Monchi: "Noi rispettiamo le regole. Zaniolo non si vende. Piatek, Rugani e Mancini? Le cose stanno così"
Il direttore sportivo giallorosso ha parlato anche dello Stadio della Roma: "E' poco logico che sia ancora fermo un progetto che muove un miliardo di euro"
"I bilanci si fanno quando finisce un progetto e il mio è ancora lungo. Io resto alla Roma, il mio obiettivo è arrivare al successo in modo graduale, ma continuo". Pensieri e parole di Monchi che, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato anche della società. "Vorrei che si raccontasse meglio e a 360 gradi che cos'è questo club, credo che non venga fatto. Per me la nostra è una società modello e mi dispiace che a volte rimanga in secondo piano rispetto ai giudizi su Monchi e Di Francesco. Il fair play finanziario? Io dico che la Roma lo rispetta ed è giusto che lo faccia. Abbiamo venduto giocatori importanti per sistemare i conti. Poi tutti sappiamo, che in Italia e all'estero ci sono club che fanno finta o prendono strade diverse. Il rispetto delle regole dà credibilità ai campionati". Dopo aver ribadito la totale fiducia a Di Francesco ("a Boston da Pallotta abbiamo parlato 15-20 secondi di Eusebio, la mia fiducia in lui è ancora più forte"), il direttore sportivo della Roma ha analizzato il momento di Javier Pastore e Patrik Schick. "Pastore è forte, la questione è ritrovare il giocatore di Palermo e Parigi, credo che siamo ancora in tempo. Credevo al progetto di lui mezzala. Per Schick il problema non è il calciatore. E' la persona che a volte non trova la dimensione ideale per sviluppare quello che può fare il calciatore. Potevamo mandarlo in prestito per aiutarlo, ma non c'è una formula perfetta e sicura. Credo che Patrick sia un frutto e bisogna ancora spremerlo fino alla fine e spendere tempo ed energie su di lui. Io ci credo".
Zaniolo e gli italiani
Ribadendo il concetto di una Roma sempre più italiana ("ho capito che è più opportuno prendere giocatori italiani, spesso sono gli acquisti che sono andati meglio, ma non trascurerò il mercato estero"), Monchi ha "blindato" Nicolò Zaniolo: "Il merito della crescita è suo e dell'allenatore. L'Inter non voleva darlo, Ausilio aveva alzato un muro, però volevano Nainggolan e hanno ceduto. Zaniolo è il futuro della Roma non sarà venduto. Avrà un percorso lungo e importante in questa società. Visto il suo rendimento forse sarà il primo rinnovo che affronteremo". Di Manolas, Under, El Shaarawy e Lorenzo Pellegrini se ne parlerà a fine mercato al termine della stagione. A proposito di giovani, alla Roma piace molto Gianluca Mancini ma "adesso è impossibile, in estate vedremo".
Nel definire "impossibili" gli arrivi di Rugani, Thiago Mendes, Dendocker, Herrera, Ozyakup e Malcom ("un Ds rappresenta anche il cuore dei tifosi e lui si è preso gioco della Roma, qui per lui non c'è posto"), il dirigente spagnolo ha lasciato uno spiraglio aperto per Bennacer: "Ci piace, ma se ne parlerà a giugno". Troppo alta, invece la quotazione di Piatek. "Sarebbe possibile se non chiedessero 70 milioni. Per me è forte, ma lo è al Genoa, Siamo convinti che lo sarebbe, per dire, anche al Chelsea? Belotti e Ziyech? Mi piacciono entrambi. Noi cerchiamo solo giocatori che alzino il livello della squadra e non è facile". Monchi ha parlato anche dello Stadio della Roma: "In un momento di crisi economica, un progetto che muove un miliardo di euro ed è ancora fermo mi sembra poco logico. Potrebbe dare tanto alla città, non solo alla Roma. Vogliamo accorciare il gap con la Juve e con tutto il calcio europeo e questo progetto è fondamentale".
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