Santon ritrovato, ma l'Italia lo snobba
Debuttò a 18 anni. A Lippi ricordava Maldini. Otto presenze, l’ultima l’ha fatta nel 2013. Perso D’Ambrosio, Mancini ha scelto Piccini
Titolare nelle ultime tre di campionato, senza mai uscire, consentendo a Di Francesco di giocarsi (al deby, con ottimi risultati) la carta ala tattica, avanzando Florenzi: la rincorsa di Santon procede ad ampie falcate. A Roma ha fatto cambiare idea a tanti: il primo obiettivo era monetizzare la cessione di Nainggolan, abbassando al contempo il monte ingaggi, il secondo era farsi dare un talento di grande prospettiva come Zaniolo, seguito già da un paio d'anni. L'inserimento del terzino romagnolo nella trattativa era considerato un qualcosa in più, utile, tra le altre cose, per alzare il prezzo del cartellino del belga, e fare una plusvalenza più consistente. All'Inter non era titolare, tantomeno lo sarebbe stato alla Roma, dove c'erano già Florenzi e Karsdorp, nel ruolo: poteva servire come soluzione d'emergenza a sinistra, se Luca Pellegrini si fosse dimostrato troppo acerbo per fare il vice Kolarov, ma nessuno a Trigoria si augurava che ci fosse bisogno di lui lì. Nelle prime 6 partite ha giocato solamente i 12' più recupero (decisivo, purtroppo) contro il Milan, alla terza, dando il cambio a Karsdorp: alla settima, in casa col Frosinone, si è ritrovato titolare per la prima volta e (Champions a parte) non è più uscito. Tre gare da titolare: con Spalletti a Milano ne aveva fatte 6 in tutto il campionato. Tanto che si comincia a parlare di una possibile cessione a gennaio di Karsdorp: da quando l'ex interista è stato lanciato non ha più giocato un minuto.
L'ultimo uomo
Protagonista al derby, dove spesso Immobile andava a cercare fortuna dalla sua parte, uomo assist col Frosinone - suo il cross per il gol di tacco di Pastore, decisivo contro l'Empoli, per tante chiusure difensive: quando Luca Pellegrini è dovuto uscire, con Kolarov a casa infortunato, Santon è andato anche a tappare il buco a sinistra, lasciando la destra a Florenzi. Varie volte Di Francesco lo ha lasciato come ultimo uomo sui calci d'angolo d'attacco: un incarico che si lascia al più veloce della squadra, all'unico che non può sbagliare, per non mandare in porta il contropiedista avversario. L'ennesima dimostrazione di fiducia, per l'ex Golden Boy del calcio italiano. Perché l'Inter, che lo aveva ceduto al Newcastle nell'estate 2011, riprendendolo nel gennaio del 2015, che aveva trovato l'accordo per mandarlo al Napoli (operazione saltata solo alle visite mediche, per problemi al ginocchio, ormai superati) e che è stata ben contenta di accompagnarlo verso Roma, 9 anni fa era convinta di aver trovato un gioiellino nel suo settore giovanile, destinato a diventare un titolare cresciuto in casa.
L'anno d'oro
Josè Mourinho lo lancia a 18 anni appena compiuti, in Coppa Italia, proprio contro la Roma, il 21 gennaio 2009 (2-1, Adriano, Taddei, Ibra): a febbraio, contro il Manchester United, si ritrova a marcare Cristiano Ronaldo, a fine marzo esordisce con l'Under 21 di Casiraghi, a giugno Marcello Lippi - che disse: «Mi ricorda Maldini da giovane» - lo fa debuttare in Nazionale, contro l'Irlanda del Nord. Aveva 18 anni, gli stessi di Zaniolo, che però, quando è stato convocato da Mancini, non ha messo piede in campo. Per Santon 8 apparizioni in azzurro: 5 nel 2009, una nel 2010, una nel 2011, l'ultima nel 2013, contro l'Olanda. Ultima convocazione nell'ottobre del 2015, contro Azerbaigian e Norvegia, Conte ct, ma senza scendere in campo. Questa settimana poteva essere quella buona, ma Mancini - che lo ha allenato nella sua seconda parentesi nerazzurra, dal 2015 - non lo ha chiamato, preferendogli Florenzi e Danilo D'Ambrosio. Ma l'esclusione più clamorosa è arrivata ieri, quando D'Ambrosio, non al meglio, è stato rimandato a casa (insieme a Romagnoli e Cutrone): tra i papabili a destra c'erano Santon e Manuel Lazzari della Spal, che ha esordito lo scorso 10 settembre contro il Portogallo, alla fine il ct ha ripescato (insieme a Tonelli) il 26enne Cristiano Piccini, una presenza in A con la Fiorentina, con cui aveva fatto le giovanili, e 20 con il Livorno. Dal 2014 si è trasferito nella penisola iberica, tre anni al Betis, uno allo Sporting Lisbona, da questa estate al Valencia, che lo ha pagato 10 milioni. Per la beatificazione di Santon ci sarà da attendere ancora.
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