 15 presso il centro sportivo Fulvio Bernardini di Trigoria è andata in scena la conferenza stampa di José Mourinho in vista della quinta giornata di Serie A, che vedrà sfidarsi Roma (prima in classifica insieme all'Atalanta) e Udinese (ottava a pari merito con il torino a 7 punti). La partita è in programma domani alle 20.45 alla Dacia Arena. L'ultimo precedente della Roma di José Mourinho in trasferta alla Dacia Arena è datato 13 marzo, e ha visto i giallorossi pareggiare 1-1: in quella occasione segnarono Molina e Pellegrini su rigore al 94'. Le parole del tecnico:
Sulla partita di domani: l’Udinese ha vinto due gare di fila, si è allungata la lista degli infortunati della Roma, le chiedo se gli altri sono a disposizione e se è pronto a cominciare a giocare Camara. Notizia extra-campo: l’addio di Serena Williams, cosa ha rappresentato per lei una campionessa così?
«Sportivi come Serena, in questo caso nel tennis, sono eterni. La storia è eterna, di generazione in generazione non si dimentica. Quello che lei ha fatto sul campo, la cosa più importante per me, è indimenticabile. Quelli come lei non smettono mai per me. Camara non ha i 90', neanche la possibilità di iniziare la partita, non ha la conoscenza tattica del nostro metodo, di come giochiamo noi, per iniziare la partita. In allenamento dimostra la sua qualità, anche una sorpresa per qualche giocatore che non seguiva il campionato greco, ma non per noi, che lo avevamo studiato prima di prenderlo. Giocatore di qualità che ci aiuterà tanto, però al momento in panchina, se sarà necessario giocherà, ma non troppo tempo. C’è un percorso da fare. A Udine sarà difficile, una delle più difficili del campionato, sanno giocare, sanno competere, sono furbi e intelligenti, sanno gestire la partita e i tempi della partita come vogliono loro, hanno questa esperienza di condizionare l'arbitraggio, è una squadra che mi piace e che rispetto e che mi fa pensare che domani sarà una partita difficile».
Durante la conferenza di Pinto ha fatto una battuta su uno sforzo. Sull’Uefa: la Roma è la seconda squadra più sanzionata d’Europa, ritiene sia congrua la sanzione? Ha due pesi e due misure? Dybala sta bene?
«Dybala sta bene. Non penso ci siano due pesi e due misure. Ovviamente non vale solo per noi, però è un meccanismo che secondo me nella sua onestà penalizza troppo chi vuole operare in maniera virtuosa. In maniera indiretta protegge quelli che non operano in maniera virtuosa, protegge anche le squadre che sono già delle potenze, è una protezione per loro, è un meccanismo onesto, non dico il contrario. Penalizza chi vuole essere grande, a livello competitivo non è un meccanismo di fair play. Magari doveva avere un altro nome, perché dal punto di vista della competitività non c'è fair play, c'è chi può spendere solo 30 e chi 300».
Quale sarebbe un meccanismo più equo?
«Non voglio perdere il mio tempo in questa cosa, io alleno e lo faccio con piacere. Mi fa anche piacere, non tanto eh, lavorare in questo modo, però è dura. Con qualche milione in più la Roma sarebbe in condizione di sognare e per pochi milioni è molto più difficile per noi poter arrivare. Quello che ha fatto il direttore in questo periodo è duro, è brillante, ma duro. Alla fine vedi la dimensione della squadra, ovviamente mi piacerebbe avere Veretout, per fare un esempio, ovviamente mi piacerebbe avere qui un quarto o un quinto difensore centrale, ovviamente mi piacerebbe avere qui Felix, anche se abbiamo preso Belotti, perché è un bambino che ho aiutato a crescere e che ha potenziale. Noi abbiamo questo tipo di condizionamento, rende le cose più difficili, però va bene».
La Roma dovrà giocare tre trasferte, quanto sposta giocare le coppe?
«È più difficile ovviamente, chi gioca una volta sola può preparare ogni dettaglio di una partita, quando hai poco tempo devi scegliere quasi alla carta, devi essere molto preciso. Io per fortuna da più di 20 anni ogni anno gioco competizioni europee e ho questo tipo di "bel" problema. Quando hai una squadra con due giocatori per ogni ruolo le cose sono più semplici, quando non hai questa situazione è un po’ più difficile, ma è stimolante, come squadra andiamo avanti. Ovviamente a Udine sarà dura, poi la prima in Europa League e la prima fuori casa è sempre importante perché una sconfitta rende subito le cose difficili, poi subito a Empoli, mentre l’Atalanta giocherà una gara sola prima di affrontare noi. Sono sicuro che anche Gasperini e i suoi ragazzi preferirebbero giocare in Europa League».
