Una vita con la maglia della Roma: adesso è l'ora di Calafiori
Con Spinazzola ko, Fonseca ha ribadito la fiducia al ragazzo cresciuto a Trigoria. Sarà la partita più importante della sua carriera, più dell’esordio in casa della Juve
Sarà contento pure Vaclav Svoboda. Cioè il ragazzo del Viktoria Plzen che il due ottobre del duemiladiciotto, a dieci minuti dal termine di una partita di Youth League, con un intervento non proprio oxfordiano, frantumò nel senso pieno del verbo, il ginocchio di Riccardo Calafiori. Rottura di tutti i legamenti, dei menischi e della capsula articolare. Cioè il rischio concreto, a poco più di sedici anni, di veder uccisa sul nascere una carriera all'epoca ricca soprattutto di sogni. Il giorno dopo quel ko, Edin Dzeko realizzò una tripletta che dedicò proprio a Calafiori che già da qualche mese aveva cominciato a frequentare gli allenamenti della prima squadra. Il ragazzo cresciuto con la maglia della Roma addosso da quando aveva nove anni, è riuscito a venirne fuori (ritorno in campo il sedici settembre dell'anno dopo) più forte anche di quello che dicevano gli addetti ai lavori quando era poco più di un bambino. E stasera, complice l'infortunio di Spinazzola, Fonseca gli consegnerà la maglia di titolare sulla fascia sinistra. Per quella che, lo sa anche lui, sarà la partita più importante da quando ha cominciato a frequentare il calcio dei professionisti. Legittimato pure da un recente prolungamento contrattuale con i colori del suo cuore fino al trenta giugno del duemilaventicinque.
Sì, sarà la partita più importante. Pure più di quella del suo esordio che comunque non si scorda mai, con un battesimo festeggiato nientepopodimeno che nello stadio della Juventus, primo agosto dello scorso anno, cin cin con vittoria, gol (bellissimo) annullato, rigore procurato e poi trasformato da Perotti. Ma stasera contro quell'Ajax che in fatto di settore giovanile non ha niente da invidiare a nessuno, Calafiori sarà chiamato ai novanta minuti più delicati della sua vita. Non c'è Spinazzola, Fonseca poteva magari inventarsi qualcosa, riesumare Santon, adattare Veretout sulla fascia (ruolo che il francese ha già ricoperto), azzardare Pellegrini. E invece il tecnico portoghese, con la sua solita franchezza, ieri ci ha detto chiaro e tondo che toccherà a Calafiori senza se e senza ma. Sarà lui che dovrà presidiare l'intera fascia sinistra, probabilmente dovendosela vedere con un altro baby come Antony che, però, rispetto al giallorosso, di partite alle spalle ne ha già una marea. Al contrario di Riccardo nostro che dopo l'esordio contro la Juventus nel passato campionato, in questa stagione in tutto ha messo insieme appena sei presenze, due in campionato e quattro (stasera saranno cinque) in Europa, minuti complessivi appena duecentonovantadue, poco più di tre partite intere. Un minutaggio probabilmente inferiore alle attese, ma determinato anche da un problema muscolare e dal maledetto Covid che ha coinvolto pure lui.
Il rischio dell'emozione, insomma, ci può stare. Anche se già ad Amsterdam, nel momento in cui Spinazzola (che stava facendo a fette i Lancieri) è stato costretto ad alzare bandiera bianca, l'impatto con i campioni d'Olanda che possono vantare una storia di quelle importanti, già c'è stato, superandolo senza particolari problemi. Anzi no, un problema c'è stato. Quando, come ricorderete, mentre stava andando a battere un fallo laterale, un raccattapalle orange gli tirò addosso il pallone. La conseguenza è stato un cartellino giallo che stasera lo costringerà a giocare sapendo di essere in diffida. Ma potete scommettere che il ragazzo non ne sarà per nulla influenzato.
Del resto una piccola esperienza europea in questa stagione l'ha maturata. Con tanto di primo gol tra i professionisti. E che gol, meraviglioso. Partita del girone all'Olimpico contro gli svizzeri dello Young Boys, risultato in parità, la difesa elvetica respinge fuori area, e lui il ragazzo vestito di giallorosso che con un sinistro di controbalzo manda il pallone giusto giusto all'incrocio dei pali. Un piccolo capolavoro. Festeggiato con una corsa che chissà cosa gli sarà passato per la testa in quei momenti, con tanto di bacio sullo stemma della maglia a santificare una simbiosi che nessuno può mettere in discussione. Neppure il suo procuratore che poi è uno di quelli che hanno un nome importante e potente, Mino Raiola. Che, vista la sua scuderia, è uno di quelli che sono una garanzia per quel che riguarda le qualità presenti e in prospettiva di un calciatore. Magari, ora, visto che trovare spazio con uno come Spinazzola non è certo una passeggiata di salute, potrebbe pure pensare di portarlo da qualche altra parte (in prestito) per consentire a Calafiori di giocare con maggiore continuità. Rischio che per quello che sappiamo non sta in piedi perché per la prossima stagione la Roma le sue scelte per le fasce già le ha fatte. Karsdorp e baby Reynolds a destra, Spinazzola e Calafiori a sinistra. Con il baby romanista che vuole salire nelle gerarchie. A cominciare da stasera nella partita più importante della sua giovane carriera.
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