La Roma che verrà: Marcano, d'obbligo tornare quello del Porto
Il difensore centrale giallorosso è stato un pilastro della squadra vincitrice del titolo in Portogallo. A Roma solo 180 minuti, senza segnali convincenti
Fin qui, quella di Ivan Marcano è una storia simile a quella del messicano Moreno, sbarcato a Roma più di un anno fa, qualche mese a guardare gli altri giocare e poi tanti saluti per andare a giocare in Spagna. Non se la prenda nessuno, ma i fatti sin qui ci hanno detto questo. Appena tre presenze, due da titolare, in totale 180' in campo senza mai lanciare un segnale che potesse far dire, però ‘sto spagnolo può esserci utile. Di Francesco, peraltro chissà perché, lo ha utilizzato pure da esterno sinistro basso, ma visti i risultati sarebbe stato meglio di no. Certo è che Marcano finora non è mai stato il giocatore che in Portogallo al Porto hanno visto giocare su livelli decisamente migliori, titolare di una squadra che ha vinto lo scudetto.
È vero che qui si è dovuto inserire in un sistema di gioco molto diverso, soprattutto perché un po' più spericolato, con un'esasperazione della tattica del fuorigioco che a Oporto non sapeva neppure cosa fosse, ma è pure vero che non ha mai fornito risposte minimamente convincenti, soprattutto perché sempre ci ha dato la sensazione di giocare dovendo pensare a quello che doveva fare. E in un ruolo come quello del difensore, può voler dire soltanto andare incontro a brutte figure. Noi però vogliamo credere che il vero Marcano sia tutto un altro giocatore, quello visto al Porto dove era un vero leader difensivo. Ecco, se torna quello appaludito in Portogallo...
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