Non è successo niente
Al di là dei quattro gol, le due traverse, i tre punti che servivano come il pane, la seconda partita conclusa senza gol al passivo e gli esordi dei giovani
Non è successo niente. Al di là dei quattro gol, le due traverse, i tre punti che servivano come il pane, la seconda partita conclusa senza gol al passivo, gli esordi di Zaniolo e Luca Pellegrini (ammazza come corre questo ragazzino), la sensazione, per la prima volta, che la Roma sia stata una squadra, un minimo riavvicinamento con i tifosi che pure ieri sera stavano lì a «cantar per te».
Non è successo niente neppure per il fatto che si sia battuto il Frosinone, squadra non tanto inferiore al Bologna e che, peraltro, pochi giorni fa, aveva costretto la Juventus ad arrivare all'ottantesimo minuto per realizzare il primo gol.
Non è successo niente anche se in panchina abbiamo visti uno accanto all'altro Dzeko e Florenzi, sorridenti e felici per quello che stavano facendo i compagni, uno spot vivente per una ritrovata armonia di spogliatoio cosa, poi, che non è mai garanzia di successi, sapeste che litigi nello spogliatoio capelliano del terzo scudetto.
Non è successo niente anche se abbiamo rivisto un Di Francesco un po' più rasserenato, forse aiutato dal fatto che quel folletto del turco, non era ancora trascorso il secondo minuto, aveva messo sul binario giusto una partita in cui la Roma era scesa in campo portandosi uno scimmione sulle spalle.
Non è successo niente neppure per il fatto che il rispolverato 4-2-3-1, abbia dato risposte più convincenti, con gli uomini, sottolineiamo gli uomini, sistemati al posto giusto, in una logica di squadra che ha consentito a due ragazzini al loro esordio di bagnarlo con una vittoria.
Non è successo niente pure se il campo ha dato risposte a cui forse ci si poteva arrivare con un pizzico di anticipo. Prendete Pastore, per esempio. È un trequartista, lì, dietro la punta o le punte, può fare la differenza e, in questo senso, c'entra poco il secondo tacco vincente della sua stagione, quello è il colpo di un grande giocatore, è il resto che conta e conterà.
Non è successo niente anche se De Rossi, che bella l'ovazione che lo ha accompagnato nel momento del cambio, alla seicentesima presenza con la maglia che si sfila solo per darla ai tifosi, ha dimostrato di poter convinvere con Nzonzi, pure se le vere controprove ci saranno quando le difficoltà proposte dall'avversario saranno diverse da quelle di un Frosinone che sembra capitato per caso in serie A.
Non è successo niente perché non vogliamo neppure pensare che la vittoria di ieri sera sia stata figlia legittima del ritiro a Trigoria perché questo vorrebbe solo dire che Di Francesco di uomini ne ha pochini a disposizione.
Non è successo niente perché la mattanza subita nel primo tempo con l'Atalanta, la sconfitta di San Siro quando il pubblico stava già sfollando, i due gol subiti in rimonta dal Chievo, la vergogna di Bologna, noi, come tutti quelli che vogliono bene alla Roma, ce le abbiamo ancora sulla pelle, ferite che avranno bisogno di tempo e vittorie perché si rimargino.
E allora non è successo niente perché sabato c'è il derby. Quel giorno dovrà succedere qualcosa. E sapete cosa.
Forza Roma.
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