Calciomercato

Mercato: Zaniolo e il gioco delle parti tra la Roma e il procuratore

A Trigoria non è arrivata nessuna offerta per il giocatore. Eppure, da mesi, qualcuno non fa altro che parlare di un contratto in scadenza tra 2 anni

PUBBLICATO DA Piero Torri
07 Giugno 2022 - 07:00

La Roma lo vuole vendere. Ha già l'accordo con la Juventus con tanto di visite mediche analizzate nel dettaglio. No, costa troppo, ora è un duello Milan-Juve. Valutazione del cartellino a decrescere, sessanta, cinquanta, venticinque e Saelemaekers (eppure a noi risulta che finora non è arrivata nessuna offerta). E via di questo passo. Che va avanti da un anno. In pratica da quando, alla scadenza naturale del contratto di Zaniolo, mancavano trentasei mesi. Ora siamo a ventiquattro, figuratevi. Anzi ve lo figurate visto che non manca giorno in cui non ci sia qualcuno che ci spieghi la verità sul futuro del ventidue. Magari sotto dettatura. Non della Roma. Che, semmai, in questa vicenda ha la colpa di essere stata trasparente, ovvero non c'è nessun incedibile, quindi pure Zaniolo, valutazione (ufficiosa) sessanta milioni.

In tutta questa vicenda che probabilmente ci accompagnerà per i prossimi due-tre mesi, manca però la posizione della controparte. Non tanto del giocatore che, quando è stato interpellato sulla questione, ha dato una di quelle risposte standard, «il futuro? Vedremo», quanto quella del suo procuratore, Claudio Vigorelli, che spesso, molto spesso, ha il telefono occupato, «mi raccomando, però, nessun virgolettato». Eppure non più tardi di qualche mese fa, furono di dominio pubblico almeno due incontri che avrebbe avuto con la dirigenza della Juve (mai smentiti) a proposito del futuro del suo assistito. Eppure, proprio pochi giorni fa, un raro virgolettato vigorelliano ci ha fatto sapere che «l'interesse del Milan è davvero una bella notizia» (nessuna smentita pure qui). Tutto lecito, per carità, ma il sospetto che l'entourage del ventidue lo voglia portare da qualche altra parte ci pare legittimato dai fatti non dalle chiacchiere. Vigorelli, procuratore di lungo corso, sta facendo il suo mestiere, ci mancherebbe. Dimenticando, però, una serie di aspetti che dovrebbero consigliare un doveroso rispetto per la Roma.

Il primo sono le radici del trasferimento in giallorosso del suo assistito (che all'epoca aveva un altro procuratore). Quattro anni fa, bocciato prima dalla Fiorentina, poi dall'Inter che non si fece problemi a inserirlo nella trattativa per Nainggolan, valutazione quattro milioni e mezzo. Il secondo è che con la Roma Zaniolo è diventato Nico, ragazzo dagli effetti speciali perché, a cominciare da chi scrive, le qualità del ragazzo sono importanti, ma bisogna confermarle nel tempo e continuativamente. Il terzo è che la Roma, una volta visti gli effetti speciali, si mise attorno a un tavolo (con Vigorelli) ridiscutendo il contratto del ventidue, portando l'ingaggio dai trecentomila euro con cui era arrivato a due milioni e mezzo. Il quarto è che, purtroppo, per due stagioni Zaniolo è stato costretto a fare lo spettatore a causa della rottura di due crociati, la Roma lo ha aspettato continuando, ovviamente, a pagare lo stipendio. Il quinto è che nell'ultima stagione, il rendimento del giocatore, pur ricordando la tripletta al Bodø e il gol nella finale di Tirana che ci sta facendo ancora godere, il ritorno agli effetti speciali è stato più lento del prevedibile, soltanto due le reti in campionato, otto in totale e la sensazione che il giocatore abbia ancora bisogno di tempo per tornare a stupire. La sesta, è che la società giallorossa ha fatto firmare il prolungamento contrattuale al suo Capitano, a sette mesi dalla scadenza naturale del contratto, con Pellegrini e il suo entourage che hanno aspettato senza troppo clamore.

Sono tutte considerazioni che dovrebbero consigliare un approccio diverso al rinnovo di Zaniolo. Che, ripetiamo, per noi rimane un talento e che la Roma vuole fare, ma con i suoi tempi. Far trapelare che la richiesta sarà superiore ai quattro milioni (più bonus) perché l'ambizione è quella di arrivare alle cifre di Pellegrini e Abraham (che ha il decreto crescita) è un forzare la mano con un unico scopo: portare il giocatore in un'altra squadra. Dimenticando, però, che ci sono altri due anni di contratto. Decide la Roma se e quando venderlo. Alla cifra che decidono a Trigoria e pazienza se è poco gradita dall'entourage del giocatore.

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