Mourinho: "Abraham è convocato, ma è da valutare. Servirà la personalità per vincere"
Il tecnico portoghese: "L'allenamento di oggi è poco, sta migliorando giorno dopo giorno. C'è differenza tra Roma e Juventus, ma siamo in crescita"
Alla vigilia di Juventus-Roma, l'allenatore dei giallorossi José Mourinho ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.
Come sta Abraham?
"Vediamo. L'allenamento di oggi è poco, ma viaggia. Domani vediamo: campo, panchina o tribuna. Sta migliorando giorno dopo giorno e vediamo domani
C'è un dubbio Viña?
"Non c'è dubbio su Vina".
La Juve può vincere lo scudetto?
"Devi chiedere ad Allegri, se poi vuoi che ti risponda ti dico di sì. Hanno più di venti giocatori bravi e di qualità, hanno un grande tecnico e sono dei candidati forti alla vittoria".
Villar è fuori dalle convocazioni? C'è qualche problema con lui?
"Perché dici che è fuori? Siamo 23 giocatori più il portiere, perché chiedi di Gonzalo? Villar è convocato, sarà in panchina. Sarà con noi ma non giocherà. Sta facendo uno sforzo importante sul mio modo di giocare, sta facendo uno sforzo per cambiare il modo di giocare che l'anno scorso era più facile per lui con 5 dietro. Sono contento e arriveranno le opportunità per giocare, magari già domani".
Domani sarà la sfida tra lei e Allegri, i due allenatori più titolati del campionato. Siete considerati i "risultatisti"
"Sono quelli che hanno vinto, poi questo nome sembra una cosa negativa. Questo è un concetto sbagliato, io e Allegri abbiamo vinto qualcosa e questo deve essere visto in maniera positiva. Io ho guidato diversi club, sarò contento di salutare Allegri prima e dopo la partita. C'è rispetto e stima, ci siamo incontrati spesso nelle riunioni UEFA a Nyon, siamo stati a pranzo e cena insieme. Non è che siamo grandi amici, però mi piace come persona e abbiamo un buon rapporto, sarà un piacere stare con lui. Sono ovviamente felice che è tornato a lavorare, è stato troppo tempo fermo".
Che accoglienza si aspetta dall'Allianz Stadium? Teme che Orsato non sia serenissimo ad arbitrare una sua partita?
"Partiamo dall'arbitro. Sia chiaro: prima della partita sono sempre contento dell'arbitro, non mi interessa il passato e i precedenti con quell'arbitro, nemmeno mi interessa sapere chi è l'arbitro. Sono sempre contento dell'arbitro, in questo caso si tratta di un uomo con l'esperienza di Orsato e sono perfettamente felice. Dopo la partita, a volte capita che l'arbitro sbagli e se non sono felice può uscire una critica, ma prima della partita sono sempre contento, non ho nessun tipo di problema. Sull'accoglienza: magari c'è la stessa di sempre, magari sarà diverso, non lo so. Alla fine dell'ultima partita ho avuto una reazione criticata e l'ho trovato strano, la gente è rimasta con l'idea di una reazione di 10 secondi e si è dimenticata di quello che è successo nei 90 minuti di partita. Oggi si parla tanto di rispetto e dell'atteggiamento della gente, ma si sono dimenticati tutti di quei 90 minuti di partita. Va bene così, non è un dramma".
Come stanno Shomurodov e Mayoral?
"Stanno bene e se devono giocare giocano. Abbiamo qualche posizione in rosa che se viene meno siamo in difficoltà, difficoltà che le grandi squadre solitamente non hanno perché hanno un organico equilibrato; se invece non gioca Abraham abbiamo due giocatori perfettamente in condizione di giocare e non c'è nessun problema".
La sfida con la Juventus è come tutte le altre o la sente di più? Le fa piacere che i tifosi del Newcastle l'abbiano identificata come l'uomo giusto per guidare la squadra?
"Sul Newcastle non ho niente da dire. Posso solo dire che in tanti anni in cui ho lavorato con uno dei più grandi personaggi della storia del Newcastle, mister Robson, ho avuto una connessione con la gente e la città che conosco bene. Ma niente di più, sono qui e sono molto felice con il progetto Roma, Friedkin. Nessun problema. Sulla Juve: la sento come una delle partite che amo giocare di più, piace a tutti giocare le partite più grandi. Sono sempre partite da 3 punti, però il piacere di sfidare le squadre più poderose e i giocatori di più qualità è sempre una sfida che piace a tutti".
L'anno scorso la Roma ha chiuso 16 punti dietro la Juventus. Ha ridotto il gap?
"Il campionato è iniziato solo qualche settimana fa. A volte è difficile rispondere perché sembra che ripeto sempre le stesse cose. Una squadra gioca per vincere la Champions, l'altra la Conference League; una ha vinto 9 campionati su 10, l'altra 0 su 10; una lavora con Allegri, che è stato tanto tempo lì, l'altra con un allenatore arrivato da 3 mesi; una ha una rosa con 25 giocatori internazionali con esperienza, l'altra ne ha 13-14 e poi tanti bravi giovani che cercano di imparare e migliorare. C'è una differenza, ma quando inizia la partita e siamo lì 11 contro 11 fino all'ultimo secondo tutto questo si deve dimenticare, specialmente noi dobbiamo dimenticarlo, e dobbiamo avere la personalità, il coraggio e l'atteggiamento di arrivare lì e fare la partita per vincere".
Ha dovuto apportare modifiche all'interno dello spogliatoio per preparare i big match?
"Non lo so, non so se posso paragonare questa stagione all'anno scorso. Si può confrontare i risultati, ma è il pragmatismo dei numeri. Per far crescere una squadra servono concetti diversi che non posso dire qui. L'unica cosa che posso dire è che abbiamo un piano di gioco, è stato difficile lavorare con tutti perché non avevamo tanti giocatori, ci siamo ritrovati solo oggi tutti insieme ma non abbiamo fatto praticamente niente. Abbiamo ovviamente un piano di gioco, sappiamo con chi giochiamo, Allegri sa già quale sarà la nostra squadra, l'unico dubbio è se gioca Abraham o Shomurodov o Mayoral. Per noi è diverso, anche senza Dybala e Rabiot è impossibile dire come giocherà la Juventus perché sono tanti, hanno molte opzioni. Per preparare la partita dovremo pensare di più a quello che vogliamo da noi stessi piuttosto che pensare alla Juve. Siamo in crescita, è importante una determinata identità, e per questo non voglio andare a Torino e pensare alla partita in un modo completamente diverso rispetto a quello che è naturale per noi come squadra: andiamo lì per giocare, se non vinciamo voglio che sia per colpa della Juve e non per colpa nostra. Ma come ho detto prima, tutta la differenza tra noi e loro domani quando inizia la partita si deve dimenticare".
Allegri non ha paura di abbassarsi in difesa in corso di gara, cambierà qualcosa per la Roma?
"Questo non è allenatore risultatista, è allenatore con talento per l'analisi della partita. Non è una cosa negativa, è talento. Se farà cambiamenti in corso sarà normale, anche loro vorranno avere un determinato tipo di dinamiche, quando dico che non voglio perdere la nostra identità non vuol dire che voglio essere naif e che voglio offrire alla Juve quello che vuole, bisogna dare all'avversario quello che non vuole. Anche io amo adattarmi durante la partita, ma per me è molto più difficile che per Allegri".
© RIPRODUZIONE RISERVATA