Mourinho: "Abraham sarà convocato. I tifosi potranno giocare con noi"
Il tecnico alla vigilia di Roma-Fiorentina: "La squadra sta bene fisicamente, siamo pronti. L'unica cosa che mi manca ora sono i tre punti di domani"
Dopo l'esordio in Conference League con la vittoria in casa del Trabzonspor per 2-1, la Roma di José Mourinho si appresta ad affrontare domani sera la Fiorentina di Italiano, per la prima giornata di Serie A. Il tecnico giallorosso ha parlato in conferenza stampa da Trigoria, di seguito le sue dichiarazioni.
Veniamo da una trasferta lunga e dispendiosa, come sta la squadra dal punto di vista fisico?
"Le vittorie aiutano a recuperare. Quando si vince la stanchezza non è la stessa che dopo una sconfitta e questo è stato un plus per noi. Nessun infortunio da quella partita. Stiamo bene, siamo tutti preparati. Ovviamente abbiamo giocato 48 ore fa, però il calcio di oggi è così, puoi giocare ogni 3 giorni. Ho anche una rosa che può aiutare nei momenti di difficoltà. Stiamo ad inizio stagione, abbiamo bisogno di lavorare, contro il Trabzonspor si è vista la differenza di preparazione con loro che erano partiti prima. Abbiamo bisogno di giocare, non farò tanti cambi. Abbiamo altre tre gare prima della sosta, dobbiamo dare tutto e pensare a giocare".
Quanto può aiutare il pubblico della Roma a ridurre la distanza dalla Champions?
"I tifosi ovviamente possono aiutare, però possono anche giocare, che è un modo diverso di andare allo stadio. Qualche volta sono lì per aiutare, altre per giocare. Spero che stiano lì per giocare, perché possono farlo. La passione, è facile di capire, è tremenda. Ho giocato a Roma come avversario e ho capito quanta passione c'è. Da tanto la gente non va allo stadio, sono convinti che potranno giocare con noi e sarà più difficile anche per una buona squadra come la Fiorentina di tornare a casa con un risultato positivo".
Dice che gli manca qualcosa per stimolare la società o per abbassare le aspettative?
"Questo l'ho detto l'altro giorno fa, oggi quello che mi manca sono i tre punti di domani. Che stanno lì, ma stanno lì per le due squadre. Li voglio io, li vogliono i miei giocatori, li vuole Italiano e i suoi giocatori. Vogliamo vincere. Capisco la sua domanda e posso dire, spero per l'ultima volta, ho cercato di spiegare nel miglior modo possibile che il nostro mercato è stato un mercato di reazione, perché abbiamo perso due giocatori che non ci aspettavamo di perdere. Per questa ragione non abbiamo preso qualche giocatore che nella mia analisi sarebbe stato un giocatore importante per equilibrare la nostra rosa. Quando però una società fa uno sforzo del genere per reagire ai problemi, io non ho il diritto di mettere qualsiasi tipo di pressione. Tempo sarà una parola chiave nel nostro progetto, io mi nascondo dietro a questo tempo per dire che capisco perfettamente che sarà difficile fare qualcosa in più. Il mio lavoro adesso è lavorare, lavorare e lavorare con tutti i giocatori che abbiamo in rosa e abbiamo tempo per fare qualcosa di più. Se non si fa adesso si farà a gennaio, se non si farà a gennaio si farà in estate. Mi piacerebbe che questa fosse l'ultima volta che devo parlare di questo. Sono molto contento dello sforzo fatto dalla società e il modo in cui sta lavorando a questo progetto. Non ho il diritto di chiedere di più. Lavoriamo con ciò che abbiamo e andiamo lì con il feeling che mi piace avere, ogni partita andiamo in campo per vincere, non ci sarà nessuna partita in cui non scendiamo in campo per vincere. Contro il Trabzonspor avremmo anche potuto pareggiare all'ultimo, ma scendiamo in campo, come filosofia di vita, per vincere anche contro squadre più forti".
Lo Spezia lo scorso anno ha messo in difficoltà la Roma. Come ha preparato la partita?
"Intanto complimenti alla Fiorentina, che ha scelto due allenatori bravi come Gattuso prima e Italiano poi. Io ho preparato la partita analizzando sia il suo Spezia che della sua Fiorentina, per capire i suoi principi tattici. Sarà una partita difficile per noi, hanno un allenatore e giocatori di qualità. Italiano è arrivato da poco, quando si gioca contro squadre con tecnici che lavorano lì da più tempo è complicato, però Italiano è un bravo allenatore, io sono un bravo allenatore e le nostre squadre nella mia opinione giocano già abbastanza bene per due squadre che lavorano da pochissimo tempo con noi".
Nell'ultima amichevole giocata in casa, il campo era in condizioni pessime. Lei che viene anche dall'Inghilterra è preoccupato da questo fattore? L'infortunio di Smalling è legato a questo?