Ha già un valore essere primi in classifica dopo quattro giornate?
«No. In assoluto no. Sono quattro, cinque partite. Preferisco dire che tutte le partite sono uguali, sempre tre punti sono, però se vedi le partite che ha avuto una e quelle di un’altra, ma la Sampdoria ha giocato con Atalanta, Juventus e Lazio, sono tre partite difficilissime, la Cremonese ha fatto tante partite fuori casa di fila, è dura. Troppo presto, l’importante sono i punti che fai, però io non guardo la classifica. Guardo a noi, non mi piace mai il pareggio, ma il pareggio con la Juventus per il modo in cui abbiamo giocato il primo tempo è molto positivo, abbiamo vinto le altre tre, vediamo domani di uscire con dei punti».
Rimanere nel gruppo fino a novembre è l’obiettivo?
«Fino a novembre o fino a maggio...vediamo partita dopo partita, cerchiamo di vincere sempre e non guardare il nome dell’avversario, né chi gioca in casa e fuori. Non abbiamo tanti giocatori per respirare e non essere preoccupati, ci sono squadre che non hanno questo tipo di problema, noi purtroppo sì, Karsdorp, Celik, Zalewski o Spinazzola o i due portieri dormo tranquillo, in altre posizioni è più dura e per fare un esempio ieri il direttore ha fatto una conferenza stampa brillante e onesta, ma ha detto una cosa che se chiedi a me dico che non è così. Se c’è un problema dietro lui dice di mettere Cristante, io allora dico: e chi gioca a centrocampo? Questo è. Io non piango come fa qualcun altro, che poi alla fine sorride. A me piace più scherzare. Complimenti al direttore e alla società perché nei nostri limiti hanno fatto cose fantastiche. Però ho una piccola speranza che mi possano aiutare un po’ di più».
Con il Monza si è fatto male Kumbulla, come pensa di gestire Smalling?
«Non posso gestirlo, non avrebbe dovuto giocare contro il Monza, Kumbulla non avrebbe giocato con l’Udinese, Ibañez con il Ludogorets e adesso non c’è più gestione. Non c’è un altro giocatore, domani in panchina avrò Tripi e Keramitsis. Tripi si allena con noi, però non è veramente un difensore centrale, Keramitsis lavora con la Primavera e quest'anno la Primavera non gioca nel nostro sistema, per cui la sua crescita è diversa perché cresce in un altro modo. Se Cristante gioca lì, lo perdo a centrocampo. Si può lavorare su Viña, Celik, però difensori centrali non ce ne sono».
Abbiamo visto un buon impatto di Celik, la sua impressione? A destra potrebbero cambiare gerarchie?
«Non ci sono gerarchie, c’è tranquillità per me, per la squadra, l’anno scorso non abbiamo mai potuto fare quello che ho fatto a Torino, ovvero togliere Karsdorp a 15’ dalla fine per mettere un terzino fresco. L’anno scorso non abbiamo mai potuto iniziare con Zalewski e a 25’ dalla fine mettere dentro Spinazzola, per me è fantastico, sono giocatori con particolarità diverse e questo mi rende possibile scegliere questo per oggi e quell'altro per un'altra partita. Per noi è fantastico questo, sono giocatori di qualità e non c’è gerarchia».
Curiosità tattica: domani affrontate una squadra fisica, aggressiva, che prende alti uomo su uomo, quanto sarà importante pensare velocemente e rischiare qualcosa sotto pressione. Non ha tanti centrali, potrebbe passare a 4?
«Può andare a 4 sempre, a prescindere dal numero di centrali. Con la Juventus lo abbiamo fatto e c’era Kumbulla in panchina, è stata una scelta in funzione alla partita e ai problemi analizzati durante la partita. La difesa a 4 è una soluzione e non un problema, bisogna lavorarci di più per far sentire a proprio agio i nostri giocatori in moduli diversi, ma è una cosa che possiamo usare anche a sorpresa all'inizio. Hai descritto bene l’Udinese, sono fisicamente molto forti e aggressivi, contropiede, gioco diretto, profondità degli attaccanti, palle inattive, sarà difficile»
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