Calciomercato, Werner porta Schick al Lipsia e libera Smalling alla Roma
Il Chelsea pagherà 55 milioni per la stella del Lipsia, che con meno della metà può tenersi il ceco: sono i soldi che serviranno ai giallorossi per il centrale
Cinquantacinque. Trenta. Più nove (più uno). Più quattro (più tre). Più ventitré (da definire). Il risultato è la conferma di Chris Smalling, l'addio a Schick, Defrel e Gonalons, Timo Werner con la maglia del Chelsea. Ci rendiamo conto che il tutto può pure legittimare pensieri non propri carini nei confronti di chi scrive, ma se avrete il buon cuore di seguirci, vi renderete conto che la strana addizione non fa una grinza nel risultato finale, compresa la prova, ovvero invertendo la posizione degli addendi, il risultato non cambia. Ovvero Chris Smalling continuerà a giocare con la maglia giallorossa, che poi a noi è la cosa che ovviamente interessa di più. Allora proviamo a spiegare. Partendo dai cinquantacinque.
Cioè la clausola da pagare per l'acquisto di Timo Werner, attaccante, cartellino di proprietà del Lipsia, almeno fino a quanto non si presenti qualcuno che firmi un assegno con sopra scritto cinquantacinque, avendo logicamente il sì del giocatore. Si è presentato il Chelsea, mister Abramovich ha tirato fuori il suo pesante libretto degli assegni: così garantisce il prestigioso quotidiano tedesco Bild, il Chelsea non smentisce, il Liverpool fa sapere di essersi ritirato dall'asta. E questo vuole dire che il club tedesco ora ha il cash per acquistare Schick, sempre che desideri farlo. Se rimarrà il tecnico Julian Nagelsman lo farà, altrimenti non sarà comunque un problema, perché l'attaccante ceco ha diverse richieste anche dalla Premier dove non sarà un problema trovare un club che garantisca i ventitré-ventiquattro milioni (con una pusvalenza tra i sei e i sette milioni) che la Roma vuole per cedere definitivamente il cartellino di Schick.
Diciamo dunque un più ventitré per le casse di Trigoria che si andrà a sommare al trenta iniziale, che poi al netto vale ventisei virgola sei, cioè i milioni che il presidente Pallotta ha immesso nelle casse della Roma, garantendo i futuri incassi dal botteghino. Ossigeno puro per il bilancio giallorosso.
Che, nello spazio di poche settimane (senza nessuna scadenza prevista per il trenta giugno visto che tutto è stato posticipato al trentuno dicembre), avrà la garanzia di incassare, minimo, altri tredici milioni, cioè quelli relativi ai riscatti obbligati di Defrel e Gonalons da parte di Sassuolo e Granada. Due operazioni messe in piedi un anno fa dal direttore sportivo Gianluca Petrachi con una lungimiranza che oggi deve essere sottolineata.
I prestiti dei due giocatori, infatti, erano stato strutturati con la formula dell'obbligo di riscatto a patto che le due società brindassero alla salvezza. Il Granada di fatto già lo è salvo. Quando riprenderà la Liga mancheranno undici giornate alla fine e la squadra ha un vantaggio di tredici punti sulla zona retrocessione, le dovrebbe perdere tutte per scendere in segunda, quei quattro milioni di obbligo di riscatto insomma sono cosa fatta, quattro milioni cui se ne devono aggiungere potenziali altri tre di bonus. Il Sassuolo, dal canto suo, ha meno certezze di salvezza, ma oggi è difficile immaginare che possa scendere in B. A quel punto a Trigoria arriveranno nove milioni (più un altro per eventuali bonus).
Sommando il tutto, l'incasso per la Roma sarebbe superiore ai sessanta milioni, soldi benedetti per dare una prima sistemata ai conti e, anche, avere una forza maggiore nelle trattative in entrata che la società giallorossa sta portando avanti da qualche settimana. In particolare quella con il Manchester United per Chris Smalling.
È una trattativa che l'amministratore delegato Guido Fienga sta seguendo in prima persona, trattando direttamente con la dirigenza dell'United. Si sta lavorando su due ipotesi. La prima è un rinnovo del prestito per una stagione con un obbligo di riscatto dopo dodici mesi. La seconda è l'acquisizione già in questa sessione di mercato del cartellino del giocatore.
La prima prevede un prestito oneroso ribadito, cioè altri tre milioni (la stessa cifra versata dodici mesi fa per l'anno di prestito in corso), più un riscatto fissato a tredici-quattordici milioni da pagarsi nei successivi due anni. La somma è molto vicina a quei venti milioni richiesti dal club inglese.
La seconda prevede l'acquisto immediato, ma per un totale, pagabile sempre in due anni, tra i diciassette e i diciotto milioni. La sensazione, e pure qualcosa di più, è che l'affare si concluderà, anche perché c'è la volontà sempre più decisa di Smalling di rimanere e non tornare a Manchester, soprattutto dopo le parole del tecnico Solskjaer («Quest'anno non abbiamo avuto più mele marce nello spogliatoio»), parole che hanno ferito e offeso il difensore inglese.
A ulteriore supporto per la felice conclusione dell'affare, ci sono i rapporti con i procuratori del giocatore. Qualche giorno fa, è uscita la notizia dell'arrivo a Trigoria per la Primavera del giovane attaccante, classe 2002, Suf Podgoreanu, israeliano con passaporto romeno. Vi stupisce sapere che gli interessi del ragazzo sono gestiti dalla stessa scuderia che cura quelli di Smalling?
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