La FIFA cambia: dal 2020 verrà reintrodotto l'albo dei procuratori sportivi
Blatter aveva voluto l'abolizione nel 2015. Il risultato è quello auspicato da molti, quelli che vedono nella frenetica attività dei procuratori il male del calcio
La spallata finale c'è stata nell'ultima settimana dell'anno, quando i vertici del calcio si sono incontrati a Dubai. Il risultato è quello auspicato da molti, quelli che vedono nella frenetica attività dei procuratori il male del calcio. Frenetica e senza regole. Come, in maniera poco lungimirante, aveva voluto Blatter nel 2015. Così, la Fifa corre ai ripari e dal 2020 reintroduce l'albo dei procuratori sportivi. Dal prossimo anno per curare gli interessi economici di un calciatore ci vorranno agenti iscritti ad un albo. Così anche i parenti dovranno adeguarsi a queste regole per poter avere un ruolo. Si tratta per la precisione di un ritorno al passato voluto da Gianni Infantino. Considerato il tenore della riforma, qualcuno l'ha già battezzata come "norma anti Wanda", in riferimento al rapporto professionale che lega il capitano dell'Inter a sua moglie, che ne cura anche gli interessi professionali. Di certo non l'unico caso, ma senza dubbio il più rumoroso a livello mediatico. Una situazione che, se la riforma dovesse essere approvata, non sarà più consentita.
A Dubai nell'ambito di Globe Soccer c'è appena stato un importante panel a cui hanno preso parte Zvone Boban (vice-segretario Fifa), Fabio Paratici (responsabile dell'area tecnica della Juve) e Giovanni Branchini (vice-presidente Efaa). Il vertice è stato l'ultima tappa di una serie d'incontri iniziati nello scorso aprile, come riferisce la Gazzetta dello Sport, che anticipa anche i punti salienti della nuova norma. La prima, quella più importante è, appunto, il ritorno dell'albo Fifa. Tutti i rappresentanti dei calciatori dovranno sostenere un esame e sottostare alle norme per la categoria e periodicamente frequentare corsi di aggiornamento. Importante, in chiave trasparenza, anche la regola secondo la quale in futuro i compensi per gli agenti diverranno pubblici, indicando le cifre di ogni singola operazione. Al momento, invece, i club forniscono solo dei dati aggregati che non permettono di conoscere nello specifico l'entità dei rapporti con ciascun consulente. Gli agenti hanno dato la disponibilità a stabilire un tetto ai loro compensi se questo criterio dovesse essere applicato anche per le altre figure professionali del calcio. Previsto anche un contributo degli stessi procuratori al fondo di solidarietà targato Fifa con cui i club devolvono il 5% delle somme incassate per la vendita dei calciatori alle società che li hanno allevati. La Fifa istituirà una stanza di compensazione (clearing house) che registrerà tutte le operazioni e potrà così vigilare sui rapporti tra club, atleti e agenti. È il presupposto fondamentale per eventuali provvedimenti. Più trasparenza anche sul pagamento di somme anomale ai familiari di giovani calciatori, per evitare che soggetti con pochi scrupoli comprino le procure in giovane età, mettendo a repentaglio la carriera dei nuovi talenti.
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