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Roma-Frosinone: è l'ora di reagire

I giallorossi hanno l’ultima vera occasione per voltare pagina. La fiducia ribadita a Di Francesco deve togliere ogni alibi ai giocatori. Serve un cambio di passo

PUBBLICATO DA Vincenzo Mulè
26 Settembre 2018 - 07:04

Riscatto, ultima spiaggia, uomini veri, fiducia all'allenatore. I tre giorni passati dall'umiliazione di Bologna alla partita di stasera contro il Frosinone sono serviti per passare in rassegna tutto l'armamentario di frasi fatte e banalità. Buone solo per giustificare brutte figure e sconfitte. Poi, però, arriva il campo e, in maniera inesorabile, spazza via retorica e giustificazioni.

Il campo, appunto. Di solito, il turno infrasettimanale dopo una brutta sconfitta sarebbe stato accolto come una liberazione, una possibilità che il destino donava alla squadra per cancellare una macchia inaspettata. Invece, anche alla partita di questa sera, la Roma si avvicina con il morale a terra e un clima pesante difficile da spazzare via. Non basta neanche che l'avversario si chiami Frosinone per accendere l'entusiasmo di calciatori e tifosi. Perché, ci si chiede, dovrebbe essere facile sbarazzarsi dei ciociari quando questa squadra non è riuscita a farlo con squadre dello stesso livello, pareggiando in casa con il Chievo e perdendo in casa di quel Bologna che, prima di incrociare la banda Di Francesco, non era riuscito ancora a segnare un gol in campionato?

Curioso che, ad oggi, l'unica squadra del nostro campionato che ancora non ha festeggiato un gol sia proprio il Frosinone. In questo clima da ultima spiaggia (ecco, l'abbiamo detto pure noi) che circonda più Di Francesco che la Roma, si è perso anche il gusto dell'essenza del calcio. Troppo brutto questo momento per pensare a moduli, a soluzioni tattiche, a gesti tecnici. Prevale la delusione e l'amarezza. Perché la Roma che è scesa in campo in queste prime cinque giornate raramente ha dato l'impressione di volersi giocare la partita. Di volersi divertire. Di migliorare. Ed è veramente incomprensibile, perché la squadra di Di Francesco aveva (ha?) tutte le possibilità per scrivere pagine nuove, belle della storia giallorossa. Un lusso che la Roma non si può più permettere. Ora, la cosa più importante è uscire dalla palude in cui la Roma si è buttata. Ritornare una squadra, che pressa, che corre, che si aiuta. E che esca dal campo a testa alta.

Per amore proprio, della propria professionalità ma, soprattutto, dei tifosi. La strada per uscire da questo momento, però, la devono trovare i calciatori e Di Francesco. Lasciando perdere frasi fatte, dichiarazioni a effetto e personalismi che, francamente, sono l'unica cosa veramente chiara che finora i calciatori hanno fatto vedere. La soluzione, però, non può essere la cacciata di Di Francesco (visti anche i nomi che circolano). Perché, se si chiede coerenza alla società, allora questo deve valere per tutti. Non si può criticare la campagna acquisti degli ultimi due anni (per vedere la lista delle entrate e uscite basta scorrere le bacheche social dei tifosi) e poi chiedere la testa del settimo allenatore in sette anni. Se si vuole la continuità, e giustamente la si vuole, questa parte dalla guida tecnica, dalla panchina. Quello che però si chiede al mister è di fare delle scelte, che non possono essere definitive – perché sarebbe da stolti farlo – ma che siano in grado di dare un profilo stabile alla squadra.

Di Francesco sia sfrontato, sicuro delle sue scelte, puntando alla vittoria in maniera decisa. Trascinando dietro di sé prima i calciatori e poi i tifosi, che hanno dovuto sopportare anche tre pareggi nelle ultime tre partite interne di campionato. Tocca al mister riprendersi la Roma e sovvertire questo clima da funerale che accompagna la squadra da più di un mese. Ormai non ha più nulla da perdere e difficilmente potrà fare peggio di quanto fatto finora. Mai, dal 2010, la Roma aveva messo insieme solo cinque punti nelle prime cinque giornate del campionato. Raramente l'inizio della stagione era stato accompagnato dallo stesso sconforto che accompagna l'attuale. È ora di reagire, in qualsiasi maniera, con qualsiasi mezzo. Roma e la Roma non meritano tutto questo.

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