Le metamorfosi della Roma: tre punti per chiudere un ciclo
In questi 21 giorni di tour de force la Roma ha mutato volto. Prima della sosta per le nazionali occorre un’altra vittoria per confermare la crescita
Sette partite in 21 giorni. Termina con il match di stasera di Empoli un tour de force impressionante per la Roma. Solo ventuno giorni, dal 16 settembre di Roma-Chievo a oggi, eppure di cose ne sono successe. La Roma data per morta e in crisi, di risultati e di gioco, è improvvisamente risorta e ha cominciato - con colpevole ritardo - a vincere e a fare gioco.
Niente di eccezionale, sia chiaro, perché in questo lasso di tempo ci sono state anche le amnesie con il Chievo e l'assenza di Bologna, intervallate dalla gita – nel senso negativo del termine – di Madrid. Gli ultimi tre risultati, con Frosinone, Lazio e Viktoria Plzen hanno fatto sì che la Roma, per prima cosa, rialzasse la testa e poi che potesse guardare agli impegni futuri da protagonista. Con la consapevolezza che non solo il peggio non è ancora passato, ma che la disgraziata partenza non consente più passi falsi.
Per questo, come ha ricordato giustamente ieri in conferenza stampa Di Francesco, tutte le partite sono banchi di prova. In special modo Empoli, aggiungiamo noi. Perché ritrovarsi alla sosta dopo un filotto di quattro vittorie consecutive consentirebbe di lavorare bene a Trigoria e ripartire meglio in campionato.
È una partita difficile e particolare quella di stasera con l'Empoli. Difficile perché ultimamente con i toscani la Roma ha fatto sempre registrare risultati sofferti. Se è vero che i giallorossi non perdono al Castellani da più di dieci anni (febbraio 2007, 1-0 con gol di Nicola Pozzi), occorre anche considerare che in tre delle ultime sei trasferte a Empoli in Serie A, la Roma non ha trovato la via del gol.
Particolare perché stasera Aurelio Andreazzoli sfida per la prima volta, da allenatore avversario – in gare ufficiali – la Roma. E, visto come se ne è andato, avrà uno stimolo in più per fare bella figura. Sarà una partita particolare anche per Di Francesco che, da calciatore, in Toscana ha vissuto stagioni importanti e formative.
L'attuale mister della Roma aveva quindici anni quando ha indossato per la prima volta la maglia dell'Empoli. Tre stagioni nel settore giovanile e poi l'esordio nel massimo campionato a diciotto anni. In prima squadra rimane per tre stagioni, collezionando tra Serie A, Serie B e Serie C1 103 presenze e 3 reti. Stasera, Andreazzoli e Di Francesco – che si conoscono bene avendo lavorato insieme quando Eusebio era il team manager della Roma – si affrontano da avversari per la prima volta.
Differenti stati di forma
Le due squadre vivono momenti diversi: detto del filotto scaccia-crisi della Roma, l'Empoli non vince dalla prima giornata di questo campionato: da allora ha messo insieme solo due punti in sei gare, nelle quali ha segnato soltanto tre gol. La Roma arriva da due sconfitte consecutive in trasferta: è dal gennaio 2013 che non perde tre incontri di fila in campionato lontano dall'Olimpico. La squadra di Di Francesco non segna fuori casa da 211 minuti: ultima rete firmata Fazio al 59' di Milan-Roma 2-1 del 31 agosto scorso. Poi si contano i residui 31' di quella gara e le intere a casa di Real Madrid (0-3, Champions) e Bologna (0-2, in A).
Si tratta di un confronto particolare, dicevamo, e non soli per questioni sentimentali; si affrontano infatti le due squadre che hanno colpito più legni in questo campionato: l'Empoli sei volte, un palo in meno la Roma. Particolare curioso, dei sei degli azzurri, quattro sono opera di Miha Zajc. Il centrocampista sloveno ha effettuato 24 conclusioni finora, almeno il doppio di qualsiasi altro giocatore dell'Empoli.
A proposito di possibili protagonisti, stasera sarà un test importante per Lorenzo Pellegrini, finalmente esploso anche con la maglia della Roma. Il centrocampista romano è sotto i riflettori e, da un certo punto di vista, il difficile per lui potrebbe arrivare ora. Un'altra prestazione importante, in linea con il derby e con il match di Champions, consegnerebbe le chiavi del centrocampo – e di conseguenza della squadra – all'ex Sassuolo, per la sua cifra tecnica e fisica patrimonio del calcio italiano. Ma, soprattutto, della Roma.
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