Roma, casting per la scelta del ds: Ausilio, Carli e Orta i papabili
Già diversi gli esclusi: Baldini ha chiuso con i giallorossi, Sabatini punge e non torna. Niente Berta, Paratici, Pradè. De Sanctis e Petrachi fuori gioco
Prima domanda: in questi giorni di transizione societaria, è ancora Franco Baldini il facente funzione di direttore sportivo occulto che poi occulto non è mai stato? Seconda domanda: in caso di risposta negativa al precedente quesito, chi è oggi che sta lavorando da ds giallorosso? Terza domanda: se, pure qui, la risposta precedente fosse negativa, chi sarà il dirigente che assumerà l'incarico di grande capo delle operazioni di mercato della nuova Roma texana? Le risposte in sintesi, poi le spiegazioni. Risposta numero uno: no. Risposta numero due: nessuno, anzi meglio dire Guido Fienga anche se non è certo il suo mestiere. Risposta numero tre: chi ci prende vince un milione di euro che, poi, è quello che più o meno oggi guadagna il direttore sportivo di un club di prima fascia. Perché al di là dei nomi, tanti, troppi, che si stanno facendo, neppure a Trigoria potrebbero dare una risposta, oggi come oggi, con un senso compiuto.
Proviamo allora a fare chiarezza. Almeno per quello che sappiamo, facendo soprattutto il gioco delle esclusioni, ovvero di chi sicuramente non sarà il prossimo ds. Partendo, anche se sembrerà strano, proprio da Franco Baldini che molto, ma molto difficilmente, continuerà a far parte della società giallorossa, occulto o no, con un ruolo di consulenza esterno che poi tutto era meno che esterno. Il dirigente che negli ultimi anni da Londra ha supervisionato le operazioni di mercato (in campo e fuori), con l'uscita di scena di Pallotta (confermato per il prossimo diciassette agosto il closing anche se per la pandemia al momento è complesso immaginare per quella data lo sbarco dei Friedkin nella nostra città), Baldini è out (ha incontrato i Friedkin una sola volta otto mesi fa). Oltretutto gli è scaduto il contratto il trenta giugno scorso, ma l'ormai ex proprietario gli aveva chiesto di continuare comunque a lavorare per il mercato. Cosa che ha fatto, come per esempio le operazioni Mkhitaryan e Pedro, ma anche il tentativo di prolungare il prestito di Smalling, cercando nello stesso tempo di cominciare a dare una sfoltita alla rosa giallorossa. Saranno ricordate come le ultime operazioni di Baldini in qualità di dirigente della Roma. Da giovedì scorso ha buttato la penna sulla scrivania, consapevole che dopo aver accompagnato tutta la prima stagione americana a Trigoria, il suo tempo si è concluso. E questo vuole dire che tutte le vicende di mercato in corso di fatto sono passate nelle mani dell'ad Guido Fienga. Che, come detto, non fa questo di mestiere. Peraltro in questo momento si sta pensando soltanto a vendere giocatori come, appunto, il Ceo ha detto a tutti i procuratori dei giocatori, a eccezione di quelli di Zaniolo, Pellegrini, Carles Perez, Ibanez, Villar e, forse, Veretout. Ma questo non può certo far dimenticare che bisognerà acquistare un esterno destro basso, un centravanti, un centrocampista, uno se non due centrali difensivi. E chi li compra?
Il direttore sportivo
Un ruolo che in questo momento alla Roma non c'è. Chi, allora? Nel casting che in questo momento sta impazzendo, di nomi ne sono stati fatti una vagonata. Partiamo da quelli che, alla luce di alcuni avvenimenti successi e per quello che siamo riusciti a sapere, non arriveranno. Partendo da Walter Sabatini che, ieri, ci ha smentito questa ipotesi: «Non ho ricevuto nessun segnale dalla nuova Roma a cui invio il mio in bocca al lupo. Alla Roma e ai tifosi giallorossi sono legato, ma sto lavorando al progetto Bologna e Montreal Impact, le due società di Joe Saputo che è il migliore dei presidenti (botta a Pallotta, ndr)». Fuori uno. Per il fuori due facciamo il nome di Fabio Paratici, ottimo amico di Fienga, una frequentazione romana continuativa conseguenza di motivi personali, ma che dopo l'esonero di Sarri, sembra destinato a rimanere alla Juventus. Il fuori tre è dedicato a Ricky Massara che ha un contratto con il Milan e che, pur essendo molto legato alla Roma, al momento preferisce continuare in rossonero, immaginando un ritorno soltanto in tempi futuri. Il fuori quattro è per Daniele Pradè, anche lui sarebbe stato un ritorno, ma come per Sabatini non ha ricevuto nessun segnale. Il fuori cinque è per Morgan De Sanctis che ora è il responsabile del mercato del settore giovanile, è intrigato da un'offerta dell'Ascoli per andare a fare il direttore generale, ma che prima di decidere vuole conoscere la nuova proprietà anche se non sarà comunque promosso ds. Il fuori sei lo dedichiamo ad Andrea Berta, da anni sta facendo un grande lavoro all'Atletico Madrid, che pare non abbia nessuna intenzione di tornare in Italia. Il fuori sette è per Gianluca Petrachi che, pure, con il cambio di proprietà ha immaginato di poter tornare dove lo avevano licenziato, forte di un incontro avuto con i Friedkin nel febbraio scorso.
Chi rimane, dunque? Nel nostro personalissimo casting, tre nomi, fermo restando che la sorpresa può essere assolutamente dietro l'angolo. I nomi sono quelli di Piero Ausilio, Marcello Carli e lo spagnolo Victor Orta. Perché il primo ha rapporti deteriorati con Conte (ma il tecnico rimarrà sulla panchina dell'Inter?). Perché il secondo ha divorziato dal Cagliari dopo un ottimo lavoro, certificato peraltro da molti suoi colleghi (alcuni anche ex della Roma). Perché il terzo ha fatto un ottimo lavoro al Leeds dove è arrivato dopo essere stato l'allievo prediletto di Monchi al Siviglia. Sì, quel Monchi lì. Da queste parti non sarebbe il biglietto da visita ideale, ma quante volte l'allievo ha superato il maestro?
© RIPRODUZIONE RISERVATA