Dopo le dimissimoni: Baldini va a cena con Capello. Pallotta insiste
Oltre le smentite. La Roma vuole la pace ma l’ex consulente non è disposto a tornare sulla sua decisione
«Baldini? Non speravo che rassegnasse le dimissioni, anzi, spero che nessun altro si arrabbi. Non volevo levarmi sassolini dalle scarpe, è un libro per parlare di ciò che ho fatto in questi 25 anni di Roma. Io ho detto solo la verità, non ho voglia di litigare con nessuno». Così Totti ieri sera, a margine della bellissima presentazione del suo libro, ha commentato la vicenda delle dimissioni di quello che si può ormai considerare a tutti gli effetti l'ex consulente della Roma.
A scatenare la decisione del dirigente, come noto, è stata l'indigesta lettura di due paginette in cui è stato raccontato da Totti (con Condò) il senso di un colloquio avvenuto lo scorso anno, luglio 2017, a Londra, secondo il quale Baldini avrebbe confessato a Totti di essere stato lui l'artefice del suo ritiro, ricostruzione evidentemente non condivisa dall'ex dg che ha ritenuto a quel punto non più compatibile la sua presenza nel Comitato Esecutivo della Roma con quella di Totti nel gruppo dei dirigenti.
Sulla questione specifica delle dimissioni, sia il presidente Pallotta sia il direttore generale Baldissoni hanno a caldo dissimulato la loro amarezza per poi, a freddo, provare a far tornare Baldini sui propri passi. Ma lui pare non avere alcuna intenzione di ripensarci tanto che ieri ha a lungo ignorato le diverse sollecitazioni che gli sono arrivate da Roma e si è goduto la sua giornata di vigile riposo. Mercoledì sera si è permesso anche il lusso di non vedere la partita della Roma contro il Frosinone per accettare un invito a cena di Fabio Capello, di passaggio a Londra per un convegno sul calcio. Tra le tante telefonate di solidarietà o di semplice curiosità ricevute va segnalata anche quella di Spalletti, un altro considerato ormai storicamente un nemico dell'ex capitano. I due si sono "consolati" a vicenda...
Alla serata di ieri al Colosseo Baldini è stato un po' il convitato di pietra. L'argomento sul palco non è stato ovviamente toccato, se non in una battuta del dg Baldissoni: «Quando ero un semplice tifoso della Roma andavo a vedere le partite e mi capitava di fermarmi a pensare a quando avresti smesso, mai pensando che saresti arrivato fino a quarant'anni. E lo dico soprattutto per sdrammatizzare il casino che mi ha fatto scoppiare ieri...». Totti, accanto, ha sorriso. Bisognerà vedere ora come cambierà la posizione di Baldini rispetto alle esigenze della società giallorossa. Formalmente l'ex direttore generale si era riavvicinato al club solo nel 2016, tre anni dopo le sue dimissioni del 2013, ma solo in qualità di consulente personale del presidente Pallotta, con un contratto sottoscritto con la società americana Coliseum.
Solo qualche mese fa, prima dell'estate, il rapporto si era rinforzato con il coinvolgimento di Baldini nel Comitato Esecutivo, di cui Pallotta ha parlato per la prima volta pubblicamente in un'intervista radiofonica concessa a fine luglio all'emittente Sirius Xm. Ed è proprio dal comitato che Baldini ha inteso prendere le distanze. Quando sarà convocato per la prossima volta (accade di norma ogni quindici/venti giorni, ma l'ultima volta per un contrattempo del presidente Pallotta non si è tenuto) Baldini semplicemente non parteciperà alla riunione (quasi sempre in collegamento in conference call) e lì formalmente si segnerà il distacco con il club. Che poi, come hanno ironizzato in tanti, potrebbe mantenere una sua funzione di consigliere personale del presidente Pallotta è un'altra questione. Baldini non si è dimesso da amico di Pallotta, ma di sicuro con la Roma non vuole più avere niente a che fare. Per la terza volta nella sua carriera.
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