"Il clima aiuta tanto la qualità dei campi e in Inghilterra questo è più facile. L'organizzazione del calcio lì prende tanta attenzione anche a questi fattori, fare paragoni con altri paesi è difficile. Sarebbe cattivo da parte mia collegare l'infortunio di Smalling al campo. Il terreno di gioco non stava bene, ho dei dubbi che domani sarà molto bello, ma ho fiducia dell'orgoglio e della professionalità dei lavoratori. Sono convinto che sarà meglio rispetto all'altra settimana, così come quando ci giocherà la Lazio settimana prossima sarà ancora meglio. Magari un po' di pressione, come ho fatto io da Instagram, può aiutare. Quando guardo al livello degli allenatori che stanno in Serie A e altri come Conte, Gattuso, Ranieri penso che tutti vogliamo calcio di qualità e questo ha bisogno di campi di qualità".
Abraham è pronto per giocare?
"Domani sarà convocato. Non si è allenato con la squadra, però le regole sono da rispettare e si è dovuto allenare da solo. Ha fatto un buon lavoro con il Chelsea, giocando anche amichevoli di livello, è pronto per giocare dal punto di vista fisico. Questa è stata una settimana difficile per lui, con tante cose da fare. Abbiamo tre attaccanti: Borja, lui ed Eldor. Siamo contentissimi di averli".
Come giudica il processo di maturazione di Reynolds e che valutazione è stata fatta su Florenzi?
"Lavoro con Reynolds da cinque settimana, è impossibile valutare una sua evoluzione perché non ho parametri per giudicarla. Posso dire però che fisicamente ha delle condizioni fantastiche per essere un terzino e tecnicamente-tatticamente è un ragazzo arrivato da una realtà completamente diversa, deve migliorare ma è normale: è giovane, non ha mai giocato in Europa. Su Florenzi il miglior modo per rispondere è di fargli gli auguri di una buona stagione, che possa arrivare se possibile dietro di noi e che possa essere felice a Milano. Ho parlato con lui una volta qui. Voleva andare al Milan, quello che un giocatore vuole fare è importantissimo per me e la società ha collaborato ad aiutare il giocatore a realizzare questo suo desiderio".
Il suo tempo era sempre "adesso" è cambiato per la Roma o è cambiato Mourinho?
"La Roma è un club gigante, come tifosi, storia e città, ma un'altra cosa sono i progetti. Quando sono arrivato al Chelsea o all'Inter o al Real Madrid i progetti erano ovvi e non c'era nessun dubbio, si voleva vincere oggi, non domani. La Roma è in una situazione diversa, è un club che non vince da tanto, che è finita a tanti punti dallo Scudetto e dal quarto posto: serve tempo e il tempo nel calcio è una cosa importante, perché la realtà è il pragmatismo e la crudeltà dei numeri. Non c'è modo di cambiare questa dinamica se non aspettare tempo, organizzare la società, fare quel lavoro invisibile dentro Trigoria. Con il tempo i risultati arriveranno. Domani voglio vincere e te lo dirò sempre, anche contro la Salernitana, l'Inter e la Juventus".
In Turchia i terzini si sono spinti anche contemporaneamente in avanti, lasciando un po' scoperta la squadra e hanno sbagliato molti cross.
"Prima faccio una piccola battuta: quando ero Inghilterra dicevo che mi mancavano le conferenze stampa in Italia perché lì non vogliono parlare di calcio, ma solo di casini. Ora che sono in Italia, ti dico che mi mancano le conferenze stampa in Inghilterra, perché voi siete bravi sulla tattica e a me non va di parlarne (ride, ndr). Io non voglio parlare tanto, però siamo arrivati in tante situazione di cross in Turchia e abbiamo sbagliato tante volte. Spingere con due terzini allo stesso tempo l'abbiamo fatto, possiamo farlo, possiamo farlo soltanto con uno o senza nessuno. Il calcio di oggi è cambiato: anni fa la squadra aveva un modulo di gioco e non usciva da quello, oggi si fa in modo diverso. Questo si fa perché è più difficile per l'avversario leggere il tuo modo di giocare. Ci sono diversi modi di arrivare allo stesso obiettivo: vogliamo vincere le partite, per vincerle serve segnare, per segnare serve arrivare in zona pericolosa e ci sono vari modi per farlo. Per quanto riguarda i cross ogni tanto è una questione di qualità o di fiducia, Karsdorp e Vina hanno qualità per farli. Cerchiamo comunque di sviluppare il nostro gioco offensivo in diverse modalità".
Quali sono le squadre che ritiene più attrezzate della Roma?
"Questa è una domanda facile, perché sapete la risposta. Guardate la classifica dell'anno scorso, se la differenza è in 2-3 punti siamo più o meno allo stesso livello. Quando invece ci sono 20 o 30 punti è diverso. Lasciateci lavorare tranquilli e poi vediamo. La prossima partita la vogliamo vincere, il mio discorso non cambia. Anche quando giocheremo contro squadre che sono finite sopra a noi l'anno scorso non cambieremo il nostro discorso".
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